di Filippo Timi e Stefania De Santis
regia di Filippo Timi
con Filippo Timi, Paola Fresa, Lucia Mascino, Luca Pignagnoli, Marina Rocco
Foto : Chico De Luigi
8-11 aprile 2009 Spazio PIM Milano
Ecco il paradosso, già suggerito dal titolo, salire sul palco e diventare spettacolo: l'attore e lo status quo di creatore: Amleto che mette in scena Amleto in un'angusta scatola nera addobbata a festa mortuaria, in un tempo dove si rincorrono anacronismi e dove lo spazio e il testo diventano materia malleabile, carne putrida nell'estremo slancio vitale portato all'eccesso prima che il resto sia silenzio..
Nelle viscere della tragedia questo allestimento trova il punto di origine nella risata che, contagiosa, disarma il pubblico e lo pone nelle condizioni di farsi investire dalle sublimi parole di Shakespeare che giungono come se mai fossero state udite prima. Parole che arrivano con rinnovata forza proprio perché inoculate in un vortice di quotidiane follie in cui chiunque può riconoscersi e grazie alle quali penetrare più a fondo in questa assurda tragedia che è il teatro della nostra vita.
A partire da Filippo Timi, tutti gli altri interpreti -Paola Fresa, Lucia Mascino, Luca Pignagnoli, Marina Rocco- ci rendono (nel senso di vera restituzione, perché in fondo ci appartengono) i personaggi che, in questo gioco dichiarato, si smascherano e si mostrano in tutta la loro commovente umanità. E sono. Sono e basta. Fino all'ultimo respiro. Perché l'ostico quesito “Essere o non essere” diventa impronunciabile e si spezza in un incespicare insormontabile proprio sulla negazione dell'Essere, che il Nostr Amleto può solo commentare (con tutta l'ironia che lo rende al di sopra di ogni bravura) con : 'Questo è un problema!'
E per dirla alla Nietzsche: “Raramente accade che una degenerazione, un'amputazione o solamente un difetto o perdita fisica o morale non generi un guadagno qualsivoglia sotto altra forma”.
Riferito a 'L'Amleto'. All'Attore. All'Uomo.
Ringraziando con uno scrosciante applauso il Nostro “Umano, troppo umano”.
D.G.