In questi tempi di particolare difficoltà è la cultura a risplendere come la stella più chiara e a fornire gli strumenti che offrono speranza. Ne è un chiaro esempio l'ideazione del Premio Internazionale Ivo Chiesa – Una vita per il teatro che Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, ha voluto per omaggiare la figura di Ivo Chiesa. Direttore del Teatro Stabile di Genova dal 1955 al 2000, fondatore nel 1946 di “Sipario”, studioso, critico e cultore poliedrico delle scienze dello spettacolo, Ivo Chiesa ha rappresentato per il teatro italiano e genovese una figura di fondamentale rilievo. Il premio a lui intitolato, e le cui premiazioni si sono svolte in streaming il 22 dicembre scorso nella data che sarebbe coincisa con i cento anni dalla nascita, si è articolato in dieci categorie che spaziano dal futuro al presente del teatro e che toccano aspetti artistici e pratici della realizzazione scenica e sono state improntate ad un panorama vasto anche dal punto di vista geografico: dalla scena genovese e ligure all'orizzonte mondiale. Le scelte della giuria hanno saputo creare un percorso ragionato. La celebrazione e l'impronta di Ivo Chiesa hanno guidato la giuria, presieduta dal regista Marco Sciaccaluga e che si è avvalsa come segretario del critico teatrale Andrea Porcheddu, in scelte dal grande significato artistico ed emotivo. Così artisti, attori e registi emergenti ed affermati, ma anche coreografi e critici, pedagoghi e tecnici degli allestimenti hanno avuto premi e riconoscimenti alle loro creazioni. I vincitori dei premi, seppur provenienti da esperienze diverse hanno parlato partendo da una base emotiva simile. Il mestiere del teatro emerge come una creazione multiforme e talora sfuggente, ma sovente guidato dalla consapevolezza della necessità di un gesto che è prima artigianale e poi artistico. La passione guida chi realizza il teatro nella impalpabile creazione artistica e nel gesto concreto sul palcoscenico. É inoltre arte trasversale alle diverse pratiche e generazioni. Così si realizza la celebrazione di Ivo Chiesa e di quanti credono alla fondamentale funzione del teatro come esperienza singola e collettiva. A tale proposito valgono le parole di Eugenio Barba – vincitore del Premio Ivo Chiesa – La scuola – che vede il teatro come artigianato che trasforma la realtà quotidiana, bidimensionale, in un sogno che desti le energie, la rabbia, i desideri più nascosti nei singoli spettatori che vengono a teatro. È il teatro, nella lezione di artisti come Eugenio Barba, la sede delle emozioni e della libertà: un gioco, solo all'apparenza paradossale, di camuffamento per arrivare alla profonda conoscenza di sé stessi. La giuria è costituita da alcune figure artistiche e accademiche genovesi ed internazionali come Valerio Binasco, Carla Cannone, Livia Cavaglieri, Paola Donati, Umberto Fanni, Elena Gigliotti, Laura Marinoni, Alberto Mattioli, Cristiana Morganti, Laura Olivi, Claudio Orazi, Angelo Pastore, Elisabetta Pozzi, Margherita Rubino e Lyndon Terracini. Sono risultati vincitori dei premi: Andrée Ruth Shammah (Premio Ivo Chiesa – Una vita per il teatro); Simone Toni (Premio Ivo Chiesa – Il futuro del teatro); Marius Von Mayenburg (Premio Ivo Chiesa – Regia d'opera); ex aequo Dimitris Papaioannou e Virgilio Sieni (Premio Ivo Chiesa – Coreografia); Robert Carsen (Premio Ivo Chiesa – Regia d'opera); Gianluca Falaschi (Premio Ivo Chiesa - Visioni del teatro); Maria Angela Cerruti (Premio Ivo Chiesa – I mestieri del teatro); Guido Paduano (Premio Ivo Chiesa – Museo dell'Attore); Anna Laura Messeri (Premio Ivo Chiesa – Città di Genova); Eugenio Barba (Premio Ivo Chiesa – La scuola).
Gabriele Benelli