di Eduardo De Filippo
regia Marco Tullio Giordana
con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
Paola Fulciniti, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero
Federica Altamura, Andrea Cioffi
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
musiche Andrea Farri
Teatro Argentina, dal 18 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019
Animi erranti, spiriti vagabondi intenti a ricucire la tela dell'esistenza corrosa dalla guerra: eccoli là i personaggi di Eduardo de Filippo ancora ebbri ma forti e combattivi, pronti a ricominciare.
Questi Fantasmi! è una commedia in tre atti dai toni aspri, dalle sfumature surreali scritta nel 1945 dal drammaturgo oramai maturo, abile a tracciare con tinte indelebili il profilo d'ogni sua creatura, capace di lasciar trasparire un' intima malinconia, una debordante solitudine, una congenita insoddisfazione celata tra le labbra pronte ad aprirsi in un sorriso.
Maestro del nostro prezioso novecento, Eduardo rappresenta il dramma dell'individuo illuso di trovar conforto in quel microcosmo familiare che spesso lo deride e lo inganna, costretto ad inventare un proprio mondo immaginario parallelo in cui trovare o tentare di trovare un senso, di riempire gli spazi vuoti dell'esistenza, di comunicare anche solo da una finestra con il mondo, di sopravvivere ai tradimenti e alle sozzure della vita.
La scena si svolge in un appartamento d'un palazzo del '600 tra un andirivieni di facchini intenti a sistemare mobili e masserizie e l'arrivo di due nuovi inquilini: i coniugi Maria (Carolina Rosi) e Pasquale Lojacono (Gianfelice Imparato). La presenza del portinaio, superstizioso per convenienza, Raffaele (Nicola Di Pinto)), è determinante per la partita scenica, è proprio lui a raccontare la storia di un fantasma, che si diverte a far dispetti in quella casa, e proprio lui rappresenta il trait d'union tra interno ed esterno, tra microcosmo e macrocosmo, tra famiglia e società ma anche tra vivi e morti (o presunti tali). Lo sprovveduto (o finto sprovveduto) Don Pasquale Lojacono crede (o finge di credere) che il fantasma "o' monaciello", abiti in quella casa, pensa (o finge di pensare) che questi sia l'uomo vestito di bianco nascosto in un armadio, in realtà amante della moglie. Non facile l'interpretazione dei personaggi eduardiani che in questo caso sembrano appena usciti dalle pagine del testo e arrivati in teatro per prendere corpo sullo spazio scenico grazie ad una attenta regia di Marco Tullio Giordana. Con lodevole professionalità gli attori si muovono e interagiscono lasciando che i loro personaggi rimangano sospesi, ciascuno nel proprio spazio ritagliato a misura, che comunichino pur rimanendo fermi nelle loro convinzioni, ciascuno incastrato nella rete della propria miseria.
Carolina Rosi rende il giusto onore al nome e al prestigio del compianto marito Luca De Filippo e alla Compagnia Elledieffe da lei stessa diretta. Sorprende la naturalezza con cui veste il ruolo di Maria. Con disinvolta eleganza l'attrice romana fa del palcoscenico il suo rifugio, la sua dimora ideale che racchiude passato e presente, dolore e gioia.
Adeguato il progetto scenografico di Gianni Carluccio che fa da sfondo alla vicenda. I due balconi che affacciano sulla platea rappresentano un mezzo di comunicazione con un fantomatico Professore, sempre pronto a prender parte, in silenzio, agli sfoghi di Don Pasquale ad osservare anche la rituale preparazione del caffè. Il Professore è un interlocutore ideale a cui confidare il proprio disagio e suggerire opportune risposte. Lo spettatore è a un tempo complice e testimone del prodigio teatrale.
Gianfelice Imparato indossa perfettamente il ruolo di Pasquale Lojacono, Nicola Di Pinto è determinato nel ruolo del portinaio. Meritano un plauso tutti gli attori della compagnia di Teatro di Luca De Filippo.
Patrizia Iovine