Presentazione nuova stagione teatrale
Teatro Bellini di Napoli
Se per le strade di Napoli qualcuno ha notato nell’ultimo periodo degli strani manifesti o dei sospetti personaggi con cartelli – sandwich girovagare apparentemente senza meta e con su scritto “È la fine del mondo”, niente paura! Si è trattato “soltanto” della campagna lancio, ossia dello slogan per la presentazione della nuovissima stagione 2022 – 2023 che il Bellini e il Piccolo Bellini sono lieti di ospitare e di offrire al loro affezionato pubblico, con una vasta gamma di scelta e di preferenze, per tutti i gusti e per tutte le età. Un teatro da sempre all’avanguardia come il Bellini, che vuole stupire con classe e varietà, sempre mantenendo la professionalità e la bellezza che lo contraddistinguono, non poteva non inventarsi una misteriosa frase e una altrettanto particolare festa di presentazione della stagione. L’happening dell’8 giugno è un universo a sé, un mondo colorato e sognatore, che offre fin da subito alle tantissime persone presenti un ventaglio di emozioni e di esperienze, tutte da vivere in una lunga serata di presentazione. All’ingresso del foyer ci viene dato un manifesto con lo slogan che contiene anche i titoli degli spettacoli e subito si viene accolti dal collettivo Lunazione che tra musica e allegria, in cambio di qualche risposta a domande personali trova per tutti il lavoro del futuro, un lavoro che insomma svolgeremo dopo la fine del mondo (quindi alla fine della stagione teatrale?); poi gli specchi del teatro sono poeticamente imbrattati dalla scuola di Comix che ormai da tempo collabora con questo teatro, ma non finisce qui. Puoi ascoltare in cuffia la voce di un’attrice che recita lì davanti a te oppure lasciare una frase su un libro aperto su una storia ancora tutta da scrivere o ancora decorare con pennarelli colorati un razzo spaziale di cartone pronto a partire per le sue missioni nell’universo. E non è tutto: perché, come si suole dire, the best is yet to come. Entrando in sala, infatti, comincia la vera festa: mentre le poltrone sono state rimosse per lasciar spazio ad una vera e propria pista da ballo, un bancone da bar offre spumante a chiunque ne voglia e i camerieri girano tra la folla per portare da mangiare; intanto sul palco si esibiscono ballerini, una band che intrattiene suonando tutti i generi e si alternano video divertenti e contrastanti con la festa, video di presentazione degli spettacoli futuri, mentre contemporaneamente si disegna e si dipinge su teli sullo sfondo. Sui palchetti ci si può sedere oppure si possono osservare col naso all’insù per poter ammirare i drappi, quasi degli arazzi che mostrano le locandine delle rappresentazioni prossime. Sul palcoscenico però, si alternano anche il direttore Daniele Russo e suo fratello Gabriele, che gestiscono con passione il Teatro Bellini e che, tra ironia e belle parole ci ricordano quanto difficile sia stato (e a volte sia ancora) questo periodo, quanto orrore e quanta paura ricoprano ed investano il mondo, ma anche quanta altrettanta bellezza ed emozione possa in momenti come questi regalarci il teatro, forse ancora capace di rendere le persone più umane, più sensibili, più empatiche, più “persone”. Non finisce ancora la festa del teatro, con lo scherzo di un ragazzino che sostiene di aver smarrito la via e che invece rivela poi di voler solo indicare a tutti la “vera” via del teatro, ossia come farlo nel migliore dei modi. E poi ancora in mezzo al pubblico ballerini di tango, hip hop, modern e break dance e una strampalata riunione di condominio che vede ogni palchetto come un’ipotetica abitazione di condomini un po’ strani perché pur sempre abitanti di un teatro e quindi abituati alle parole dei copioni. Ciò che l’assemblea deve votare e quindi stabilire è se il teatro resterà tale o verrà trasformato in un garage, come spesso accade ai luoghi della cultura e agli spazi dell’arte, ma alla fine dopo un dibattito sui generis, ecco che si scopre che manca il numero necessario affinché la votazione risulti valida e così “signore e signori, anche per quest’anno, questo teatro resta un teatro!”.
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Francesca Myriam Chiatto
Più info: www.teatrobellini.it