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Festival Internazionale di Cinema, La Biennale di Venezia 70: VIA CASTELLANA BANDIERA di Andrea Pizzalis

Via Castellana Bandiera di Emma Dante Via Castellana Bandiera di Emma Dante

Venezia 70 In concorso
VIA CASTELLANA BANDIERA
di Emma Dante
con Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Daniela Macaluso.
(Italia / Svizzera / Francia 2013, drammatico 90′)

Riemerge un ricordo mentre il film scorre nella Sala Grande del Lido di Venezia. Ritorna a galla mentre la telecamera insiste attraverso il parabrezza dell'automobile, silenziosa come una bolla di vetro nel cuore di Palermo; una considerazione della stessa regista che una volta espresse riguardo a Carnezzeria, punto di riferimento all'alba della sua teatrografia. 
Raccontava di aver preso spunto, nel realizzare l'opera, dall'osservare una mosca intrappolata in un bicchiere, sottolineando quanto semplice potesse essere il gesto per liberarla o, al contrario, di come potesse essere rapido e indolore mettere fine alle sue pene con un colpo secco sul tavolo.
 Eppure è quello stallo a creare il nodo drammaturgico, quel meccanismo che si è incastrato e che genere una gelida crudeltà, che forza le pareti dell'apparenza e lascia che emergano gli intonaci vivi tra le croste. 
Emma si dichiarava attratta da quella tragica immobilità che scardinava il naturale movimento degli eventi. Un western dell'anima, in cui il singolar tenzone, spesso, è in primo luogo uno schiaffo lanciato contro sé stessi, contro la propria pietà, contro le strutture del proprio guardare, non solo ciò che è rivolto all'esterno ma, specialmente, la vertigine del sapersi padroni delle proprie scelte. 
Via Castellana Bandiera è una strada di Palermo, un budello che sfrigola sotto il sole con la stessa persistenza delle stigghiole incenerite sulle braci di piazza dell'Olivella. È una strozzatura, un ridicolo scherzo nella progettazione urbana per cui una via a doppio senso non riesce a smaltire, contemporaneamente, il passaggio di due macchine.
Via Castellana Bandiera è soprattutto lo scontro di due donne al volante, Rosa (Emma Dante) e Samira (Elena Cotta), anziana donna albanese, inconsolabile per la morte della figlia, piloti, ognuno a proprio modo, di un'esistenza ingabbiata, costretta e immobilizzata come loro all'interno del veicolo, al medesimo modo di quella mosca che si dimenava nel bicchiere, nella tenace disperazione di aprirsi un varco. 
Una mattina che si riversa in un'insondabile notte, nel punto più oscuro di quell'ostinato riconoscersi l'una nello sguardo dell'altra, nel non voler lasciare il passo, nel feroce bisogno di affermare la propria direzione, il proprio senso di marcia. 
Si muovono intorno a loro Clara (Alba Rorhwacher), compagna di vita della stessa Rosa e la palermitanissima famiglia adottiva di Samira, i Calafiore, capitanati dal dittatoriale genero che ne scandisce le decisioni, i ritmi e i rituali quotidiani. 
E riscalda il cuore trovare nella pellicola tutti quegli stilemi, espliciti o meno, che hanno fatto la grandezza di Emma Dante, artista capace di scavare nelle viscere di una terra che non scarta nulla, dove persino della frattaglia si fa un piatto tipico e prelibato.
E così che nel silenzio sospeso di uno scontro consumato nell'attesa, si alza il chiacchiericcio nevrotico delle donne di quartiere, le cene al nero di seppia succhiate con avidità nelle case, che truccano in sorrisi mostruosi le bocche tracotanti di "mezzi uomini" che tramano nelle loro tane, che speculano e scommettono sulle teste dei loro cari, per i quali l'onore e la dignità siedono a tavola con la miseria.
Il teatro impregna il grande schermo e tramuta caricaturali creature in commovente poesia.
Passa la notte e si sa che, presto, seguirà, come sempre, la luce; le due Fiat si appoggiano l'una sull'altra, una stagione della vita che pesa sui suoi figli. Si scornano, parafango contro parafago, due tori addormentati testa contro testa. Via Castellana Bandiera sembra più larga. Forse lo è. Forse rimanere fermi è una scelta, non una condizione. Forse è una prova, estrema, un atto di protesta, come il digiunare, l'astenersi dal bere, il sottrarsi dal riposo: la resistenza è rivoluzione.
 Deve morire una parte, forse di sé, perché l'arteria si riapra e torni a scorrere l'ossigeno, perché i polmoni facciano spazio al respiro e il cuore riprenda a battere. 
Via Castellana Bandiera, ora, è una discesa libera, una cascata umana attraverso la quale tutti corrono a guardare: "Cumu è sula la strata", cantano, con voce strozzata, i fratelli Mancuso nell'unica, straziante canzone che riecheggia in tutto il film. 
Decine di persone, animali, bambini spuntano da ogni angolo della strada, da dietro ai palazzi, dall'orizzonte cieco in pieno giorno; sembrano non finire mai, come se tutta la città, tutta la nostra strettissima Nazione fosse chiamata ad essere testimone e a guardare questa Palermo che non è mai sembrata così grande.

Ultima modifica il Mercoledì, 04 Settembre 2013 17:03

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