con Enrico Brignano
Produzione Vivo Concerti
Bassano del Grappa, Palabassano 2, 12 novembre 2021
Quello che colpisce di più in un comico come Enrico Brignano è una sua consueta e trascinante naturalezza di stare sul palco. Non personaggio costruito a tavolino, ma dotato dunque di un suo personale tratteggio d’autore, piaccia o no, che lo porta con semplicità a essere apprezzato dal grande pubblico, un percorso professionale che lo ha visto in pochi anni crescere e affermarsi sia in cinema che, a teatro e in televisione. Doti sicure quelle che l’attore dimostra anche in questo suo spettacolo “Un’ora sola vi vorrei”, andato in scena a Bassano del Grappa (portato da DuePunti eventi) dal titolo omonimo delle varie edizioni programmate per la televisione, dove si punta decisamente su due cose, e non poteva che essere così: l’ironia e la contemporaneità. Brignano decide di affidarsi a uno stile proprio e consolidatissimo nell’affrontare le discordanti e usuali malefatte che attraversano assieme a tutti noi la nostra epoca, e che sono persino di settimana in settimana verrebbe da dire, sempre nuove e in via di aggiornamento. Ma una più di tutte tiene banco in questi lunghi mesi, per non dire anni, ed è la pandemia. L’attore se la prende con i no-vax soprattutto, andando anche giù pesante, cosa magari, forse, chissà, non proprio attesa da parte del pubblico, che in qualche maniera viene consolidato nella maggioranza dei casi dal suo pensiero, spaccando in due come realtà dimostra il vivere della gente, il parer pensiero di questi tempi che spesso appare confuso da tutte le parti. Brignano dimostra di sapere agire sul palcoscenico con verve ed esperienza, affrontando anche con giochi di parole e gag varie anche i momenti più profondi. Ma si tratta pur sempre di uno spettacolo leggero, e così dev’essere, quindi in un contesto molto ben costruito si alternano il comico protagonista, i ballerini e la bellezza che va in scena, con tanto di donnine, e mi si passi il termine, come ai bei tempi del varietà, disciplina dalla quale un po’ tutto il teatro leggero ha preso. Succede così che per qualche attimo sembra di rivivere quel teatro di allora. Naturalmente avendo abbondantemente oltrepassato il Duemila anche la morale è cambiata e tutto appare come è e dev’essere, uno show di divertimento con un comico di oggi che prende di mira vizi e costumi, personaggi e protagonisti del nostro vivere giornaliero, e spesso ciarliero. E i ragazzi e le ragazze che ballano hanno i costumi di scena che non spiazzano e mostrano la fluidità nei movimenti che serve, frutto anch’essa di prove e prove plasmate e spalmate su giorni e ore. Il tutto va bene come detto, e fa la sua funzione, quella che ci si aspetta da uno show brillante. Naturalmente va da sé che i comici si guardino attorno cercando nella contemporaneità il suo assurdo, il nonsense, persino il pelo sull’uovo e sciorinino i loro pezzi su questo, ma mi sembra sia il loro mestiere, e c’è chi lo fa bene, chi meglio, chi meno bene, come in tutti i mestieri del mondo. Soluzioni di continuita, qualcuno le chiama, e tra un pianoforte bianco che appare e accompagna uno dei brani, Brignano che ingleseggia verbalmente raffazzonando, citando gli arresti domiciliari del Covid, il rischio estinzione dei no vax che si domandano cosa c’è nel vaccino, mentre nessuno si chiede altrettanto di ciò che si mangia, o di altre pillole, lo spettacolo va in porto sicuro, applaudito da un pubblico quasi tutto adulto. La seconda parte dello show cede un po’, risulta un po’ meno brillante ma anche un comico sa che deve rallentare, e non solo, anche mostrare un lato più “normale”, se così vogliamo dire, più vicino ai veri pensieri della gente. Rimangono soprattutto due cose, allora: una serata molto gradita al pubblico, e uno show quasi di altri tempi, molto piacevole a ritrovarsi.
Francesco Bettin