Rifiuto
Salvatore Sciarrino, Stefano Jacoviello
S. Maria della Scala 23 luglio 2019
Omaggio a Salvatore Sciarrino. Quartetto Prometeus (Associazione Dante Alighieri di Siena-Chigiana)
Teatro dei Rinnovati 24 luglio 2019
Concerto del Corso di
COMPOSIZIONE
(Salvatore Sciarrino docente)
Quartetto Prometeo archi
Matteo Cesari flauto, Paolo Ravaglia clarinetto
Pal. Chigi Saracini 26 luglio 2019
Arrivare alla Chigiana è ancora oggi sapere di entrare in un luogo rappresentativo. È il luogo in cui per anni e anni, da Casella in poi, la musica doveva assumere un ruolo culturale e di ricerca. Soprattutto su quello che è contemporaneo, che è quindi nuova produzione. Per anni e anni quindi la Chigiana è stata una fucina di insegnamenti di alti livelli. Per anni alla Chigiana sono arrivati e arrivano fior di musicisti. Ma una classe rimane sempre fedele all'idea originaria di Alfredo Casella che era strettamente e logicamente legato alla classe di composizione. Nel corso degli anni la ricerca contemporanea è stata portata avanti da diversi compositori fino ad arrivare a qualche anno fa (2013) quando fu chiamato a tenere le lezioni Salvatore Sciarrino. Ora per chi ancora non sapesse del valore di Sciarrino c'è solo da dire che è un non sapere tipicamente italiano poiché il maestro siciliano è riconosciuto tale in tutto il mondo e nella nostra terra ogni tanto ci si dimentica di chi ha deciso di rimanere per insegnare il proprio sapere e formare nuovi uomini di intelletto compositivo. Sciarrino pertanto per Siena e per la Chigiana è un giusto lustro; egli rappresenta ad oggi uno dei pochi compositori che sanno coniugare i tempi dell'evoluzione compositiva. La sua permanenza alla Chigiana produce una serie di giovani idee su cui lavorare e soprattutto, grazie alla sua innata e dotta sapienza educativa, Sciarrino riesce a trasmettere da convinto didatta il proprio sapere. Certo non è facile insegnare a comporre, insegnare cioè come mettere le mani e le idee su un foglio di carta (o meglio oggi si scrive al computer usando Sibelius o altro). È sicuro però che dalle mani di Sciarrino, chi naturalmente riesce a farne propria risorsa interiore, ne esce diversamente motivato e competente. A Siena Sciarrino ha ricevuto un sentito omaggio dalla Dante Alighieri che ha voluto così coniugare la mostra dedicata ad un altro genio pittorico come Piero Sadun ad un concerto con le musiche del maestro Sciarrino. Impeccabili ad eseguire il Quartetto Prometeo che nel ridotto del Teatro dei Rinnovati di Siena, ha tenuto a battesimo una nuova trascrizione delle Sonate di Domenico Scarlatti operate da Sciarrino. Pertanto il Quartetto ha eseguito alcune Sonate tratte dall'"Esercizio della stravaganza" di Domenico Scarlatti mentre il violoncellista Francesco Dillon ha eseguito con una forza interiore di notevole intensità "Ai limiti della notte " (1979) che ha così mostrato l'intensità della profondità del compositore. Poi Sciarrino ha portato nella Sala del Palazzo Chigi i suoi alunni in un concerto dove, grazie alla grande musicalità degli esecutori è stato possibile comprendere quello che potrebbe essere ancora scrittura musicale. Il senso qual è di insegnare ancora a scrivere musica? Probabilmente nella epoca del tutto veloce, tutto subito e tutto e basta, riuscire ad indurre nei giovani compositori la compiutezza di una logica compositiva è talmente importante per far si che non si chiuda la creatività compositiva. Essere mentore oggi è cosa difficilissima, convincere chi non sempre è convinto del proprio fare è altrettanto complicato. E' quindi possibile riuscire ancora a credere al futuro? Certamente si ed è la riprova del saggio senese. Gli iscritti provengono da diversi punti del pianeta terra. Alcuni italiani, orientali e poi Canada e Australia e Spagna. Da tutti loro è nato un componimento rispettoso a volte si e a volte no sia delle regole che dell'ideologia contemporanea. Quello che rimane nella memoria è vedere coloro che si pensano nel proprio futuro il futuro dell'umana scrittura, forse vicini o lontani dalle strade maestre, ma conta esserci e di riuscire a narrare qualche cosa che bene o male parli di se. Soprattutto quando una nenia talmente dolente affidata alla viola permette di comprendere che c'è ancora chi ha una scrittura che va ben oltre la teoria e usa il proprio io interiore per dare una parte di se, oltre i virtuosismi, oltre il movimento delle parti. Ed è questo che testimonia come il lavoro di Salvatore Sciarrino abbia comunque trovato terreno fertile. L'esecuzione del Quartetto Prometeo ha dato ancora più valore a quello che è stato scritto. Soprattutto quando hanno creato sestetto con l'intervento di Matteo Cesari e di Paolo Ravaglia: incredibile l'equilibrio fra di loro e la simbiosi che ben coniugava nel senso del quartetto (per non dimenticare il solo per clarinetto di Ravaglia). Infine di Sciarrino concludiamo pensando che in un tempo diverso, in un paese diverso un Maestro dovrebbe essere tenuto come un fondamentale punto di riferimento. E con la carenza enorme di Maestri, bisognerebbe sapere che Salvatore Sciarrino sa di essere se stesso, maestro del futuro e attento, attentissimo al proprio e altrui futuro vivibilmente possibile.