Se ancora oggi supponiamo la nascita della Terra tramite il Big Bang, siamo più che sicuri della fine che il mondo potrebbe fare a causa dell'irresponsabilità dell'uomo. Da sempre l'umanità inquina l'ambiente, ma è proprio negli ultimi due secoli con lo sviluppo della tecnologia, che i danni alla biosfera stanno aumentando in modo esponenziale, a causa della continua emissione di CO₂ nell'ambiente, che va a creare il riscaldamento globale. La soluzione più ovvia, ma poco vantaggiosa economicamente per le grandi multinazionali, sarebbe la tanto discussa "Decarbonizzazione", cioè ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, fino ad arrivare a zero emissioni entro il 2070. Aumentando la media delle temperature terrestri di soli 2 gradi si arriverà ad una condizione irreversibile per il mondo, dove saranno presenti fenomeni estremi come siccità in alcune zone e inondazioni in altre. La vita per l'uomo, e non solo, potrebbe diventare insostenibile, come ci ricorda George Monbiot nella rivista The Guardian. La situazione era già a rischio nel '97 e proprio per questo i Capi di Stato dei Paesi più industrializzati si riunirono, decidendo di rispettare il protocollo di Kyoto, che prevedeva la riduzione di alcuni gas serra del 5% tra il 2008 e il 2012. Molti Paesi abbandonarono l'accordo, come Canada e Russia, e altri, come gli USA non hanno mai ratificato il trattato; solo l'Unione Europea e gli altri Stati hanno rispettato il protocollo, mentre la Cina, che era ed è il maggior emittente di gas serra, non aveva obblighi perché era in via di sviluppo; ritrovandosi adesso con talmente tanto inquinamento da non poter vedere il sorgere e il tramontare del sole. Dato il fallimento del protocollo di Kyoto, che scadrà nel 2020. Dal 30 novembre al 11 dicembre 2015 le Nazioni unite si sono riunite nella 21° conferenza delle parti (Cop21) che ha l'obiettivo della riduzione degli effetti serra, sperando che almeno questa volta il buon senso e la coscienza umana superino l'avarizia e gli interessi economici. Che mondo lasceremo ai nostri figli? Un pianeta diviso tra ricchi e poveri, dove se sei benestante hai l'energia elettrica, altrimenti devi bruciare legno per riscaldarti e cucinare? Una Terra deserta, privata delle sue meraviglie e arida di vita? Possiamo essere così volontariamente ciechi davanti a tutto quello che sta succedendo nel mondo? Basterebbe che ognuno di noi portasse rispetto verso la casa, la nostra casa, che ci ospita e ci dà vita, giorno dopo giorno. Chiudere l'acqua e spegnere la luce quando non servono, usare i mezzi pubblici o andare a piedi o in bici, spegnere il riscaldamento in casa quando inutile. Essere parsimoniosi della propria Terra perché è l'unica casa che abbiamo e l'unico pianeta che possiamo abitare; non roviniamolo, non ne abbiamo un altro. Una volta un saggio indiano disse: "Non abbiamo ricevuto la terra in eredità dai nostri padri ma l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli", rendiamola migliore per loro.
La nostra casa Terra
redatto da Lara Cannata
classe v, Liceo Scientifico "G. La Pira" di Pozzallo
Docente referente del progetto: Elena Statello
Con la collaborazione di Cannizzaro Mariannna
Gli antichi filosofi greci credevano che la vita della Terra fosse infinita, che non avesse né inizio né fine.
La Redazione
Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.
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