mercoledì, 06 novembre, 2024
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UBU - regia Robert Wilson

"UBU",  regia Robert Wilson. Foto Luca Rocchi "UBU",  regia Robert Wilson. Foto Luca Rocchi

Testo, Regia, Scenografia e Disegno luci di Robert Wilson
Co-regista Charles Chemin
Co-scenografa Stephanie Engeln. Co-lighting designer Marcello Lumaca
Costumi Aina Moroms.
Pupazzi Joan Baixas, La Claca / basato sul design originale di Joan Miró.
Materiali testuali Eli Troen, Robert Wilson e Charles Chemin / basati su Ubu Roi di Alfred Jarry
Performer Mona Belizán, Biel Morro, Lulu Cormican, Alejandro Navarro, Joan Maria Pascual, Sandrine Penda, Joana Peralta, Sienna Vila, Alba Vinton
Assistente alla regia e direttrice di scena Maite Román. Supervisore luci Simon Gautier. Suoni Dario Felli e Joan Vila
Capomacchinista Pablo Sacristán. Assistente alla direzione di scena Sienna Vila
Assistenti ai costumi Carme Miró, Mimi Sánchez. Assistente personale di Mr Wilson Paul Auls
Produttrice associata Hannah Mavor. Produttrice Jenny Vila. Idea originale Imma Prieto
Fotografo Luca Rocchi
Distribuzione Cyclorama. Produzione esecutiva La Mecànica. Produzione Es Baluard Museu d’Art Contemporani de Palma, Successió Miró based in Mallorca (Spain). Finanziato da Govern de les Illes Balears, Acción Cultural Española (AC/E), Ajuntament de Palma. Co-produttori Festival Grec de Barcelona (ES), Kunstfest Weimar (DE). Con il sostegno dell’Institut Ramon Llull In collaborazione con Groupe Karol Karol (FR). Robert Wilson è rappresentato esclusivamente dalla RW Work, New York – www.robertwilson.com.
Galoppatoio della Reggia di Portici 12/13 ottobre 2024

www.Sipario.it, 17 ottobre 2024

Gli spettacoli di Bob Wilson sono delle opere d’arte. Unici, godibili e facilmente riconoscibili per come dipinge la scena con le sue magiche luci, utilizzate come i colori d’una tavolozza. Gli attori poi che vi compaiono perdono i loro connotati sembrando delle maschere, i cui aloni neri intorno agli occhi e il rossetto rigorosamente rosso sulle labbra, esaltano il viso laccato di bianco. Sembrano delle marionette, dei pupazzi, come quelli che compaiono in questo suo Ubu, una performance applauditissima, andata in scena nell’incredibile Galoppatoio della reggia di Portici, in questo autunnale Campania Teatro Festival, dopo essere apparsa in prima mondiale alla mostra Personae-Masks Against Barbarism, ispirata all’esplorazione di Joan Miró dell’opera di Alfred Jarry, curata e presentata da Imma Prieto al Museu d’Es Baluard Museu d’Art Contemporani de Palma a Maiorca. Certamente materia allettante per Bob Wilson che ha agghindato i personaggi con copricapi fantasiosi e mazzi di giornali (pare mille copie de Il Mattino di Napoli), sparsi all’inizio pure sulla scena e su una larga passerella che si allungava al centro tra due file di spettatori. Fogli di giornali stropicciati e disposti alla rinfusa, che alcuni inservienti toglievano poi velocemente, avvolgendoli in ampi sacchi, dopo che un attore di colore (l’anima di Jarry forse) vi era salito sopra, calpestandoli, sfilando come un figurino e infine uscendo di scena. Queste marionette umane di Wilson hanno qualcosa di artigianale, realizzate con parsimonia (giornali, cartone etc.) da sembrare un lontano parente di Oskar Schlemmer che realizzava i suoi burattini con materiali poveri, partorendoli in quella visionaria scuola tedesca che fu il Bauhaus fondato da Gropius. E c’è anche da dire che mai, come in questa occasione, Wilson ha realizzato una performance in stile politico, sfoderando un pacifismo che mai aveva reso così manifesto, con quel pistolotto alla fine dello spettacolo ad opera d’una voce femminile, sui fatti di Gaza e delle guerre in corso. E forse è per questo motivo che Wilson ha scelto questo Ubu  di Jarry, rappresentato 128 anni fa al Théâtre de L’Œuvre di Parigi, in cui la Polonia citata è un paese leggendario e i luoghi, in cui è ambientata l’opera, sono l’Aragona e la Castiglia della Spagna, Mondagron della Francia, l’Elsinore della Danimarca, l’antica Germania, come dire un’Unità Europea antelitteram inerme ieri come oggi. Quanto poi ai personaggi, sembrano sbucare da un Macbeth shakespeariano, in cui Padre Ubu prende il potere uccidendo il Re Venceslao dopo manifestazioni con cartelli e bastoni che diventano lance, impadronendosi del trono e governando con la moglie Madre Ubu e la figlia dalle sembianze maschili da pirata. Ma Padre Ubu deve stare attento al figlio di Venceslao, il principe Bugrelao, che spera di riprendersi il trono del padre. Durante la performance echeggiano musiche ballabili come il charleston e il valzer e nel gruppo appare pure qualcuno con la maschera d’orso o con un copricapo da cartone animato. È uno spettacolo in cui Wilson ritorna bambino, come un Peter Pan o un animaletto sbucato fuori dal Libro della Giungla, mescolandovi provocazioni, assurdo, farsa. parodia e umorismo allo stato nascente.  Elementi che evidenziano la genialità di questo artista texano di Waco, classe 1941, che possa ancora realizzare altri spettacoli per far godere gli occhi e l’anima di quanti lo amano. Per concludere: questo Ubu è l’Ubu di Wilson che in chiusura omaggia Jarry, facendo apparire sul proscenio il personaggio di colore che tiene per mano Padre Ubu, vestito come tutti lo immaginiamo, con la testa a cono rivoltato e  una spirale disegnata sul suo ventre gonfio.     

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Venerdì, 18 Ottobre 2024 12:38

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