CLUJ NAPOCA
IL FESTIVAL "INTERFERENCES" 2018
Tra scene e canzoni stile facèto
uno spettacolo sul patriottismo
di Mario Mattia Giorgetti
Già all'entrata in teatro, abbiamo visto un'ampio telone con lo stendardo della Serbia dominare l'intera scena del palcoscenico. Poi ad inizio spettacolo tre proiezioni alternate hanno proiettato nei singoli spazi i colori della bandiera e di colpo scendere in basso scoprendo un personaggio che arringava al popolo i valori della patria, del patriottismo della nazione. Poi su una sentina di sedie su cui spiccava una icona di Cristo si sono seduti i personaggi del popolo, ricchi mercanti in dissesto, che di lì a poco osannavano le loro coccarde e da lì in poi è stato un susseguirsi di scene collettive alternate da cori cantati.
I cambiamenti di scena avvenivano quando gli attori allineati e frontali al pubblico si esibivano nei canti, accompagnati da un minuscolo complesso orchestrale collocato sul fondo scena.
Molte sono state le scene in cui i personaggi si cambiavano per dare luogo a scene diverse tutte centrate sui conflitti tra Serbia e Paesi a lei ostili, sopratutto da parte dell'Ungheria. Paesi ostili alla sua indipendenza.
Come definire lo spettacolo? Certamente non appartiene ai classici canoni: né Commedia, né Dramma, né Tragedia. Solo un teatro-documento farcito di canzoni patriottiche, dal sapore satirico, il cui autore è l'osannato Jovan Sterija Popović (1806-1856). Più che una rappresentazione di una storia drammaturgicamente costruita, sembrava un manifesto recitato satiricamente sui principi di patriottismo. E dove il simbolo araldico e bandiere della Serbia hanno dominato per tutto l'arco della rappresentazione. Questa è l'interpretazione che noi abbiamo raccolto.
La regia di András Urbán, le scene di Miraš Vuksanović, costumi di Marina Sremac, sono stati ligi al dovere del messaggio da trasmettere: la critica al patriottismo.
Certamente uno spettacolo corale para-nazionalista, dove gli attori hanno lavorato con lena e impegno tanto che il numeroso pubblico del Teatro Ungherese gli ha tributato una accoglienza sentita ma di cortesia.
JOVAN STERIJA POPOVIĆ: THE PATRIOTS
National Theatre in Belgrade, Serbia
November 26 19:00 - Main Hall
Žutilov: Slobodan Beštić
Nančika: Anastasia Mandić
Milčika: Suzana Lukić
Šandor Lepršić: Pavle Jerinić
Mrs. Zelenić: Nela Mihailović
Šerbulić: Hadži Nenad Maričić
Smrdić: Nikola Vujović
Gavrilović: Zoran Karajić
Nađ Pal: Branko Jerinić
Skoroteča: Bojan Krivokapić
Director and set design: ANDRÁS URBÁN
Director's assistant and dramaturgy: Suzana Vuković
Dramaturgy: Slavko Milanović
Costume design: Marina Sremac
Composer: Irena Popović Dragović
Speech coach: Ljiljana Mrkić Popović
Movement: Tamara Antonijević
Set design: Miraš Vuksanović
Executive producer: Milorad Jovanović
Organiser: Jasmina Urošević
Director's assistant: Maksim Milošević
The lyrics of songs used within the performance by Jovan Sterija Popović, Đura Jakšić, Jovan Hadžić and Stevan Vladislav Kaćanski
Prompter: Gordana Perovski
Stage manager: Aleksandra Rokvić
Make-up: Dragoljub Jeremić
Light operator: Srđan Mićević
Set crew chief: Zoran Mirić
Sound operator: Tihomir Savić