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TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, 72° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI, 19 settembre - 27 ottobre 2019: "DALLA PARTE DI ORFEO – LA TRAGEDIA INNOCENTE", regia Giovanna Cordova. -di Francesco Bettin

"Dalla parte di Orfeo - La tragedia innocente", regia Giovanna Cordova. Foto Roberto De Biasio "Dalla parte di Orfeo - La tragedia innocente", regia Giovanna Cordova. Foto Roberto De Biasio

DALLA PARTE DI ORFEO – LA TRAGEDIA INNOCENTE
di Giovanna Cordova
coreografie e movimenti scenici Silvia Bennett
regia di Giovanna Cordova
con Tommaso Zavan, Paola Zuliani, Filippo Valese e i giovani attori di Tema Cultura Academy
Training attoriale Caterina Simonelli
Luci di Alice Colla
Produzione Tema Cultura
VICENZA, teatro Olimpico, 72.mo ciclo di spettacoli classici, 20 ottobre 2019

Terzo e ultimo degli spettacoli inscenati dai giovani e impeccabili attori di Tema Cultura Academy, inseriti con i loro progetti nel ciclo di spettacoli classici al teatro Olimpico del Palladio, a Vicenza, Dalla parte di Orfeo attraversa il mito dell'eroe poeta e artista che ritroverà la sua Euridice, in un mondo non palpabile qui chiamato casa, dove il coro di anime, i morti, sono in qualche modo gestiti da una specie di dandy che li sberleffa, certo non li ama, li dileggia, non li ascolta. Qui giunge Orfeo, a sua volta poco considerato dal dandy luciferino (vestito con un cappotto di pelle nera, pantaloni di pelle rossa e a torso nudo). Orfeo è per tutti l'eroe, il vero eroe? Se lo chiedono, e gli viene chiesto, soprattutto il confronto viene fatto citando alcuni mestieri o personaggi del mondo d'oggi, come Batman e Harry Potter, gli influencers e gli youtubers, la Ferragni e Kim Kardashian, a quel che sembra i nuovi eroi giovanili, sempre se così li vogliamo chiamare naturalmente. E quel gestore di casa, spavaldo e inquietante viene circondato dal coro, che lo ammonisce finalmente, tu ascolti e noi parliamo. I giovani attori si muovono sulla scena come fossero interpreti consumati, persino i più piccoli e ancora una volta ha visto bene Giancarlo Marinelli, direttore artistico al suo primo anno della rassegna vicentina, a volere un progetto così ben sviluppato, fatto di tre spettacoli, l'Apologia di Socrate, Ecuba: Ares, il dio della carneficina e questo su Orfeo ed Euridice. E nel proseguimento il tema rimane. Orfeo eroe vero o no? Un eroe senza meritarlo, forse? E ognuno del coro fa suo un concetto d'eroe, ammonendo comunque Orfeo di essere un artista innamorato di se stesso fino all'ossessione. Ma perché ti sei voltato, Orfeo, viene da chiedere anche da parte nostra, dissolvendo la tua Euridice? Che, forte del suo amore pieno comunque lo raggiunge, e si materializza nella sua bellezza e dolcezza declamando con tutta convinzione, che tutte le anime darebbero qualsiasi cosa per tornare nel mondo dei vivi. Pensieri lucidi, provati, coerenti, e ammirevoli, che danno monito al suo eroe comunque per sempre. E' un amore commovente quello tra i due giovani. Fu infatti per amore che si voltò Orfeo, e per lo stesso sentimento la sua sposa lo omaggia e lo conforta, ricordandogli d'avergli regalato un pezzo di vita in più. E' un'apologia dell'amore, quella che termina lo spettacolo, che nonostante qualche piccola forzatura coreografica nel complesso risulta opera affascinante, degna senza ombre di essere rappresentata in uno dei teatri più conosciuti e prestigiosi del mondo da una trentina di giovanissimi entusiasti, rigorosi con se stessi, rispettosi del luogo, dello spazio, del pubblico. Cose non da poco per chi si sta avvicinando al teatro con energia e struggente partecipazione. Emozionante infatti vedere anche il pianto liberatorio di uno dei giovani ventenni dinanzi agli appassionati applausi.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Ottobre 2019 20:03

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