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REGALO DI NATALE - regia Marcello Cotugno

"Regalo di Natale", regia Marcello Cotugno. Foto Michele De Punzio "Regalo di Natale", regia Marcello Cotugno. Foto Michele De Punzio

di Pupi Avati
adattamento teatrale di Sergio Pierattini
produzione La Pirandelliana
con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito,
Valerio Santoro, Gennaro Di Biase

scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
regia Marcello Cotugno
Teatro Quirino Vittorio Gassman dal 7 al 9 maggio 2019

www.Sipario.it, 16 maggio 2019

Svelare le miserie le debolezze i segreti e le menzogne di un uomo? Mettetelo dietro un tavolo da gioco, insieme ai suoi amici, la notte di Natale. Promettetegli una serata unica. Ogni vita vissuta in modo meschino e di rimessa, si rivelerà nella sua cruda e spietata ipocrisia.
Regalo di Natale di Pupi Avati, fortunato film da cui è stata tratta la riduzione in scena al Quirino, ha al centro la storia di quattro amici che si riuniscono in una villa la sera della vigilia di Natale. Lo scopo è semplice: passare la nottata giocando a poker per sfilare un cospicuo bottino ad un misterioso avvocato sul cui passato poco o nulla si riesce a sapere.
L'occasione è propizia perché dà l'estro di svelare le miserie dei protagonisti. Tutti accomunati da una particolarità: di essere sfrontati giocatori con le loro esistenze. Ciascuno ha sfidato il proprio destino senza alcun riguardo. E mai pensando che la vita, un giorno, avrebbe chiesto la resa dei conti.
Quasi una rimodulazione della famosa battuta sartriana: "L'inferno sono gli altri", Regalo di Natale mostra quanto sia difficile, per l'essere umano, apparire puro e immacolato da ogni colpa di fronte a un terzo occhio che osserva e giudica. Poiché, come ci insegna Sartre, ognuno di noi è contemporaneamente il Grande Inquisitore e l'imputato a sua volta.
L'unico che pare sfuggire a questa dura dinamica esistenziale è il misterioso avvocato Santelia: il pollo da spennare, come viene definito nel gergo dei giocatori. Di costui che sappiamo? Nulla. Se non che è un imprenditore benestante, la cui azienda riproduce bambole meccaniche in grado di soddisfare i bisogni più pruriginosi e inconfessabili. E sarà lui a togliere – quanto inconsapevolmente non lo si sa – le maschere che ciascuno degli amici ha posto su di sé per falsificare la propria immagine agli occhi degli altri.
La riduzione teatrale curata da Sergio Pierattini è ben congegnata. Sul piano drammaturgico, non vi sono esitazioni e i personaggi vengono delineati attraverso le loro azioni. Il passato e l'anima di ciascuno emergono da discorsi retorici, comportamenti non propriamente limpidi e ipocrisie portate avanti fino all'estremo. Unica nota negativa: l'eccesso di insistenza su battute e situazioni, probabilmente di paternità degli attori, per il gusto di strappare qualche risata in più.
Quanto agli interpreti: la recitazione è risultata brillante e ben caratterizzata. Gigio Alberti, nei panni di un Santelia vecchio e untuoso, simile al dickensiano Uria, sembra un erede del teatro dei comici dell'arte. Filippo Dini, affidandosi ad una interpretazione più veristica che meno sottolinea tic e vizi, tratteggia un drammatico Franco che però, in conclusione, trova riscatto nella gigioneria e nella leggerezza: entrambe qualità della vera amicizia.
Coesistenza di maschere, caratterizzazioni e ruoli verosimili: è ciò che fa di Regalo di Natale una commedia leggera che, col riso, non rinuncia ad additare severamente le miserie che albergano nell'animo umano.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Domenica, 19 Maggio 2019 13:19

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