I teatri chiusi e l’affollarsi in rete di performance, incontri, dibattiti sono i due volti di una medesima battaglia: la necessità di dire che, malgrado tutto, si resiste e si esiste, che il teatro è necessario. Questa sua necessità è insita nella cultura occidentale, il teatro è l’occidente, è la palestra delle idee, lo spazio in cui giocare il conflitto, è il luogo del rispecchiamento. È il tempo della festa, è lo sguardo aperto sull’eterno, sull’indicibile. Era catarsi per i greci, è rappresentazione di sé e dei propri riti per la borghesia e da sempre è pensiero agito. Il teatro che resiste è la metonimia di un’umanità che non vuole arrendersi alla barbarie, di un’umanità in cerca di contatto, è il respiro di un dire e di un fare. Perché il teatro è azione, è fatto, è parola incarnata, è corpo nello spazio, è contatto. Con questa consapevolezza piace leggere la determinazione dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nell’assegnare i Premi Anct 2020, nel farlo dal Teatro Mercadante di Napoli (città teatrale per eccellenza, insieme a Venezia), annuncio affidato alla pagina Facebook dell’associazione e al presidente dell’Anct, Giulio Baffi.
L’annuncio dei Premi ha tenuto fede ad un rito, ad un appuntamento che – tramite la votazione dei soci e il passaggio al vaglio delle preferenze da parte della commissione premi – cerca di raccontare ciò che di notevole, di premiale offre la scena e lo si fa – quest’anno più che mai – in parte svincolati dalla necessità della cronaca. Non mancano – e non potrebbe essere altrimenti – spunti offerti alla cronaca al limite della seconda chiusura dei teatri, come il premio Anct al giovane regista Leonardo Lidi il cui bellissimo Casa di Bernarda Alba è andato in scena sul limite del nuovo blocco delle attività di spettacolo dal vivo. E ancora il riconoscimento ad Antonio Latella per la sua direzione quadriennale della Biennale Teatro, racconta di una determinazione vera nel frequentare le semantiche del teatro e nel prospettare e immaginare il futuro, dando spazio e opportunità ai giovani artisti in un’opera di scouting per certi versi inedita per l’Italia. Ed in questa densità di pensiero piace inserire l’azione attoriale e drammaturgica che con grande potenza Enzo Vetrano e Stefano Randisi mettono in atto, premiati per A cirimonia, ma verrebbe da pensare anche al bellissimo Riccardo 3, la cui tournée è stata interrotta dal primo lockdown. E nella stessa matericità teatrale si pone il bellissimo Misericordia di Emma Dante, la regista palermitana si guadagna il premio dei critici teatrali per la densità concettuale e lo sguardo pietoso sulle fragilità umane che da sempre mette in scena e che in Misericordia trovano un suo perfetto distillato di poesia. L’arte attorale la fa da protagonista con la giovane Roberta Caronia la Giulietta degli spiriti di Valter Malosti, nella ripresa dello spettacolo che al suo nascere fu di Michela Cescon. Attori teatrali, squisitamente teatrali sono Giovanni Franzoni di cui l’Anct riconosce «un intero percorso artistico e professionale che lo colloca tra gli attori più sensibili e preparati del teatro italiano» e Mariangela Granelli, «attrice poliedrica, intensa, che ha raggiunto una maturità espressiva invidiabile».
Nella fluidità e nel gioco della ripetizione categoriale i due premi Anct alla regia vedono protagonisti Jacopo Gassmann «per il suo attento lavoro di proposte e messe in scena attente alla drammaturgia contemporanea» e Leonardo Lidi «regista piacentino innamorato dei classici che smonta e rimonta, riscrivendoli mescolando sapientemente cultura pop, gioco, follia e musica», cui si affianca Benedetto Sicca, «per la versatilità del suo lavoro e del suo impegno in territori e poetiche legate ad urgenze civili». L’arte della scenografia trova in Antonio Panzuto, il suo protagonista, «un artigiano e raffinato poeta della scena, pittore, scultore artefice di drammaturgie pittoriche create con materiali semplici», recita la motivazione del premio. I critici teatrali italiani mostrano inoltre di voler coniugare con forza l’agire teatrale con un impegno sociale e nelle condizioni di marginalità che accomuna alcuni dei premi assegnati a gruppi artistici. È questo il caso del riconoscimento a Puteca Celidonia, compagnia teatrale creata da sei giovani attori formati alla Scuola del Teatro Stabile di Napoli, gruppo compatto radicato nel territorio urbano del popolare Quartiere Sanità di Napoli ed esempio nazionale di originali progetti di spettacolo. Al coreografo Luca Silvestrini co-fondatore e direttore artistico dal 1997 della Compagnia londinese Protein, è andato il premio per il teatro/danza e per la capacità di esprimere una rinnovata sensibilità rispetto al disagio, alla disabilità, alla diversità, alla solitudine. In un contesto si sconfinamento fra arte e vita, teatro e impegno sociale si pongono i premi al Teatro delle Ariette, «gruppo storico ed eroico di teatranti e contadini che fondano nella concretezza materiale dell’esperienza e delle tradizioni della loro terra la loro voce teatrale», al Teatro dei Gordi, «per una sua poetica fondata su una grammatica scenica non verbale che si unisce a una dirompente fisicità e a un uso misurato delle maschere» e al festival Tutti matti per Colorno, «festival di circo contemporaneo e di teatro di strada che ha sempre saputo offrire spettacoli di alta qualità tra produzioni italiane e internazionali e in spazi diversi del paese dimostrando di essere straordinari ideatori e organizzatori di festival».
Il Premio Hystrio-Anct 2020 è stato assegnato a La Corte Ospitale di Rubiera, luogo magico dove molti artisti e giovani compagnie hanno trovato casa grazie a un sistema virtuoso di residenze e di produzione attento alla drammaturgia contemporanea e ai nuovi linguaggi della scena. Il Premio Catarsi- I teatri delle diversità – Anct 2020 è stato assegnato a Lech Maria Raczak regista, drammaturgo, sceneggiatore e studioso di teatro e Co-fondatore del Teatr Osmego Dnia nel 1964 a Poznan (Polonia) scomparso a gennaio scorso, e allo spettacolo Ulisse o i colori della mente del Teatro Popolare d’arte nel carcere di Gorgona in un tutt’uno per lo spettacolo, i protagonisti, il maestro guida/regista Gianfranco Pedullà, e il direttore del carcere, Carlo Mazzerbo che ha reso possibile questa attività. Il premio Paolo Emilio Poesio è andato invece a Milena Vukotic, artista e attrice di rara intensità, protagonista della storia contemporanea del teatro italiano, in grado di frequentare tutte le sfumature del mestiere dell’attore.
La consegna dei Premi Anct 2020 avverrà invece in presenza, nel corso di una cerimonia che si spera possa essere programmata nella prossima primavera a Roma ospiti della Rassegna nazionale di teatro in carcere Destini Incrociati. Ciò a conferma di come l’Associazione Nazionale Critici di Teatro veda nello spazio e nel tempo del teatro un’occasione per rifondare la socialità e la comunità, un aspetto non da poco in tempi in cui le parole d’ordine sono distanziamento sociale, divieto degli abbracci, limitazione delle relazioni. Tutto l’opposto del teatro. E che il teatro sia vaccino dell’anima, respiro oltre il Covid-19. Questo è l’augurio che si fanno i Premi Anct 2020.