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FESTIVAL DELLO SPETTATORE 2019 - AREZZO: "La semplicità ingannata", di e con Marta Cuscunà. -di Pierluigi Pietricola

"La semplicità ingannata", di e con Marta Cuscunà. "La semplicità ingannata", di e con Marta Cuscunà.

La semplicità ingannata

di e con Marta Cuscunà

co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
anteprima stagione Kanterstrasse
Festival dello Spettatore 2019 – Arezzo
Auditorium Le Fornaci, Terranuova Bracciolini 4 ottobre 2019

A cosa può condurre un'imposizione! Forzare gli altri a rinunciare ai propri desideri senza che la violenza sia manifesta, facendo in modo che tutto appaia spontaneo, come la sola ed unica realtà che esista e ogni alternativa bandita perché neppure presupposta. Ecco il tema che Marta Cuscunà si è proposta di affrontare con lo spettacolo La semplicità ingannata.
La storia in sé è limpida, e sembra uscita dalla penna di un antenato di Manzoni. La vicenda è ambientata a Udine e per scena ha il convento delle suore Clarisse del monastero di clausura di Santa Chiara. Qui come altrove tante ragazze, per non mettere le rispettive nobili famiglie di origine in difficoltà a causa di un aspetto fisico non così avvenente e un carattere non del tutto docile e incline alla silenziosa obbedienza, vengono instradate, con melliflua coercizione, alla vita conventuale. Entrate nella fredda comunità delle suore, le bambine ricevono un'istruzione elementare a favore di un'educazione dedita a lavori manuali. E questo perché la donna, come si credeva nel Cinquecento, non ha facoltà tali da consentirle di pensare e riflettere e, quindi, conoscere il più possibile. D'improvviso ecco accadere qualcosa d'inatteso. Queste ragazze, ormai ordinate suore, condividono tutte un desiderio: non piegarsi alla inetta vita conventuale. Comprendono che oltre alla preghiera, ai lavori quotidiani da disbrigare ed agli esercizi spirituali, esiste molto di più: la conoscenza da accrescere, le facoltà intellettuali da coltivare. Ma come fare? Non possono uscire dalle mura del convento. Apparentemente sembra non vi sia alternativa. Ma ecco la soluzione: attuare questa rivoluzione dall'interno della clausura. Mediante astuti stratagemmi, le suore si procurano libri di alchimia astronomia e scienza varia. In brevissimo tempo il monastero delle Clarisse di Udine diviene un centro culturale dove altre bimbe vengono mandate dalle loro famiglie per ricevere un'istruzione superiore alla media. Le voci circolano e fanno presto a giungere alle porte dell'Inquisizione. Le suore vengono accusate di eresia ma verranno assolte per insufficienza di prove. Tuttavia sarà la storia a condannarle. Il Vaticano provvederà a separarle mandandole in conventi diversi e ad occultare ogni documento che le riguarda: testimonianze di una sana rivolta femminile condotta con la sola intelligenza in tempi tutt'altro che sospetti.
Unica protagonista sul palco, Marta Cuscunà ha dato vita a un monologo ben condotto, mostrando abilità vocale nel caratterizzare i vari personaggi protagonisti della storia. Sue compagne di scena: una serie di marionette (raffiguranti le suore rivoluzionarie e il perfido, stupido inquisitore) tutte dalle espressioni caricaturali che l'attrice muoveva con ironia, piglio vezzoso e moderata immedesimazione.
Mutatis mutandis si può dire che La semplicità ingannata sia un piccolo Mistero Buffo al femminile, un modello di teatro che restituisce voce e dignità a donne eminenti ingiustamente dimenticate.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2019 19:52

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