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La Bella Addormentata: chi non ama la celebre fiaba della Disney e chi non è appassionato di danza e in particolar modo di balletto classico di repertorio potrebbe pensare di annoiarsi durante uno spettacolo che si basa proprio su tutto questo. Ma in realtà si sbaglierebbe di grosso, perché i due verbi «annoiarsi» e «dormire», nonostante il richiamo di quest’ultimo nel titolo, non fanno parte di ciò che si vede in questa messa in scena. Tutti conosciamo la famosa storia dello scrittore francese Charles Perrault, La belle au bois dormant, che si ispira alla favola del campano Giambattista Basile, Sole, Luna e Talia.  Il balletto originale tratto dalla fiaba francese fu coreografato da Marius Petipa, ma qui, stavolta, Franzutti, uno dei coreografi più importanti a livello nazionale, ci pone davanti ad una storia nuova, prendendone l’origine direttamente a monte della catena di rivisitazione e cioè da Basile stesso. Infatti l’ambientazione è del tutto mediterranea e si colloca in Salento, nel Sud del nostro Paese, per cui la bella Aurora è una ragazza semplice e di campagna, anche se discende da una famiglia di potenti uomini e il periodo è quello del primo cinquantennio del Novecento, durante e dopo la guerra. Nell’interesse di recuperare e mostrare le tradizioni più antiche e radicate e di dare visibilità ad un popolo ricco di storia e folklore, anche la rappresentazione, con semplicità, ma anche efficacia e funzionalità, si rivela racconto di vite e di terra popolare che profuma di miti lontani. E così gli uomini sono via per la guerra e le donne si vestono di nero, il fuso non c’è, ma al suo posto abbiamo la tarantola, fortemente simbolica per una regione come il Salento e i balli, le danze, sfociano spesso in quelle folkloristiche e di carattere, ma anche nello stile del modern e talvolta perfino nelle coreografie da musical, mantenendo tuttavia un’impostazione prettamente di balletto classico. La moderna trasposizione della storia, che però parte dalla tradizione lontana, rende l’intera coreografia colorata di luce nuova e senza perdere la magia della fiaba, la avvicina alla quotidianità della vita di tutti gli spettatori, facendo anche molto divertire nelle scenette della maga cattiva o nei momenti più «pop» dello spettacolo. Abbiamo così il piacevole sapore di guardare qualcosa di già conosciuto, per la trama di fondo e le musiche già note, misto alla novità coreografica e all’ambientazione rinnovata. Strepitoso il finale delle nozze di Aurora col Principe, bravissimi i 21 ballerini in scena, tecnicamente preparati e dotati che, tra semplici gesti e virtuosismi coreografici di variazioni, passi a due e pezzi d’insieme, esprimono la danza nel modo migliore, ossia con la passione, la gioia e l’interpretazione impeccabile. 

Francesca Myriam Chiatto