Balletto in due atti
Musiche: Adolphe-Charles Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes, Riccardo Drigo
Libretto di Vernoy De Saint Georges e Joseph Mazilier dal poema Il Corsaro di George G. Byron
Direttore: Alexei Baklan
Coreografia: José Carlos Martínez
Scene e costumi: Francesco Zito
Luci: Vinicio Cheli
Principali interpreti:
Medora: Olesja Novikova
Conrad: Leonid Sarafanov
Gulnara: Marianna Suriano
Pascià: Damiano Mongelli
Lankedem: Walter Maimone
Birbanto: Giacomo Castellana
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento: Teatro dell’Opera di Roma
Al Teatro dell’Opera di Roma, dall’1 al 4 marzo 2020.
“Il Corsaro” su coreografie dell’etoile spagnola Jose Carlos Martinez non ha deluso le aspettative. Al contrario, si è rivelato essere un raro gioiello caratterizzato dalla riverenza nei confronti di una preziosa tradizione ballettistica e, contemporaneamente, da un’innovazione geniale e attenta alla semplificazione di coreografie e drammaturgia.
Tra gli ospiti, ha incantato il pubblico l’eterea prima solista del Teatro Mariinkij, Olesja Novikova, artista che ha debuttato magnificamente nel ruolo di Medora esibendo una tecnica impeccabile- di scuola Vaganova- ed una raffinatezza evidente tanto nell’interazione interpretativa ed espressiva, soprattutto con l’eccezionale partner Leonid Sarafanov, quanto nell’esecuzione delle complesse e difficoltose variazioni e pas de deux del primo e del secondo atto. Dall’amore a prima vista con Conrad, evidenziato in un rivisitato ed intrigante pas “finesse d’amour” della prima scena, Olesja Novikova ha saputo cogliere e rendere concreto, con charme ineguagliabile, l’intento del coreografo di vedere realizzato un innamoramento istantaneo tra il corsaro e l’avvenente fanciulla proprio mentre quest’ultima si ritrova a danzare con l’incantato e sedotto pascià. La morbidezza elegante delle braccia e dei port de bras, così come la delicatezza celestiale con cui la prima solista russa disvela pian piano il proprio personaggio, paiono brillare ed illuminare specialmente il romantico pas de deux della seconda scena del primo atto, impreziosito dalla presenza del sopracitato Leonid Sarafanov, nei panni di un deciso e virile Conrad, pronto a salvare coraggiosamente la propria amata più e più volte. Il primo ballerino del Michajlovskij, mirabile danzatore dai salti dal maestoso ballon e dalla pulizia e precisione tecniche sensazionali, ha folgorato il pubblico in ogni sua comparsa scenica, provocando indomabili applausi soprattutto durante l’alternarsi di variazioni e pas de deux nell’atto secondo del balletto. In particolare, il celeberrimo passo a due su coreografie di Marius Petipa, mantenuto inalterato per volontà dello stesso Martinez, ha donato allo spettatore una visione privilegiata circa la capacità dei due artisti non di contendersi la scena, bensì di concedersela a vicenda, imperlandola ora di controllati e liberi giri alla seconda l’uno, ora di sostenuti e dinamici fouettes l’altra. Le diagonali virtuosistiche affidate a Medora e le innumerevoli pirouettes esibite dal Conrad- Sarafanov hanno saputo raccontare un balletto antico, seppure inedito. Ottimo nel ruolo dell’amico e poi traditore di Conrad, Birbanto, il giovane solista del Teatro dell’Opera di Roma, Giacomo Castellana, il quale ha saputo destreggiarsi sull’illustre palco mostrando un carisma non indifferente ed una capacità interpretativa dalla rilevante portata. Una piacevole sorpresa si è rivelata inoltre, nel ruolo della bellissima e seducente schiava Gulnara, la solista Marianna Suriano che ha saputo mostrare sia nell’atteso pas d’esclave iniziale, sia nella variazione del secondo atto- seppur con qualche lieve sbavatura- innegabili doti tersicoree intrise di titanici equilibri e di elasticità ed en dehors pregevoli. Oltre all’affascinante amica di Medora e schiava favorita del pascià, spicca il perfido e oscuro mercante di schiavi Lankedem, interpretato dal convincente e valido Walter Maimone, la cui danza risulta energica e vivace dal principio alla conclusione del balletto.
Buona l’esecuzione di Damiano Mongelli, nelle vesti del pascià, e versatile, nonché indispensabile e di gran conto, la presenza esecutiva e sempre in ascesa, del Corpo di Ballo romano.
Eleonora Barberio