progetto e regia: Corrado d'Elia
ideazione scenica e grafica: Chiara Salvucci
assistenza tecnica: Alessandro Veronese
tecnico luci e audio: Monica Gorla
foto di scena: Angelo Redaelli
Produzione: Compagnia Corrado d'Elia
Milano, Teatro Libero dall'1 al 16 luglio 2016
Prima nazionale per questo Album, tipologia di spettacolo che rivela un recondito, riservato e segreto sentire - fatto di passionali percorsi poetici paragonabili alle emozioni che sorgono sfogliando un album di vecchie fotografie e a momenti di profonda e intima presa di coscienza di verità prima obnubilate - e suggestioni intense che Corrado d'Elia, autore-attore-regista, palesa al pubblico attraverso un assolo a tal punto confidenziale che una parte degli spettatori siede sul palco quasi intorno a un aedo che racconta antiche storie.
Una suggestione che si percepisce forte in questa pièce, con cui termina la stagione 2015/2016 del Libero e soprattutto che suggella la lunga collaborazione di d'Elia con questo teatro - di cui è stato Direttore dal 1998 al dicembre 2015 (dal maggio 2016 è entrato nella Direzione artistica di Manifatture Teatrali Milanesi) - dove sono nati spettacoli memorabili, alcuni dei quali divenuti classici della storia dello spettacolo.
Non stupisce, quindi, la scelta di un pilastro della cultura occidentale come l'Iliade i cui versi rappresentano una summa del pensiero antico che si disvela attraverso concetti e parole usate nell'ampiezza dei loro significati che oggi, invece, tendono a scomparire o a impoverirsi violentati dall'assurda necessità di brevità e fretta, complici anche i mezzi tecnologici e la 'straordinaria' e superficiale capacità di gestire in modo razionalmente egoistico il tempo.
Un poema che comunque è la prima grande cronaca di una guerra con infinite battaglie, antesignane del nostro oggi in cui inimicizie, ostilità, dissidi, dissapori, rancori... soddisfazioni, gioie... insomma le passioni albergano ancora nell'animo umano a volte deprivate di quegli atti nobili che paiono essere più frequenti nell'antichità rispetto all'aggressivo e violento tempo presente.
Un testo che, come ha confessato d'Elia, l'ha avvinto fin dai banchi del Liceo Classico, quando già tendeva a riscrivere alcuni classici piuttosto che dedicare tempo a un loro studio puntuale e pedissequo: emozioni di gesta eroiche ed epiche che incendiano la fantasia dei giovani sempre connotati da forti sentimenti che il nostro è capace di restituire con la stessa freschezza e pathos.
Così giovane nell'animo, seduto su un alto sgabello e accompagnato da musiche che esaltano i vari stati d'animo, attraverso fisiognomica, sguardi, parole e gestualità d'Elia dà vita in scena ai personaggi più iconici del poema omerico colti in un'intimità rubata tra le righe.
Palpitanti di vita, costoro raccontano miserie e nobiltà dell'animo umano ieri come oggi impegnato a mettersi in gioco a livello personale e pubblico, a cadere e a rialzarsi: allora 'tutelato' da dei con pregi e difetti umani, ora dal dio denaro, padre di poteri effimeri in una lotta che è quella dell'esistere, per tutti sublime e dolorosa.
E il banchetto, incipit e protagonista dei versi omerici, si trasforma in tutte le repliche dello spettacolo in un momento di convivialità che inizia alle 20.30, mezz'ora prima dell'incipit della pièce, quando Corrado d'Elia accoglie il pubblico con un aperitivo: festoso commiato a spettatori fedeli e innamorati di un teatro vivo.
Wanda Castelnuovo