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RITRATTO DI DORIAN GRAY (IL)- regia Francescoantonio Nappi

"Il ritratto di Dorian Gray", regia Francescoantonio Nappi "Il ritratto di Dorian Gray", regia Francescoantonio Nappi

Ispirato al capolavoro di Oscar Wilde
riscritto e diretto da Francescoantonio Nappi
Con Roberta Astuti, Nello Provenzano, Aurelio De Matteis, Chiara Vitiello, Francesca Borriero e Mariachiara Vigoriti
coreografie Federica Di Benedetto
scenografia Anna Pepe

produzione "Demiurgo" in collaborazione con l'Associazione culturale Pro Lauro

Castello Lancellotti, Lauro (AV), 18 e 19 marzo 2017

www.Sipario.it, 20 marzo 2017

L'incontro tra un capolavoro senza tempo della letteratura inglese (sapientemente riadattato per le scene) e una location suggestiva, ricca di storia e di storie da (ri)scoprire. I siti di interesse culturale e, più in generale, le opere d'arte si rinnovano in forza espressiva e vita pulsante attraverso iniziative come quelle del Demiurgo: una compagnia di giovani e rigorosissimi attori dediti alle rappresentazioni di classici letterari all'interno di cornici e scenari originali che sono come libri aperti.
Presso il Castello Lancellotti di Lauro (Avellino), per esempio – là dove la compagnia debuttò nel 2012 –, è stato rappresentato Il ritratto di Dorian Gray: l'opera di Oscar Wilde più famosa e apprezzata dal grande pubblico, riscritta e diretta da Francescoantonio Nappi.
Così, nelle sale della residenza principesca – di cui si hanno le prime notizie da documenti che risalgono intorno all'anno mille e in cui hanno soggiornato grandi dinastie, come i D'Angiò, gli Orsini, i Pignatelli e i Lancellotti – ha ripreso forma e consistenza la storia, che ha per protagonisti vanità ed estetismo.
Il racconto di una specie di incantesimo, un inspiegabile e inquietante sortilegio; di un desiderio paradossale, eppure realizzato a costo di turpi e degenerate conseguenze. La trama è ben nota: Dorian Gray è un bellissimo e altrettanto giovane signore della Londra Vittoriana, il cui fascino rapisce gli animi più sensibili. Tra questi, il pittore Basil Hallward, che di Dorian realizza un ritratto speciale. Non solo olio su tela, ma in ogni pennellata l'ammirazione idolatrica e inconfessabile dell'artista.
Un amore tale che lo stesso lord Gray non può fare a meno di ritrovare nel dipinto una parte di sé stesso. L'essenza più autentica e meravigliosa, talmente bella che in futuro potrebbe farsi beffa della sua vecchiaia e decadimento. Ecco il pensiero perverso, la fantasia sinistra, il desiderio narcisista: se solo il quadro potesse invecchiare e imbruttire al posto della persona fisica...
La vita di Dorian, accompagnato dal fedele e spudorato amico Lord Henry Wotton che lo inizia ai piaceri della carne e di un'esistenza dissoluta, procede tra orge peccaminose e delitti. Sì, anche delitti: sono le parole del giovane, ormai ossessionato dal proprio inalterabile e sublime fascino, a ferire a morte l'attrice Sybil Vane, sedotta e spinta al suicidio nel fiore degli anni.
Colpe e vizi si accumulano: insozzano l'anima, ma non l'aspetto del protagonista che con cinismo sempre maggiore si prende gioco del tempo che passa. L'anima, tuttavia, ha la sua espressione diretta nel dipinto di Basil, tenuto nascosto da anni, che nel tragico epilogo rivelerà la nefandezza e depravazione di una vita consumata solo nel culto di sé.
Nulla è lasciato al caso nelle visite teatralizzate de Il Demiurgo, a cominciare dalla recitazione: attori professionisti, giovani e talentuosi, si adattano alle caratteristiche precise degli spazi attraverso pregevoli prove fisiche, superando (ad esempio) i problemi legati all'acustica. Nel caso specifico di Dorian Gray, è coraggiosa la scelta di affidare la parte principale a una donna: del resto la bellezza raccontata da Oscar Wilde va oltre la naturale divisione tra i sessi, si assolutizza.
La scenografia dello spettacolo è curata da Anna Pepe; la rappresentazione è, inoltre, arricchita dalle magnetiche coreografie di Federica Di Benedetto.

Giovanni Luca Montanino

 

Ultima modifica il Domenica, 19 Marzo 2017 13:26

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