da Carlo Collodi,
adattamento e regia di Maria Grazia Cipriani;
scene e costumi di Graziano Gregori,
suono di Hubert Westkemper;
luci di Angelo Linzalata,
con Giandomenico Cupaiolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Niccolò Bellitti, Jonathan bertolai, Carlo gambaro, Luana Gramegna,
produzione Teatro del Carretto, al Teatro Due (Parma) 2007
Pinocchio del Teatro del Carretto è un viaggio nella memoria e nelle paure del burattino di Carlo Collodi. In una sorta di arena che è anche spazio della mente — scenografia inventata da Graziano Gregori — Pinocchio (un sorprendente Giandomenico Cupaiolo) è costretto a raccontare in continuazione le sue disavventure, quasi a dover mantenerne il ricordo per non sbagliare più, per combattere il suo istinto a mentire e ingannare se stesso e gli altri. Questa condanna alla ripetizione finisce con l’essere un omaggio alla condanna del teatro, che vive nel suo ripetere sera per sera i propri racconti, pur consapevole della labilità della memoria scenica.
La regista Maria Grazia Cipriani porta la vicenda del burattino nei lidi oscuri della mente, nel clima oscuro dei peggiori incubi, in cui il burattino da protagonista diventa vittima dei propri sogni e delle proprie tentazioni. A dare concretezza sonora a questo clima da incubo c’è il suono amplificato curato da Hubert Westkemper, la presenza fantasmatica di tutti i personaggi della favola interpretati da Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti, Jonathan Bertolai, Carlo Gambaro e Luana Gramegna. Tutto accade nella mente di Pinocchio e se si eccettua il dialogo reale che intrattiene con la Fatina — una bambina morta dai capelli turchini — l’intero racconto è narrato e agito con grande intensità da Giandomenico Cupaiolo, un burattino tutto nervi e sudore, un burattino che non può evitare di rendere un affettuoso omaggio al Pinocchio di Carmelo Bene.
Il Teatro del Carretto — compagnia caratterizzata da una rigorosa ricerca estetica sui grandi testi dell’epica e della favola — mostra in questo Pinocchio una maturità invidiabile. Se la forza immaginativa del Carretto si contraddistingueva essenzialmente per l’intensità delle scene e la capacità di gestire l'inquietante ambiguità delle maschere, nel Pinocchio visto al Comunale di Casalmaggiore la passata stagione il gruppo toscano dimostra di aver affinato e reso convincente e intenso il lavoro condotto sugli attori. Pinocchio regala al pubblico una serata di teatro intelligente e maturo, un esempio di lettura contemporanea e creativa di un classico come la favola di Collodi.
Nicola Arrigoni