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QUARANTA MA NON LI DIMOSTRA - regia Luigi De Filippo

Quaranta ma non li dimostra Quaranta ma non li dimostra Regia Luigi De Filippo

di Titina e Peppino De Filippo
regia: Luigi De Filippo
con Luigi De Filippo, Ivana D'Alisa, Simona Di Nardo, Ingrid Sansone, Feliciana Tufano
Roma, Sala Umberto, dal 6 al 25 novembre 2007
Roma, Teatro della Cometa, dal 2 dicembre 2008 al 4 gennaio 2009

Il Messaggero, 20 dicembre 2008
Avanti, 19 dicembre 2008
Avanti, 11 novembre 2007
"Quaranta ma non li dimostra"

Luigi De Filippo è in scena alla Cometa con una commedia inossidabile, divertentissima, di quelle che la gente va a cercare durante le Feste per passare qualche ora in allegria. Quaranta ma non li dimostra è un copione scritto a quattro mani da Peppino, il mitico Pappagone, padre di Luigi, e dalla sorella Titina. Il debutto assoluto fu nel lontano 1933 al "Sannazaro" di Napoli, dove da subito ottenne pieno consenso da un pubblico esilarato dall'avventura di Don Pasquale, vedovo, che si danna per trovare marito alle quattro figlie. Accudisce in particolare la maggiore, piacente ma quarantenne, amante della quiete domestica, della casa, dei piccoli lavori di cucito e di cucina, del pudore anticamente associato alla grazia femminile, qui reso ancor più anacronistico dal contrasto fra la "zitella" e le frivole sorelle. Don Pasquale è interpretato da De Filippo, che firma anche la regia. Luigi sa il fatto suo, strappa risate sincere con intelligenza. Nei panni del padre preoccupato per il futuro delle sue ragazze trova atteggiamenti e accenti efficaci: un marito da identificare è impresa due volte impegnativa, da una parte gioca l'affetto, dall'altra la divertente indagine "socioeconomica" di cui sono esperti, in genere, i genitori assidui.

Rita Sala

"Travolgente buonumore"
Alla Cometa "Quaranta ma non li dimostra"

Il sipario del Teatro della Cometa di Roma si è aperto stavolta sul più trasfondente buonumore, grazie a Luigi De Filippo, quale protagonista della commedia "Quaranta ma non li dimostra". Nel sottotitolo l'attore ha voluto aggiungere e sottolineare "storia di una donna importante". Il testo è di Peppino e Titina De Filippo. Un omaggio da parte di Luigi rivolto in quest'occasione alla zia Titina, grande interprete del nostro teatro e della quale si celebrano quest'anno i centodieci anni dalla nascita. Lo spettacolo che in oltre un anno ha raggiunto i maggiori palcoscenici italiani è ricco di coinvolgente attualità, in quanto racconta con raffinato umorismo, ironia e sofferta partecipazione i crucci e le ansie di un padre: don Pasquale, vedovo e alla ricerca del miglior partito oltre che per le quattro figlie, soprattutto per la sua diletta primogenita, Sesella, destinata a rimanere nubile, in quanto più che pensare a sé ha sempre pensato a far da affettuosa madre alle sue sorelle, sovvenendo altresì con rispettoso impegno alle necessità del suo genitore. Quindi come enuncia, appunto, il sottotitolo, è questa la storia di una di una donna importante. Importante per il bene che riesce a riversare a chi le sta vicino, anche sacrificando se stessa. Un esempio chiaro di come si riesca a sacrificare la propria femminilità per il bene della famiglia, senza comunque porsi mai in evidenza. La regia è curata con impegno dallo stesso Luigi De Filippo, che si avvale di una compagnia di giovani attori, della quale fanno parte: Ivan D'Alisa (Sesella); Simona Di nardo (Carmela); Ingrid Sansone (Giulia); Feliciana Tufano (Antonietta); Luca Negroni (Luciano); Giorgio Pinto (Bebè); Antonio Buonanno (Alberto); Massimo Pagano (Matteo); Tiziana Tirrito (Giacinta). La scena è di Salvatore Michelino; i costumi di Maria Laura Monterosi. Luigi De Filippo, con la sua comicità moderna ed intelligente, è il bravissimo e giusto protagonista di questo vivace e affascinante spettacolo. Più volte premiato col "Biglietto d'oro" come campione d'incassi, l'attore è stato insignito dal capo dello Stato della onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica per particolari meriti artistici. Figlio di Peppino, è il più autorevole rappresentante del teatro napoletano di grande tradizione, che continua a far conoscere in Italia e nel mondo presentando le proprie commedie, oltre a quelle di suo padre e di suo zio Eduardo.

"Quaranta ma non li dimostra" andò in scena per la prima volta nel 1933 al Teatro Sannazaro di Napoli, interpretato da Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. Fu subito un grandissimo successo, che contribuì in modo determinante all'affermazione del talento dei fratelli De Filippo sul piano nazionale, con gli elogi della più quotata critica.

Renato Ribaud

La "penultima" Napoli

L'ho vista e continuerò ancora a vederla ogni qualvolta se ne presenterà l'occasione questa commedia che ha per titolo "Quaranta ma non li dimostra". Ne furono felici autori Titina e Peppino De Filippo, che la rappresentarono assieme a Eduardo per la prima volta al Sannazzaro nel 1933. Erano quelli gli anni in cui una donna a quarant'anni era già sfiorita e se non trovava subito marito, poteva dirsi destinata a restar per sempre zitella. Nel caso poi di Sesella, la protagonista della storia che qui si racconta, c'è da specificare che morta la madre, per anzianità anagrafica se n'è rimasta lei a far da tenera guida alle altre tre sue più giovani sorelle.
In più con altrettanto amore ha fatto sì che non mancasse nulla al papà, allo stimatissimo don Pasquale. Cosicché questi, per ripagarla delle sue costanti premure, decide che è ormai tempo di accasarla. Con mille artifizi cerca dunque di far sì che chieda la sua mano un bravo giovane di nome Luciano, ma questi in realtà corteggia un'altra delle figlie di don Pasquale; quando l'equivoco poi si chiarisce Sesella, che pure s'era illusa di crearsi una propria famiglia, senza alcuna acredine tornerà ai suoi compiti di casalinga, rassicurando il proprio genitore che continuerà ad essergli vicina con le attenzioni e l'affetto di sempre. "Quaranta ma non li dimostra" è andato, dunque, in scena alla prestigiosa ed antica Sala Umberto di Roma nella serata in cui si celebravano i 110 anni dalla nascita di Titina De Filippo. Nel pubblico non mancavano personalità della cultura e dello spettacolo che hanno tributato i più calorosi applausi a Luigi De Filippo. Un apprezzato protagonista della nostra scena che ha tra l'altro il merito di far conoscere alle giovani generazioni il teatro dei fratelli De Filippo, che ha varcato i confini dell'Italia. Ho detto all'inizio che mi piace particolarmente questa commedia, ambientata stavolta nel 1950, e che la rivedrò sempre, perché vi trovo tutte le atmosfere della penultima Napoli, di quando si organizzava alla buona una festa in terrazza con gli amici di famiglia, di quando ci si precipitava a prendere il "mellone". Di quelli "rossi e chine 'e foco" da far raffreddare sotto la fontana posta a sgocciolare, perché i frigoriferi erano allora solo una chimera. D'estate ci si affacciava alla finestra per fare mille raccomandazioni alle signorinelle che se ne andavano a fare i bagni a Bagnoli. E parlo ovviamente di una Bagnoli dei tempi andati, quando il mare non era stato ancora inquinato da un'industria metallurgica. Tutte atmosfere e aspetti questi d'una Napoli che non c'è più e che ritrovo coi profumi dei gelsomini e col sapore del ragù, tutti proprio tutti per intero nella divertente commedia che si va rappresentando al Teatro di via della Mercede. Il merito è giusto darlo sì, senz'altro alla semplice trama, ma va dato anche e soprattutto a Luigi De Filippo, che con quella spontaneità che gli è propria impersona il ruolo dell'ansioso papà di Sesella. Vedere recitare con naturalezza questo splendido attore nel ruolo del protagonista don Pasquale è per lo spettatore un autentico godimento in quanto con la sua schiettezza ti trasmette all'istante tutte quelle inquietudini e quelle apprensioni che sono proprie di un papà che si ritrova con quattro figlie da seguire con tenace benevolenza. Luigi De Filippo, ricordiamolo pure, con un altro suo lavoro che l'ha avuto ad autore oltre che a protagonista: "Storia strana su una terrazza napoletana" è stato nella scorsa stagione campione d'incassi al Teatro Quirino. Segno questo che il pubblico, oggi come ieri, gradisce soprattutto un repertorio semplice e gentile che sia in grado di toccare le corde del proprio animo. La regia di "Quaranta ma non li dimostra" è curata intanto col massimo impegno da Luigi De Filippo, che si avvale di una giovane formazione artistica della quale fanno parte Ivan D'Alisa (Sesella), Simona Di Nardo (Carmela), Ingrid Sansone (Giulia), Feliciana Tufano (Antonietta), Luca Neuroni (Luciano), Giorgio Pinto (Bebé), Antonio Buonanno (Alberto), Massimo Pagano (Matteo) e Tiziana Tirrito (Giacinta). Applausi a scena aperta. Si replica.

Renato Ribaud

Ultima modifica il Domenica, 11 Agosto 2013 09:39

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