domenica, 17 novembre, 2024
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L'epilessia
redatto da Sarah Bua
Classe III B Turismo
ITET "G. Garibaldi" di Marsala
Docente referente: prof.ssa Teresa Titone

Lo studio dell'epilessia ha origini molto antichi.

Etimologicamente il termine epilessia deriva dal verbo greco che, significa "essere colto di sorpresa" o anche "essere invaso" e talvolta veniva definita anche morbo sacro. Ciò era dovuto all'inspiegabilità e all'imprevedibilità delle sue manifestazioni, che per molto tempo contribuirono a ritenerla causata da forze maligne della natura o da divinità avverse.
Il medico greco Ippocrate di Coo fu il primo grande personaggio del passato a rifiutare il carattere sovrannaturale e riconoscerla come malattia, come viene dimostrato nel suo trattato specifico sull'epilessia intitolato "De morbo sacro". Parlando di epilessia si fa riferimento a un insieme di disturbi cerebrali che vanno da forme molto gravi, pericolose per la vita e invalidanti, a forme molto più leggere. In un soggetto affetto da questo disturbo la funzione del sistema nervoso viene disturbata e alterata, andando a causare anomalie e talvolta manifestandosi come vere e proprie convulsioni, spasmi muscolari e perdita di coscienza. Le convulsioni sono il risultato di brevi cambiamenti della normale attività cerebrale e sono il segnale principale con cui si manifesta la malattia. Alcune convulsioni possono sembrare momenti di imbambolamento, altre causano la caduta del soggetto, tremori o scosse e la perdita di consapevolezza di quanto sta accadendo. La malattia in tutte le sue forme può avere molte possibili cause e quindi, ovviamente, può manifestarsi sotto forma di diversi tipi di crisi.
Molti soggetti con epilessia vivono una vita piena e hanno un'aspettativa pari a quella di chiunque altro, tuttavia in alcuni esiste un rischio maggiore di morte precoce. Bisogna fare dei controlli periodici per tenere la situazione sotto controllo.
Ci sono molti tipi di epilessia: ogni tipo implica diverse caratteristiche comportamentali e viene trattato in modo specifico. Proprio per queste grandi differenze si ritiene che l'epilessia non sia da considerarsi una singola malattia, ma come una sindrome caratterizzata da sintomi e segni differenti. Ci sono le crisi generalizzate e le crisi parziarie. Le crisi generalizzate sono il tipo più frequente di epilessia. La crisi può iniziare in una parte del cervello per poi diffondersi all'intero del cervello .
Le crisi parziali sono dovute ad un'anomala attività elettrica in una circoscritta parte del cervello. Infatti, per motivi che ancora rimangono sconosciuti, i neuroni della parte coinvolta iniziano a scaricare contemporaneamente. Dato che non coinvolgono l'intero cervello in genere non comportano una perdita totale dell'equilibrio o della coscienza.
 Le cause non sono conosciute. Talvolta le crisi possono essere scatenate da stress, carenza di sonno e particolari luci o suoni (come nei videogames).
Questo argomento mi interessa in modo particolare perché la vivo in prima persona da quando avevo 6 anni. E' proprio da allora che sono stata costretta a seguire una terapia che condiziona molto la mia vita, non solo per l'assunzione di un farmaco ma anche nei rapporti con chi mi sta accanto perché spesso temo di star male quando sto insieme agli altri e magari non comprendono che la mia è una crisi epilettica. Tempo fa uscivo poco perché non trovavo qualcuno fidato a cui confidare il mio problema e che non mi abbandonasse nel caso in cui io stessi male, adesso ho trovato la compagnia ideale che mi sta affianco, mi conosce e provo protezione e sicurezza. Queste crisi io non le posso prevedere e neanche i medici riescono a spiegare da cosa scaturiscono. So solo che è come se il mio cervello all'improvviso si spegnesse. Il mio dottore dice sempre che è come se fossi su una giostra ad alta velocità. Secondo il mio punto di vista vivo sempre con l'ansia che queste crisi si manifestino in qualsiasi momento e in qualsiasi posto mi trovi e per questo ho paura di rimanere da sola .Le mie angoscie si ripercuotono su tutta la mia famiglia che si preoccupa sempre per me, cercano di non farmi mai pesare la cosa e di spronandomi a vivere serenamente , spingendomi così ad uscire e non chiudermi in me stessa. Grazie al sostegno della mia famiglia sono riuscita in parte a superare le mie paure.

Ultima modifica il Sabato, 28 Gennaio 2017 20:38
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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