Antonio Giarola è un uomo di spettacolo dotato di multiforme ingegno e di un’energia pressoché inesauribile. Una delle sue peculiarità – forse la principale per quel che ci riguarda – è la realizzazione di regie di spettacoli circensi ed equestri dove la traccia drammaturgica viene messa al servizio del gesto, della prodezza, del virtuosismo per valorizzarli, senza appesantirli come capita nel caso di qualche produzione assimilabile all’impalpabile categoria del c.d. circo contemporaneo.
Ecco quindi che, quando il lungimirante sindaco di Legnago si è chiesto come si potesse celebrare l’augusto concittadino Antonio Salieri nato nel centro del veronese già parte del “Quadrilatero Radetzy”, Giarola non ha avuto dubbi pensando subito a un contest che coniugasse l’arte circense e la musica classica. Una volta presa la decisione la sfida consisteva nel confezionare un prodotto che promuovesse il “circo d’arte” celebrando il compositore - ingiustamente vittima del pregiudizio cristallizzato nella pellicola di Milos Forman del 1984 - senza cadere in un’operazione calligrafica di mera giustapposizione delle performance circensi ai brani di musica classica.
Antonio Giarola ha quindi agito non solo da direttore artistico del festival selezionando i diversi “numeri” in concorso insieme alla coreografa Elena Grossule ma da vero e proprio regista capace di lavorare su ciascuna performance per renderla funzionale allo spirito del festival.
È facile comprendere come si sia trattato di un vero e proprio lavoro di riscrittura di ciascun numero in competizione individuando le giuste arie musicali da abbinare e, soprattutto, plasmando le diverse performance artistiche in modo che il tappeto sonoro si combinasse al meglio per dar vita ad un prodotto tutt’affatto nuovo rispetto a quello originale.
Il Principe Maurice, Gran Cerimoniere - Foto Flavio Michi.
La sfida cui accennavamo ha generato un risultato felice al di là di ogni aspettativa che ha tenuto insieme senza forzature il meglio dello spirito del circo classico, con la sua inesauribile forza ancestrale, e le vibrazioni di quello contemporaneo declinato senza alcun sussiego.
Qualificatissima la giuria tecnica che è stata chiamata a valutare le performance in cartellone tra il 23 e il 27 settembre: Pavel Kotov – direttore del casting per il Cirque du Soleil, Joseph Bouglione del Cirque d’Hiver, il Ministro della Cultura ungherese Peter Fekete, Thierry Outrilla del Moulin Rouge, Elena Petrikova del festival moscovita “Idol” tra i giurati presieduti dall’iconico Arturo Brachetti. Parallelamente ha lavorato anche una giuria della critica condotta dall’istrionico Roberto Bianchin già firma di Repubblica. Da ricordare che la kermesse è stata dedicata ad Alessandra Galante Garrone, scomparsa nel 2004 e già direttrice della Scuola di Teatro di Bologna che ha fondato nel 1976 e che ora porta il suo nome.
Alla fine unanime il giudizio che ha visto trionfare il diciannovenne belga Antony Cesar che ha emozionato tutti con le evoluzioni alle cinghie aeree sull’aria di “Vedrò con mio diletto” dall’opera Giustino di Vivaldi.
Due i “Salieri d’Argento” assegnati: uno al duo canadese/statunitense “Hoop” e l’altro al giocoliere russo Viktor Krachinov. I primi hanno impressionato con una performance al cerchio aereo limpida e tecnicamente di altissimo profilo sulle note di Ludovico Einaudi (anche il premio della critica è andato a loro) mentre il secondo – noto come il fratello Semen nel circuito dei circhi e varietà di prestigio – ha offerto una jonglerie di grande impatto condita da un pizzico di sfrontatezza che caratterizza questo artista sulla scena.
Uno dei bronzi è andato meritatamente all’italiana Sarah Togni, figlia d’arte di una delle più celebri dinastie circensi del mondo. Encomiabile quanto riuscito il suo sforzo di adattare le sue evoluzioni alla “ruota Cyr” sia agli spazi del palcoscenico del Teatro Salieri sia alle note di un Vivaldi poco noto al grande pubblico come quelle di uno dei concerti per viola d’amore. A Sarah è andato anche il premio speciale del “Club Amici del Circo”. In gara anche gli altri italiani Yuri e Veronica Caveagna nell’attrazione del brivido del lancio dei coltelli e tiri con la balestra e il verticalista Erik Triulzi, prodotto dell’ “Accademia d’Arte Circense” di Verona diretta da Andrea Togni.
Gli spettacoli di selezione e il galà sono stati condotti dal brillante Maestro di Cerimonie “Principe Maurice”, alias Maurizio Agosti, mentre l’opening è stato affidato agli allievi della scuola del “Piccolo Circo dei Sogni” diretta da Paride Orfei e Sneja Nedeva. Numerosi gli eventi collaterali tra i quali ricordiamo un convegno sul circo e la comunicazione, una mostra e diversi talk show con gli artisti.
Nel panorama del circo italiano, depresso dal lockdown pandemico i cui effetti hanno iniziato lentamente a diradarsi solo dall’estate, il “Salieri Circus Award” ha rappresentato una sorprendente ventata di nuova energia. Confidiamo l’iniziativa abbia un seguito negli anni a venire.
Francesco Mocellin