Giovane talento del vivaio scaligero, Linda Giubelli si prepara ad una brillante carriera nel mondo del balletto e della danza. Nata a Padova il 13 agosto del 2000, viene ammessa alla Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala di Milano nell'anno accademico 2016/2017. Partecipa sin dall'inizio agli spettacoli della Scuola di Ballo interpretando ruoli solistici, quali la Sorellastra in "Cenerentola", la Fata confetto nello "Schiaccianoci", coppia principale ne "La Stravaganza", giovane ragazza in "Gaîté parisienne", danza spagnola nello "Schiaccianoci", il ruolo principale nella "Cenerentola", Nikya ne "Il regno delle ombre" da "La Bayadere", "In the Middle Somewhat Elevated" (ruolo: Silvye), variazione di "Esmeralda". Nel giugno 2018 si è diplomata con lode presso la Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala. Attualmente è aggiunta presso il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano diretto dal Maestro Frédéric Olivieri.
Carissima Linda, iniziamo l'intervista con le mie più sincere felicitazioni per il conseguimento del Diploma presso la Scuola di Ballo della Scala. Qual è stato il tuo iniziale approccio con la danza?
Avevo quattro anni quando accompagnavo mia sorella nella scuola di danza del mio paese, da lì ho iniziato a muovere i primi passi.
Hai capito fin da subito che investire sull'arte della danza sarebbe stato per te fondamentale?
Sì. Fin da piccola ho avuto le idee ben chiare su ciò che volevo fare riguardo il mio futuro, cioè danzare.
Il momento più bello del giorno del diploma e il complimento che ti ha colpita maggiormente?
Tutta la giornata è stata ricca di emozioni. Soprattutto durante la lezione nell'adagio al centro, dove ha contribuito molto la musica tratta da "Bohemian Rhapsody" dei Queen adattata al pianoforte. Un altro momento è stato prima della consegna dei diplomi, quando tutti noi ragazzi ci stavamo preparando, eravamo molto emozionati ma soprattutto rilassati. Il complimento che mi ha colpito maggiormente è stato quello della Maestra Emanuela Tagliavia che mi ha detto: "te lo sei meritato".
Sei entrata in Scuola di Ballo Scala sotto la direzione dell'attuale direttore del Corpo di Ballo scaligero, Frédéric Olivieri che mantiene anche la supervisione dell'Accademia e sei giunta al diploma con l'odierno direttore Maurizio Vanadia. Un tuo pensiero per entrambi?
Entrambi sono due grandi direttori, hanno creduto in me offrendomi delle occasioni importanti che mi hanno permesso di crescere, e per questo li ringrazio sentitamente.
Quali sono state le maggiori difficoltà nello scegliere lo studio della danza?
Non ho trovato difficoltà nello scegliere lo studio della danza, perché per me non è mai stato un peso ma un reale bisogno.
I tuoi familiari ti hanno da subito supportato in questo cammino professionale?
Sì, la mia famiglia mi ha sempre supportato nonostante la lontananza e le difficoltà che ci sono in questo lungo percorso.
Cosa ti lega con più gratitudine alla "Scuola Diaghilev" di Venezia e alla sua direttrice Francesca Siega, tua maestra per tanti anni?
Ho conosciuto Francesca Siega all'età di undici anni, ad un concorso a Roma. Ho visto come danzavano le sue allieve e ho detto ai miei genitori: "voglio imparare a ballare così". Con lei ho studiato per cinque anni, mi ha insegnato le basi della danza, la disciplina e l'impegno, senza i quali non avrei mai potuto affrontare un'Accademia, e mi ha dato l'opportunità di studiare con altri insegnanti di fama internazionale e di perfezionarmi in altre scuole in cui lei collaborava.
Ci racconti le maggiori emozioni del periodo di formazione, l'audizione per l'ammissione in Scuola di Ballo, le difficoltà, i Maestri, i primi eventi in palcoscenico?
Durante il mio periodo di formazione Francesca Siega mi ha portato in giro per l'Italia e all'estero. A me piaceva molto perché vedevo sempre posti nuovi e culture diverse, e metodi di studio diversi. Quando sono entrata per fare l'audizione alla Scuola di Ballo scaligera mi sono sentita a mio agio. Essendo entrata al sesto corso in un gruppo già consolidato ho avuto difficoltà ad inserirmi e a farmi conoscere per come sono. Con i Maestri mi sono sempre trovata bene. I primi eventi in palcoscenico con la scuola di ballo sono stati soddisfacenti. In particolar modo mi sono divertita parecchio ad interpretare il ruolo di una delle sorellastre in "Cenerentola". Ma l'emozione più grande è stato danzare "In the middle somewhat elevated" di Forsythe sul palcoscenico del Teatro alla Scala.
Chi ha determinato in maniera preponderante il tuo percorso artistico?
Ho appreso il più possibile da tutti i Maestri che ho incontrato, ognuno in modo diverso mi ha insegnato tantissimo.
Che rapporto nutri con lo specchio, strumento fondamentale per un ballerino?
Non ho paura del giudizio dello specchio. È uno strumento di lavoro che è utile ad un ballerino per potersi correggere.
Mentre con le scarpette da punta?
Con le scarpette da punta ho sempre avuto un brutto rapporto. Quando ero piccola non vedevo l'ora di indossarle ma crescendo e iniziando a lavorarci più spesso ho capito quanto fosse faticoso e difficile, ma pian piano e lavorando duramente sono arrivate le prime piccole soddisfazioni.
Quale ritieni sia la tua dote principale, il tuo biglietto da visita artistico?
Secondo me la mia dote principale è l'espressività e la presenza scenica.
Arrivi da Venezia, cosa ami particolarmente della tua città?
Della mia città amo l'arte, tutti i maestosi palazzi, le calli e i campi tipici, ma soprattutto il fatto che a Venezia non ci siano le macchine e che hai la libertà di girare a piedi.
Qual è stato lo spettacolo in Scala al quale hai assistito come spettatrice che ti ha emozionata?
Lo spettacolo che mi ha colpito di più è "Winterreise" sulla musica di Franz Schubert al Teatro alla Scala con le coreografie e i costumi di Angelin Preljocaj.
Secondo te, quali sono le qualità che una giovane ballerina deve possedere per avanzare nella carriera oltre naturalmente alla tecnica fine sé stessa?
Secondo me una giovane ballerina oltre alla tecnica deve essere umile, avere talento, studiare sempre e mettersi alla prova.
Quali sono stati i consigli più preziosi ricevuti dai tuoi Maestri scaligeri?
I consigli più importanti sono stati quelli riguardanti gli stili, i personaggi e i loro caratteri, i ruoli dei vari balletti.
Che clima si respira all'interno di una delle più celebri Scuole di Ballo al mondo?
È un luogo di studio dove c'è competizione e voglia di imparare per apprendere il massimo dagli insegnanti. Ma anche dove nascono belle amicizie!
Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto la danza, a livello personale?
La danza mi ha fatto maturare, diventare responsabile e autosufficiente. Scegliendola ho rinunciato al tempo libero ma a me questo non pesa.
Hai un modello, del presente o del passato, al quale ti ispiri?
Mi ispiro particolarmente ai ballerini del passato, ma non solo. Cerco di catturare il meglio da ogni danzatore.
Hai ballato già in celebri creazioni di straordinari coreografi. Nei tuoi desideri c'è anche, un domani, il creare o solo continuare ad essere una interprete?
Non ci ho mai pensato, per ora preferisco eseguire ed interpretare i balletti piuttosto che fare creazioni.
Cosa si prova ad entrare in scena sul mitico palcoscenico scaligero?
È uno dei palcoscenici più prestigiosi al mondo, è una grande responsabilità, ma anche una grandissima emozione e soddisfazione.
Con il Diploma dell'Accademia si chiude un'epoca e si apre la carriera professionale. Quali desideri hai oltre ad aver già conquistato un posto da aggiunta nell'attuale Corpo di Ballo della Scala?
Per ora desidero restare in Italia, perché è il mio paese d'origine, ed è pieno d'arte e di cultura. La compagnia del Teatro alla Scala è molto prestigiosa e all'interno si può crescere realmente e sono felice ed orgogliosa di farne parte in qualità di aggiunta. Poi in un futuro mi piacerebbe anche andare all'estero per intraprendere nuove esperienze.
Qual è l'aspetto che ti mancherà di più nel dire addio alla Scuola di Ballo scaligera e ai tuoi compagni di studi?
Mi mancherà il quotidiano, i Maestri, e tutte le persone che lavoravano all'interno dell'Accademia.
Ti ricordi il primo spettacolo di balletto o di danza che hai visto in televisione oppure a teatro?
Il primo balletto che ho visto è stato il "Lago dei cigni" acquistato in dvd presso l'edicola.
Mentre il libro di danza al quale sei più legata?
Sicuramente "I diari di Nijinsky". Non è un libro noioso, è una biografia, quindi storia e pensieri personali.
Oggi qual è l'aspetto che ti entusiasma di più nel far parte del "mondo della danza" da professionista?
L'aspetto che mi entusiasma di più è il fatto di mettermi ogni giorno alla prova.
Com'è stato danzare nel ruolo della Bayadera in Scala? Spettacolo che ti ha visto in scena per l'ultima volta nelle vesti da allieva al Piccolo Teatro Strehler di Milano, a pochi giorni dal diploma?
Danzare "La Bayadère" è stato impegnativo perché è un ruolo alquanto complicato ma anche ricco di soddisfazioni.
Mentre della coreografia di Frédéric Olivieri "Cenerentola" cosa ti ha colpito a livello tecnico ed espressivo?
In questa coreografia del Maestro Olivieri mi sono trovata a mio agio, anche se il carattere della protagonista non è nelle mie corde.
Con disciplina, rigore e studio hai raggiunto un obiettivo molto importante nella tua vita, qual è il tuo messaggio per i tanti giovani che sognano la professione e l'ingresso nel mondo della danza?
Per raggiungere un obiettivo bisogna studiare, credere in quello che si fa e non scoraggiarsi mai. Ci potranno essere dei momenti difficili ma bisogna avere il coraggio e la forza di andare avanti credendo sempre nei propri sogni.
Michele Olivieri