Il teatro è uno straordinario collante comunitario, il teatro è uno strumento per creare relazioni, incontrare l’altro, costruire il confronto, risolvere i conflitti. Di questo, da sempre, sono convinti Stefano Pasquini e Paola Berselli, ovvero il Teatro delle Ariette. E questo accade non solo e non esclusivamente nei loro spettacoli, nella genesi del loro teatro in cui la convivialità, l’appartenenza a un territorio, la memoria come collante la fanno da ingredienti drammaturgici, ma è evidente anche laddove l’azione del teatro sembrerebbe la cosa meno indicata a processi di carattere amministrativo/politico. Di questo racconta Territori da cucire 2015-2022 di Laura Bevione e Raffaella Ilari che con grande precisione e stoffa da croniste raccontano l’impegno del Teatro delle Ariette per il Comune di Valsamoggia, invenzione amministrativa. «Il primo gennaio 2014 nacque infatti il comune di Valsamoggia, poco più di trentamila anime in provincia di Bologna. Un’entità amministrativa artificiale e dispersa, frutto della fusione di cinque comuni certo contigui ma con soluzione di continuità fra i rispettivi centri abitati: Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno», scrive Bevione. L’inaugurazione della fabbrica di Philip Morris a Crespellano e il nuovo casello autostradale di Valsamoggia sulla A1 Milano-Napoli ridefiniscono il territorio e lo proiettano in una prospettiva di sviluppo e attivismo imprenditoriale, caldeggiato dalle amministrazioni e dai nuovi soggetti imprenditoriali. A fronte di tutto ciò c’è necessità di conservare e reinventare al tempo stesso il senso di appartenenza a quel territorio, fare in modo che il comune di Vaslsamoggia non sia sono una definizione amministrativa ma abbia un respiro comunitario, sia luogo di uomini e donne.
È con questa sensibilità che il Teatro delle Ariette porta avanti il progetto di teatro di comunità Territori da cucire, un percorso pluriennale che utilizza il linguaggio del teatro, la partecipazione attiva dei cittadini, occasioni laboratoriali e inviti conviviali, la proposta degli spettacoli della compagnia come la produzione di nuovi lavori, nati dalla vertigine dell’Odissea di Omero, piuttosto che La tempesta di Shakespeare o ancora Lo straniero di Camus. Il Teatro delle Ariette parte dalla propria appartenenza a quel territorio, dall’avere lì la propria attività di contadini/attori, parte da Teatro da Mangiare che ha portato Stefano Pasquini e Paola Berselli a girare l’Europa. Intorno a quel tavolo, alle storie che si raccontano mentre si prepara il cibo ai convitati parte il progetto pluriennale di Territori da cucire con l’obiettivo di «raccontare il territorio e i suoi abitanti, di proporre una riflessione sul tema della relazione fra piccolo e grande, locale e globale individuale e sociale, partendo dai cittadini (che diventeranno coprotagonisti della creazione artistica) e dalle loro storie, paesaggio umano da cucire». Il teatro, la documentazione video, le occasioni di convivialità, l’intreccio fra le diverse comunità, la pausa della pandemia e il ritorno degli animali/uomini in piazza, lo riscoprire il piacere di vedersi, toccarsi sono alcuni degli aspetti che Bevione e Ilari raccontano, documentano con scrupolo e attenzione ai processi, al racconto dell’evoluzione di un progetto che dimostra come il teatro possa essere collante di comunità.
La scansione del volume dimostra la volontà delle due autrici di mettersi al servizio di quanto accaduto, di fare memoria di un’esperienza di comunità che dimostra come le innovazioni amministrative, la razionalizzazione delle municipalità non vogliano dire necessariamente omologazione delle identità. Per questo Bevione e Ilari partono dai dati di fatto, raccontando la cronaca e il susseguirsi delle edizioni di Territori da cucire dal 2015 al 2022, per poi dare voce ai protagonisti in una serie di dialoghi che fanno da testimonianza diretta del pensiero e delle azioni messe in campo dal Teatro delle Ariette. La sezione Riflessioni è invece dedicata a sintetici affondi teorici, conclusioni di pensiero sul percorso fatto. Completa il volume la teatrografia, un ricco apparato iconografico: ovvero i dati oggettivi di un percorso raccontato col cuore e che dimostra come il teatro sia uno strumento di coesione sociale che ogni volta stupisce e conferma le proprie radici nella terra in cui feconda la migliore umanità.
Laura Bevione, Raffaella Ilari, Territori da cucire 2015-2022. Un progetto del Teatro delle Ariette per la comunità, Titivillus, Corazzano, Pisa, 2023, pagine 160, euro16.