venerdì, 08 novembre, 2024
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Alla Peggy Guggenheim  “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere”, 13 aprile – 16 settembre 2024. -di Valeria Ottolenghi

Jean Cocteau - Oedipus, 1951 Jean Cocteau - Oedipus, 1951

Orfeo e Cocteau: come in un specchio 
Ispirazione classica e sensualità, disegnatore, regista, poeta, Jean Cocteau a Venezia
Alla Peggy Guggenheim  “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere”

Nel testo teatrale del 1925, alla penultima scena, quando il Commissario interroga Testa di Orfeo e gli chiede il nome, la risposta è “Jean Cocteau” - e in un istante scompare! Prodigio?! Poco dopo - e siamo alle ultime battute - finalmente ha luogo quel pranzo più volte interrotto. Il tempo di una preghiera:  “Vi ringraziamo di avermi salvato perché adoravo la poesia, e la poesia siete voi. Così sia”. Una straordinaria dichiarazione di poetica: Orfeo il doppio di Cocteau (e viceversa: anche lo specchio è elemento rilevante), la poesia unica divinità possibile, da “adorare”, senza dimenticare l’aspetto del mistero (già: i riti orfici!) e - per quanto in questo testo Euridice sia a tavola, sottratta alla Morte, insieme al vetraio (ma di cosa sono fatti gli specchi?) Heurtebise - si ricorda la scelta drastica di Orfeo al ritorno, solo, dall’Ade. Così Ovidio: “fu lui a insegnare ai popoli di Tracia a volgere l’amore verso i teneri maschi e a cogliere i primi fiori dell’adolescenza - la breve primavera della vita”. 

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Jean Cocteau. Philippe Halsman, Magnum Photos

E nella ricca mostra “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere”, aperta fino al 16 settembre alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, tutti questi elementi ritornano nelle più varie forme, il legame con la classicità - maschere, capitelli e certi profili, Orfeo infinite volte, ma anche Antigone ed Edipo - la fiaba quasi mito con non pochi incantesimi (“La bella e la bestia”, a cui ha poi ampiamente attinto anche Walt Disney) - e il desiderio che si rivela nel disegnare falli e peli pubici, capaci fors’anche di accendere così, matita in mano, il piacere, una sensualità che del resto attraversa molte opere anche del tutto prive di caratteri espliciti, vibrazioni speciali. Come immagine della mostra, a rendere subito evidente la natura di multiforme ingegno, un Jean Cocteau, ritratto realizzato nel 1949 per la rivista Life da Philippe Halsman, dalle numerose mani in movimento, senza che si esauriscano le sue molteplici competenze artistiche, scrittore, regista, creatore di moda e gioielli, pittore, critico - e ancora e ancora. Il percorso espositivo riesce, con oltre centocinquanta lavori esposti, libri, fotografie, film, opere grafiche, a mostrare, nella varietà dei linguaggi in cui Cocteau si è messo alla prova, anche la ricerca estetica che lo guidava, non importa se tra contagi sparsi di cubismo, surrealismo, dada, e quant’altro, e i motivi dominanti, la classicità e la pulsione erotica, lo sperimentalismo inquieto e il gusto della mondanità.

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Jean Cocteau orpheus mirror 1960.

Lo specchio è oggetto caro ai pittori: molti gli esempi riportati da Jurgis Baltrušaitis nel bel volume dedicato proprio a questo oggetto, riprendendone anche i valori simbolici. E spesso nella vanità dello specchiarsi si intravede l’immagine inquietante della morte. Frequente questo legame anche in molte superstizioni popolari.

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Jean  Cocteau poetry 1960

Ed è con i guanti dimenticati dalla Morte nel suo appartamento che Orfeo potrà attraversare lo specchio nel tentativo di andare a riprendere Euridice: nei film realizzati più tardi, si vede lo specchio liquefarsi, oppure Orfeo entrare nell’aldilà quasi con un tuffo, i piani orizzontale/  verticale confusi. Ma, in una sorta di gioco letterario, nel testo di Cocteau vengono citate anche le Baccanti, che nel mito saranno coloro che al rifiuto di Orfeo di consolarsi con altre donne, lo faranno a pezzi. No, non in quest’opera che, tra molte magie, ha anche carattere familiare, alla fine tutti a tavola. Ma certo il magico cantore, alter ego, avatar di Cocteau, assorbe in sé i caratteri apollinei e dionisiaci. Un ribelle, un sovvertitore della natura: fa muovere gli alberi e osa immaginare che si possa tornare dal regno dei morti. Follia!

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Jean Cocteau - mask for antigone 1923

Orfeo è ripreso infinite volte in dipinti, sculture, fonte d’ispirazione per opere letterarie, e - inevitabilmente - musicali. Con Cocteau specchi, disegni, regie cinematografiche in nome di Orfeo, quasi un’ossessione. Ma anche un gioco, un divertimento, una cifra estetica: è lo stesso Cocteau a disegnare la spada per la sua elezione all’Académie Française, l’impugnatura con il profilo del mitico cantore. in cima la lira, creazione Cartier, ornata di pietre preziose.

Valeria Ottolenghi     

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Antoine Pividori Collection Cartier  Cartier Vue 4 Lame entiere                                                                               

Titolo: “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere”
Sede e date: Collezione Peggy Guggenheim, 13 aprile – 16 settembre 2024
Curatore: Kenneth E. Silver, storico dell'arte presso la New York University
Orario: 10 – 18, chiuso il martedì
Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. /041.2405411 www.guggenheim-venice.it
Biglietteria: Tel. 041.2405440/419 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ultima modifica il Martedì, 23 Luglio 2024 17:07

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