Mai modernizzare a metà: la modernizzazione a teatro.
di Beatrice Tavecchio
Three Sisters (Tre Sorelle) di Anton Chekhov, nella versione di Cordelia Lynn, regia di Rebecca Frecknall. Con Patsy Ferran (Olga), Pearl Chanda (Masha), Ria Zmitrowicz (Irina), Andrey (Freddie Meredith), Allan Williams (Chebutikyn), Peter McDonald (Vershinin).
Le tre sorelle è un dramma difficile da mettere in scena perché il tema principale, il suo personaggio nascosto, l'invitato di pietra, che tutto invade e informa è la noia, a cui fanno da contrappunto i pensieri filosofici dei vari personaggi sul significato della vita, sul come viverla, in cui il lavoro viene proposto come cura, e sul futuro delle prossime generazioni. Questo che presenta le preoccupazioni esistenziali di Cechov, scritto nel 1900, tre anni prima de Il giardino dei ciliegi, è un dramma molto più comprensibile nel suo contesto storico: prima delle rivoluzioni del 1905 e del 1917, ma già agitato da quelle aspirazioni di cambiamento che li presagirono. La classe media fatta di ufficiali dell'esercito e di professionisti come il dottor Chebutikin, il professore di ginnasio Kuligin, la sorella maggiore Olga che diventerà preside di una scuola e la sorella minore Irina che si darà all'insegnamento, insieme ad un unico rappresentante della piccola nobiltà il barone Tuzenbach, è messa al centro dell'analisi del drammaturgo. L'incapacità di questa classe di uscire dalla vita provinciale, dalla noia della loro esistenza, impersonata dal richiamo sospirato, dall'aspirazione di tornare a Mosca, trova espressione drammaturgica e pessimistica conclusione nel disfacimento progressivo dei personaggi i cui sogni si dissolvono come la stessa casa in cui vivono.
Three Sisters all'Almeida vorrebbe modernizzare il dramma, ma soffre di disequilibri di registro nei vari personaggi. A una Masha (Pearl Chanda) moderna nel suo portamento ed espressione vocale, fa eco una Olga -la bravissima Patsy Ferran famosa per la sua interpretazione in Summer and Smoke di Tennessee Williams (Sipario, marzo 2018 )- in carattere primo novecento, naturalistica e realistica.
All'interno di questi due registri, contemporaneo e primo novecento, anche l'interpretazione stessa degli attori contribuisce a marcare il senso di non approfondito. Il colonnello Vershinin (Peter McDonald), di cui s'innamora Masha, è talmente insipido da non rendere credibile il colpo di fulmine che abbaglia questa sorella. Inoltre, anche se da lodare è l'iniziativa dell'Almeida di dare spazio ed opportunità ai giovani, alcuni attori che sono alle prime armi sembrano incarnare di più la loro personalità di quella dei personaggi di Cechov, mentre altri tra cui Alan Williams (il dottor Chebutikin), la Ferran (Olga) e Freddie Meredith (il fratello Andrey), sono invece portanti e da ammirare.
Il problema principale, quello per cui questo spettacolo fa acqua, è la mancanza di un fermo contesto. Modernizzare questo dramma richiede di trovare un contesto equivalente e moderno in cui questi personaggi possano sembrare/essere plausibili ed una società annoiata, ma in balia di ripensamenti sul proprio esistere e sul come esistere. In Uk potrebbe essere l'enorme noia delle classi abbienti nei sobborghi ed in provincia, mentre per l'Italia Moravia e la borghesia romana vengono alla mente. Senza un contesto che dia fondamento ad una società credibile, il pubblico, nonostante tutte le buone intenzioni di "sospensione della credibilità" non potrà mai essere catturato dallo spettacolo.