progetto e regia Corrado d'Elia
assistente alla regia Andrea Finizio
con Corrado d'Elia, Giulia Bacchetta, Alessandro Castellucci
scene Fabrizio Palla
costumi Stefania Di Martino
produzione Teatro Libero
Milano, Teatro Libero dal 5 al 18 maggio 2015
Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde ...
Approdo al "porto sepolto" ... Versi del poeta Ungaretti per rievocare, alla mente, memorie e poetiche suggestioni di uno dei viaggi più antichi e mitici della tradizione letteraria. Immagini, atti e parole spese, di un moderno e immemore Odisseo, alla ricerca della propria identità ...
Corrado d'Elia sfida la leggenda - che ha visto impegnate generazioni di scrittori e compositori- per proporre, una stimolante e rigorosa lettura, del mito di Ulisse: interpretazione, ardita, in chiave contemporanea, di parole e sensazioni dell'opera più antica e intramontabile fra tutte, l'Odissea.
Drammaturgia dalla struttura perfetta e circolare è sviluppata in undici capitoli che vedono coincidere, in una visione di eterno ritorno, principio e fine: partenza e ritorno dell'esule poeta che ha perso le parole, la conoscenza di sé e dei luoghi che hanno popolato la sua esistenza. Assistendo allo spettacolo, si ha la netta sensazione, che tutto ciò sia già successo e sia destinato ad accadere ancora ... ed ancora ...
Il valzer malinconico è il refrain che scandisce la ricorrente amarezza che accompagna i congedi del poeta: dalle donne amate e dimenticate (Circe, Nausicaa) , dagli amici (utopie) dalla famiglia (discesa nell'Ade). In una visione attuale e realistica anche il ritorno a casa dall'amata sposa resta un'incognita. Tutto è messo in forse: l'accoglienza nella dimora natia, il ritrovarsi e riconquistare le parole che hanno costruito la loro vita di coppia ... Il finale è aperto
Alcinoo... La parola principio e fine di tutto
E' nota la passione di D'Elia per la letteratura la sua concretizzazione sulla scena. La tematica è ricorrente in molte sue opere ed Ulisse non fa eccezione alla regola. Nella rivisitazione della figura di Alcinoo, re dei Feaci, scopriamo l'incarnazione di un novello Montague bradburiano: sperduto in una terra di confine: fra nebbia, freddo, cecchini e povertà. L'unico essere a combattere, contro tutto e tutti, l'estinzione della parola scritta e l'imbarbarimento dell'uomo ..." ... Non ha alcun senso sopravvivere in una terra spoglia e priva di bellezza ..."
Il brindisi ai maestri
Nella figura della sposa si palesa una chiara citazione al dramma di Tadeusz Kantor: "Wielpole Wielpole". Maestro indiscusso quanto personaggio centrale e controverso del teatro, è evocato anche nel quinto capitolo, "Utopie". Nell'interminabile elenco di maestri e punti di riferimenti, a cui brindare, c'è un posto anche per Kantor, passione ermetica e mai interamente corrisposta.
La piazza, il luogo, la memoria
Allestimento scenico (a cura di Fabrizio Palla), privo di riferimenti descrittivi: una sagra di paese, luminarie appese, ultimi scampoli di una festa danzante. Nella piazza, la disposizione dei tavoli, rivela al pubblico, uno spazio scenico circolare: espressione delle risposte percettive evocate dalla struttura del dramma e dalla partitura registica.
Vivo apprezzamento per la perfetta interazione fra Corrado D'Elia (voce narrante ed interprete) e il duo di versatili, affiatati, attori: Alessandro Castellucci e Giulia Bacchetta. Due presenze dotate di spessore interpretativo e sempre gradite al pubblico del Teatro Libero.
Francesca Bastoni