giovedì, 14 novembre, 2024
Sei qui: Home / Attualità / DAL MONDO / Interviste / INTERVISTA a MARINA ROSSI - di Stefania Landi

INTERVISTA a MARINA ROSSI - di Stefania Landi

Lello Cassinotti nello spazio in cui ha sede Carme. Foto Alberto Petró Lello Cassinotti nello spazio in cui ha sede Carme. Foto Alberto Petró

C.AR.M.E.: un congegno di produzione culturale attivo da un anno

Centro è una parola che indica il nucleo, la parte più interna di qualcosa, che ne restituisce la solidità e, al contempo, rivela la radice di un'intersezione. Proprio dal centro si sviluppa, non solo etimologicamente, il significato di un luogo.
Ragionando su tale concetto, un gruppo di artisti e professionisti dell'arte è partito dalla propria realtà urbana, concependo un nobile progetto artistico: C.AR.M.E.
Siamo nella città di Brescia, nel quartiere del Carmine, noto per la sua storicità (risalente al Medioevo) e per l'atmosfera pittoresca che lo caratterizza. Da quadrilatero di scambio umano di vita agra si è trasformato infatti, negli ultimi anni, in un epicentro di germogliazione festosa notturna.
Tra le bellissime e antiche chiese appartenenti a questo tessuto cittadino si trova quella dei Santi Filippo e Giacomo, edificata nel XII secolo e sconsacrata alla fine del 1700. Nei suoi imponenti spazi ha festeggiato un anno di attività proprio C.AR.M.E, che nella chiesa ha trovato la sua dimora.
L'intento strutturale di C.AR.M.E. parte da un'analisi del contemporaneo in tutte le sue declinazioni; dalle mostre temporanee alle residenze artistiche, dai progetti di teatro, danza, cinema, arti visive, musica alla cultura digitale.
Come indicato sul sito di riferimento, "C.AR.M.E. è un nucleo da cui scaturiscono azioni, un luogo che da contenitore attiva e produce contenuti, spostandosi e relazionandosi con il quartiere e la città; un centro che è moto di incontro e di confronto tra persone, oggetti, linguaggi, culture, provenienti da luoghi diversi; produttore di stimoli, sommovimenti, sommosse culturali di un quartiere".

Per conoscere meglio il suo sistema, ho parlato con la coreografa e danzatrice Marina Rossi, direttrice artistica dell'associazione culturale Lelastiko e collaboratrice di C.AR.M.E. per l'area Performing Arts.

CARME è un acronimo. Cosa indica e quando è nato?
Sta per Centro Arti Multiculturali Etnosociali ed è nato, come costituzione effettiva, nel giugno 2017, preceduto da una fase di preparazione che risale ad un anno prima, grazie all'incontro tra alcune persone interessate a pensare un progetto per la città. Si tratta di un gruppo composto da cittadini attivi che ha come centro il quartiere del Carmine. La sede dell'associazione è la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, spazio del Comune di Brescia. Ad oggi sono state promosse mostre e iniziative con l'intento di promuovere un progetto più concertato, più partecipato dalla città e aperto a varie realtà nazionali e internazionali che possano lavorare ad una continuità di proposte.

Con cittadini attivi cosa intendi? Persone che operano nel settore, già professionalizzate, che coinvolgono a loro volta altri cittadini interessati o persone che non necessariamente hanno un mestiere artistico?
Entrambe.
Adesso in Carme sono presenti sia singoli che associazioni: siamo in tanti e c'è sinergia. Le persone presenti hanno professionalità più inerenti alle proposte che si sono pensate e si stanno pensando per Carme, quindi artisti, professionisti che si occupano di curatela, di comunicazione, altre figure nell'ambito artistico e interessati a portare un contributo in termini di tempo, di risorse e competenze artistiche e culturali, che è molto importante per le attività all'interno dell'associazione.

E tutti convogliano e operano nello stesso luogo. Come si è sviluppata questa idea?
È nata con l'intenzione di dare una vita diversa rispetto alla proposta espositiva e museale già presente e attiva nella città, portando avanti un progetto che si possa radicare al quartiere, che è estremamente vivo e centrale ma a volte rimane a latere rispetto a certe iniziative. Azionare un motore, un processo che possa seguire due direzioni: sia di coinvolgimento degli abitanti del quartiere sia di proposta espositiva culturale e artistica. Offerta a tutti; naturalmente anche alla movida e alle attività commerciali...

Che verrebbero coinvolte?
Si, che abbiamo già coinvolto attivamente, insieme all'associazione Carminiamo, di cui fanno parte alcune rappresentanze commerciali locali. Il Carmine accoglie anche piccole gallerie d'arte e alcuni artisti, che sono entrati in Carme. Questo ha creato un dialogo con le realtà presenti, modellando una doppia via di relazione.

Non c'è un dentro e un fuori ma un continuum.
Esatto, creando la possibilità di una vitalità attiva del Carmine anche di giorno. E questo avviene rivolgendosi alla popolazione che abita il quartiere di giorno e di notte ed all'intera città.

Nel leggere gli obiettivi di Carme ho associato i temi al concetto di "bene comune", qualcosa che spetta di diritto a chi sia parte di una città. Quali possono essere i destinatari di questo bene comune? Perché creare una realtà alternativa e localizzata?
La declinazione di Carme risiede all'interno dell'acronimo stesso; nel fatto che la sua identità sia multiculturale ed etno-sociale. Multiculturale perché si allaccia alla realtà di questo quartiere, abitato da una popolazione molto varia. Auspichiamo di riuscire ad intrecciarci con più persone di culture diverse nella loro componente anagrafica altrettanto varia, si tratti di prima o di seconda generazione.

Per la creazione di un'identità culturale variegata da parte di chi vi opera e di chi ne fruisce.
In questo tessuto connettivo artistico, tu di cosa ti occupi e quali progetti pensi di proporre, se già si può darne indicazione?

La cosa importante, che mi preme dire, è che all'interno di Carme non ci siamo divisi in settori rigidi, come arte, teatro, danza ma esprimiamo un parere per un'area di pertinenza. Questo ci rafforza e ci rende un gruppo comunicante, aventi due macro-aree; una legata alle iniziative, ai seminari, ai workshop, l'altra legata agli eventi e quindi pertinenti all'area espositiva con una macro-area legata alle iniziative, ai seminari, ai workshop, da un lato ed agli eventi e quindi pertinenti all'area espositiva dall'altro.
Io sono danzatrice e coreografa; la mia esperienza mi permette di portare un punto di vista.
Ho presentato alcune proposte che sono nate dai desiderata, ancora in discussione. Una ha preso vita ed è stato il primo appuntamento di Carme dedicato alle arti sceniche-performative, che abbiamo chiamato b xh area performing arts, base per altezza, realizzato a dicembre 2017. È stata una collaborazione tra Marina Rossi, Lelastiko (associazione culturale) e Carme. Si è trattato di un programma di performance, installazioni e selezione video, scelta in collaborazione con il Centro Nazionale della Danza francese. Una scelta di cuore.
Nell'allestimento tematico curato da Davide Sforzini, che ha accompagnato b x h area performing arts, sono stati presentati alcuni dei grandi protagonisti della danza contemporanea. Per Martha Graham, ad esempio, abbiamo pensato di installare un tessuto tubolare che permetteva di evocare la suggestione di Lamentation, che è un suo spettacolo molto famoso. Per ogni danzatore portato in questa mostra c'era un gioco, una proposta di interazione.

Che ricezione si ha e si è avuta del linguaggio performativo da parte del pubblico? C'è ancora una ritrosìa che rende necessario un ammorbidimento oppure si può osare?
Ce lo siamo chiesti e anche per questo la scelta delle performance e la riflessione sugli artisti scelti si è orientata sulla ricerca di danzatori che permettessero di essere avvicinati da un pubblico vasto ed eterogeneo. L'opening, con Rosita Mariani, era volutamente pensato come una performance senza musica per un'interazione in prossimità del pubblico, a cui fosse consentito interagire dinamicamente con l'azione della danzatrice per assistere in movimento, alla performance di 50 minuti. Qualcuno ha partecipato più fisicamente, osservando e circumnavigando.
Sono proposte pensate per essere ricevute a livello empatico, da corpo a corpo, da persona a persona.
Abbiamo costruito l'allestimento e le sedute, con dei cuscini, seguendo questa finalità di prossimità del pubblico con il performer. Lo stesso vale per i laboratori, pensati per incontrare diversamente l'artista e il suo processo creativo, ed esperire quale sia la linea che stia investigando. Sto pensando a Fabrizio Saiu, che ha fatto una proposta legata alla sound performance e Anna Dego, esperta di danze tradizionali del sud Italia che si intrecciano al teatro-danza.

E l'impatto del pubblico?
Siamo stati molto contenti. A maggior ragione perché il progetto ha preso vita in un luogo non identificabile né riconosciuto come luogo performativo. Abbiamo incontrato persone del settore, colleghi, appassionati ma anche - e ci ha fatto molto piacere- abitanti del quartiere.

Il dialogo è partito dalle Istituzioni: Carme come dialoga con loro?
Il Comune ci ha sostenuto, anche con bxh. Abbiamo collaborato con il Ctb Centro Teatrale Bresciano per la parte tecnica, con il Centro Nazionale della Danza di Parigi per la proposta di video danza. In tempi recenti Carme ha intrapreso un dialogo con altri centri culturali, prospettando la creazione di una rete di collaborazioni, costruendo rapporti fattivi e confronti.

Quest'ultima cooperazione immagino sia iniziata grazie al tuo prezioso apporto.
Si, ci siamo incontrati a Parigi e abbiamo pensato insieme ad una selezione di video il cui programma avesse come focus la relazione tra corpo del performer, danza, arti visive e plastiche.
Stiamo lavorando ad altre collaborazioni partecipate. C'è tanta carne al fuoco, anche se non posso anticipare nulla perché siamo in fase di valutazione.

Per quanto invece riguarda i tuoi progetti personali?
Parto dal nome: Queste tue mani, unprogetto laboratoriale e performativo per over 75, in cui io e Francesca  Cecala abbiamo creduto e che stiamo portato in diverse realtà. Nel frattempo continuo ad insegnare e collaborare con le scuole, centri professionali di danza e teatro, con la Fondazione Brescia Musei, con il Teatro Sanpolino di Brescia e con Lelastiko collaboro con numerose realtà ed enti a livello regionale, nazionale ed internazionale per progetti di formazione, produzione e diffusione nell'ambito delle arti sceniche performative.

Per seguire le evoluzioni degli ingranaggi creati da questo giovane congegno di produzione culturale, vi invitiamo a mantenere vigile lo sguardo sul sito www.carmebrescia.it

Ultima modifica il Martedì, 24 Luglio 2018 17:02

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.