martedì, 05 novembre, 2024
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Addio Renato Palazzi, testimone gentile del teatro. Il ricordo di Nicola Arrigoni

Renato Palazzi Renato Palazzi

Addio Renato Palazzi, testimone gentile del teatro
Il ricordo di Nicola Arrigoni

«A noi, spettatori impudichi, è forse consentito di accostare l’orecchio a questo dialogo segreto, per cercare di coglierne sommessi sussurri ed echi lontani». Si chiude così la prefazione al quaderno pubblicato da Ubulibri che riporta le dodici lezioni di Scuola elementare del teatro che Tadeusz Kantor, tenne alla Scuola Paolo Grassi dal 25 giugno al 25 luglio 1986, il primo anno di direzione di Palazzi, incarico mantenuto per un decennio. Ed è con questa attenzione discreta, mai esibita, di lato, ma presente e viva che Renato Palazzi, scomparso domenica 7 novembre, esercitava la sua azione di testimone del teatro. C’era nel suo sguardo, nel sorriso timido e cortese una voglia di ascoltare, una propensione alla ricerca del teatro autentico che erano costanti e trovavano il loro compimento nell’atto di testimonianza, nel racconto scritto, nell’analisi e nel giudizio, a volte severo, ma mai sgarbato. Così piace ricordare Renato Palazzi che insieme alla sua Rossella entrava in sala come se chiedesse permesso, come se fosse una sorta di ospite inatteso, ma gradito. C’era nello sguardo verso la scena una naturale, istintiva propensione in avanti e in essa vi si avvertiva una sorta di involontaria e desiderata apertura fiduciosa perché quello che stava per accadere sul palco potesse avere la forza dell’inatteso, della sorpresa, non tanto per voglia di stupore, ma per mettere in crisi ciò che si sa, per promuovere domande nello spettatore e, dunque, anche in quello spettatore testimone che è un critico. Con Renato Palazzi viene meno uno degli ultimi testimoni della critica dei giornali cartacei, lui che aveva iniziato come vice di Roberto de Monticelli al Corriere della Sera e dal 1988 era critico del Domenicale de «Il Sole 24Ore». Palazzi si era formato negli anni irregolari e gravidi di fermento estetico e sociale del Piccolo Teatro di Paolo Grassi, occupandosi fra il 1968 e il 1972 soprattutto degli spettacoli realizzati per le scuole; erano i tempi del decentramento culturale, del teatro in fabbrica e nelle periferie. Fra i fondatori del Salone Pierlombardo, per un decennio direttore della Scuola Civica di Arte Drammatica, poi docente alla Bocconi e nel comitato scientifico del Progetto Être di Fondazione Cariplo. L’attenzione ai giovani gli era connaturata, è con autentica curiosità che Palazzi andava a vedere gruppi magari sconosciuti, in cerca di quel nuovo che potesse illuminargli lo sguardo, non una voglia di novità fine a se stessa, ma il desiderio di incrociare altri sguardi, altre visioni di mondo che potessero interrogarlo, porgli domande e dare il la all’analisi e poi al giudizio che non era mai una sentenza, ma una sorta di consiglio, quel consiglio che i maestri offrono ai loro allievi per farli crescere e metterli in condizioni di dare il meglio di quello che sono in potenza. Lo sporcarsi le mani di Palazzi era questo: vedere, testimoniare, analizzare, incoraggiare e, magari, in un dopoteatro informale, aprirsi a considerazioni di cui artisti e colleghi critici facevano tesoro. E che imbarazzo quando con sincera curiosità ti chiedeva: «E tu hai visto qualcosa di nuovo…». Segno di una voglia di sapere e di confronto reale e autentica, ma frequentata in punta di penna, come le sue recensioni: chiare, senza grandi giri di parole, senza sfoggio di erudizione ma con la chiarezza di chi padroneggia non solo la materia, ma sa vederne e coglierne i respiri più segreti, gli aspetti meno evidenti e portarli a galla con naturalezza per ritornare al lettore lo sguardo di quello spettatore un po’ insaziabile che è il vero critico. E allora ci mancherà il suo sorriso, la battuta ironica scambiata in foyer e quel suo affettuoso: «Ecco i cremonesi», lui che della terra di Tognazzi e Mina amava il buon cibo e la casa di famiglia. Ciao Renato, mi mancheranno i tuoi pezzi e il tuo modo garbato di raccontare il teatro.

Ultima modifica il Martedì, 09 Novembre 2021 07:38

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