A metà degli anni ’80 Messina aveva quasi trecentomila abitanti, calati il 31 agosto di quest’anno a 217.583 (dati Istat), rimanendo tuttavia la terza città della Sicilia, dopo Palermo e Catania, per numero di anime. A causa delle continue crisi economiche nel nostro Paese hanno chiuso parecchi Cinema (inutile la lunga lista che potrei fare contandone quasi 20), restando in vita al momento in cui scrivo soltanto cinque strutture, riferito agli edifici, mettendo fra parentesi il numero delle sale che si trovano al loro interno. Uci Cinemas di Tremestieri (11), Iris di Ganzirri (4), Apollo (4), Lux (diventato una Sala del Cineforum Don Orione) e Auditorium Fasola annesso al Cinema Apollo.
Non c’è da stare allegri neppure riguardo i Teatri perché il Teatro in Fiera (480 posti) inaugurato l’8 ottobre 1977 con Merli e Malvizzi di Biagio Belfiore con la regia di Andrea Camilleri, ha chiuso 20 anni dopo, nel 1997, venendo demolito adesso assieme a tanti altri padiglioni fieristici per fare posto (si dice e si augura) ad un grande parco attrezzato a verde con impianti sportivi e allungare così la già esistente bella Passeggiata a Mare con la Madonnina del Porto in faccia unitamente alle coste calabre. La storica Sala Laudamo (100 posti), ridotto del Vittorio Emanuele, ha visto transitare formazioni del calibro del Living e dell’Open Theater, con seminari di Susan Strasberg e spettacoli delle più importanti compagnie siciliane e nazionali, è stata restaurata di recente “per farla tornare agli antichi splendori”, così come ha voluto l’attuale dirigenza del Teatro, appellata governance (parola pronunziata a labbra chiuse a culo di gallina), di fatto per aprirla a concerti musicali e chiuderla alle compagnie teatrali. Il Teatro Romolo Valli di Via Palermo (500 posti) un tempo Cinema Garibaldi del tipo due-Kolossal-due, riaperto nel 1981 ha chiuso nel 1995, lasciando il posto alla speculazione edilizia. Il Teatro San Carlino (300 posti) una volta cinema Astra, riaperto nel 1981 per merito di Massimo Mollica ha dovuto chiudere pe sfratto nel 1993, trovando poi un altro spazio all’interno della “Città del Ragazzo” dandogli il nome di Teatro Pirandello (200 posti), anche questo chiuso nel 2006, perché sfrattato. Il Teatro Savio (400 posti) di Via Peculio Frumentario, di proprietà dei Salesiani, anche questo utilizzato come Cinema ha chiuso di recente e ha avuto vita breve pure il Clan Off Teatro (80 posti) di Giovanni Maria Curò e Mauro Failla, una vecchia officina ristrutturata, inaugurata con lo spettacolo Vina fausa di Simone Corso, (recensito su questo giornale) chiuso nel 2020 a causa della pandemia. Adesso i teatranti messinesi possono utilizzare altri spazi come il Monte di Pietà, o un’ala del Museo Regionale, oppure frequentare il centralissimo Vittorio Emanuele (mille posti), riaperto nel 1985 dopo 77 anni di forzata chiusura a causa del terremoto del 1908, i cui recenti programmi sono rivolti a vari generi musicali (concerti, opere liriche, musical) e poco al Teatro di prosa. C’è pure il Teatro Annibale Maria di Francia (315 posti fra platea e tribuna), dove vi operano varie compagnie siciliane con propri cartelloni di prosa e funziona a ritmi serrati il Teatro del Palazzo della Cultura (850 posti) intitolato ad Antonello da Messina, fornito pure d’un auditorium all'aperto da 250 posti, una biblioteca ed un centro espositivo sul terrazzo, situato però in uno dei posti più infami di Messina, il pericoloso Viale Boccetta, dove continuano a transitare a tutte le ore i Tir che vanno e vengono dal continente. Esiste da più di 20 anni un piccolo spazio periferico, in Via del Santo, denominato Teatro dei Naviganti (60 posti) di cui ci siamo occupati nel recente passato) diretto con intelligenza da Maria Pia Rizzo e un secondo spazio, anche questo periferico, il Teatro dei Tre Mestieri (70 posti) diretto da Stefano Cutrupi, mentre solo di recente Sasà Neri ha aperto un proprio spazio denominato, Teatro della Luna Obliqua (100-150 posti) giusto di fronte la Prefettura e quasi a contatto con la Passeggiata a Mare. In estate vengono utilizzati spazi alternativi come il Cortile Calapaj-D’Alcontres, l’Arena dell’Iris a Ganzirri, Il Giardin Corallo e l’Horcynus Orca di Capo Peloro, in uno spazio mitico dello Stretto tra Scilla e Cariddi.