giovedì, 07 novembre, 2024
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Tornare a teatro per vivere un’ «Altra scena». La rassegna, diretta da Jacopo Maj, dal 1° ottobre al Filodrammatici di Piacenza. -di Nicola Arrigoni

Tornare a teatro per vivere un’ «Altra scena»
La rassegna, diretta da Jacopo Maj, dal 1° ottobre al Filodrammatici di Piacenza
di Nicola Arrigoni

Shakespeare, Molière e Goldoni in camice bianco ammiccano dalla brochure de L’altra scena, la rassegna di teatro contemporaneo curata da Jacopo Maj del Teatro GiocoVita di Piacenza che quest’anno festeggia i dieci anni. In tempi di pandemia i tre giganti della drammaturgia non possono che vestire i panni di dottori, dottori a cui affidarci per avere la medicina che ci rimetta in sesto. Il teatro che cura, il teatro che consola, il teatro che guarisce dal solipsismo a cui ci hanno costretto i tempi pandemici. Questo – verrebbe da dire – è quello che credono i teatranti e chi a teatro ci va o ci andava. Ora la scommessa è altra: ritrovare dentro di noi la voglia di tornare a teatro. «Sedersi a teatro oggi ha un valore più importante, ci riconcilia con la necessità di un pensiero fieramente lento disposto a condursi in stati d’animo meticci e inesplorati – scrive Jacopo Maj – ed è più che mai una scelta, perché ripartire non significa solo mettersi in moto ma anche distribuire il proprio tempo, dove stare e cosa fare». Il programma de L’altra scena è un programma impegnativo e molto denso nei contenuti e per le azioni che intende mettere in moto.
C’è potente la voglia di interrogare la nostra contemporaneità, non sull’abbrivio della cronaca ma guardando alla profondità della nostra inadeguatezza rispetto al tempo che viviamo, agli spazi che abitiamo. Così per questo viaggio non si può non munirsi di Atlante linguistico della Pangea, la proposta che venerdì alle 21 il Teatro Sotterraneo farà per andare in cerca di parole intraducibili in altre lingue che incapsulano stati d’animo, condizioni, descrivono situazioni che ogni cultura, ogni lingua esprime in maniera unica e intraducibile. E agendo il linguaggio, ecco che la parola segreta del mito avrà in Menelao del Teatrino Giullare (lunedì 4 ottobre) un’occasione non solo per raccontare la storia dell’uomo più ricco del mondo, sposo della donna più bella del mondo, re di Sparta e vincitore della guerra di Troia, ma anche per interrogarsi sul valore del desiderio, sul suo insorgere e declinare.
Con Casa Nostra di Riccardo Reina della compagnia Hombre Collettivo propone una riflessione sulla mafia, perché basta una vocale: da Casa nostra a Cosa nostra per fare in modo che quella casa che ci appartiene non sia più nostra, ma in balia di un noi che invade e risucchia. Mulino bianco – Back to the green future ha come obiettivo instillare gli interrogativi sulla permanenza dell’uomo sul pianeta: da quanto siamo qui? Quando scade il nostro contratto d’affitto? Esistono delle clausole nel contratto di locazione? Chi le ha redatte? Ed è ancora la casa, la casa Terra questa volta, ad essere protagonista sulla scena del Filodrammatici l’8 ottobre con i Babilonia Teatri. Queste domande saranno poste dai bambini, un interrogare noi adulti sul futuro del pianeta che ci chiede di metterci nei panni di chi nel 2050 avrà vent’anni, nel pieno della vita, in una casa sull’orlo del collasso.
Teatro al femminile l’11 ottobre con Farfalle di Emanuele Aldrovandi, pièce vincitrice del Premio Hystrio 2015 «per la bellezza di due personaggi femminili credibili, a tutto tondo, sapientemente tratteggiati con gusto contemporaneo». Il 12, 13 e 14 ottobre toccherà a Scoppiati di e con Giacomo Occhi, un allestimento nato all’interno del corso Animateria come lavoro di fine laboratorio e che Teatro GiocoVita ha voluto distribuire, chiedendo al giovanissimo autore e attore di portare a termine la storia di quel palloncino che giorno dopo giorno deve fare i conti con i sentimenti e con l’improvviso gonfiarsi per amore. La rassegna L’altra scena si concluderà con Ruyblas#Tuttieroi de Il Mulino di Amleto, una messinscena del romanzo di Victor Hugo, ovvero la storia di un «uomo che si ritrova a vestire un ruolo e dei panni non suoi riuscendo, grazie a questo, a realizzare al meglio le sue qualità». Una bella sfida, quella lanciata da Il Mulino d’Amleto che merita di essere accolta.
La chiusura della rassegna il 16 ottobre sarà il via alle celebrazioni dei 50 anni di Teatro GiocoVita sabato 16 ottobre con una mostra dedicata ai manifesti d’artista della compagnia piacentina, assolutamente capofila della tradizione del teatro delle ombre in Italia. Ma le attività legate al cinquantesimo di Teatro GiocoVita procederanno in dicembre con la presentazione di un volume che raccoglierà le testimonianze di quanti hanno avuto modo di incontrare l’arte della compagnia piacentina e nel giugno 2022 con una grande festa.

Ultima modifica il Sabato, 02 Ottobre 2021 23:45

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