Ballet Preljocaj
Coreografia Angelin Preljocaj
Musica Petr Il'ic Cajkovskij, 79D
Costumi Igor Chapurin Luci Éric Soyer
Video Boris Labbé
Assistente, aggiunto alla direzione artistica Youri Aharon van den Bosch
Assistente ripetitrice Cécile Médour
Coreologa Dany Lévêque
Interpreti
Odette/Odile Isabel García López
Principe Siegfried Leonardo Cremaschi
Madre di Siegfried Mirea Delogu
Padre di Siegfried Baptiste Coissieu
Rothbart Antoine Dubois
Lucile Boulay, Celian Bruni, Elliot Bussinet, Zoé Charpentier, Li Chi-Shu, Lucia Deville, Clara Freschel, Jack Gibbs, Mar Gómez Ballester, Naïse Hagneré, Verity Jacobsen, Beatrice La Fata, Laurent Le Gall, Théa Martin, Florine Pegat-Toquet, Agathe Peluso, Mireia Reyes Valenciano, Simon Ripert, Micol Taiana, Araceli Caro
Coproduzione Chaillot- Théâtre national de la Danse, Biennale de la danse de Lyon 2021, Maison de la Danse, La Comédie de Clermont-Ferrand, Festspielhaus St Pölten, L Théâtres-Grand Théâtre de Provence, Théâtres de Compiè Residenza per la creazione Grand Théâtre de Provence
Teatro Comunale Modena 13 febbraio 2022
Quando Angelin Preljocaj rivisita i classici, lo fa con audacia e genialità. Dopo le reinterpretazioni divenute successi internazionali, tra le quali l’emblematica Romeo e Giulietta, ha raccolto la sfida di rileggere uno dei più grandi balletti russi, un monumento di grazia divenuto paradigmatico, l'iconico Lago dei cigni. Angelin Preljocaj e i suoi ballerini, con una scenografia complessa, basata su video prodotti da Boris Labbé, e i costumi disegnati da Igor Chapurin, hanno messo in scena uno spettacolo in cui la struttura narrativa del balletto di Marius Petipa è stata riproposta, sicuramente con una buona dose di sfrontatezza, in una versione insolita ed emozionante. Il racconto è trasposto nel mondo dell'industria e della finanza, pur senza perdere la sua dimensione di mistero. Angelin Preljocaj non cerca di scardinare la perfezione intrinseca del balletto Il lago dei cigni, in particolare l'alternanza tra il mondo reale e l'universo fantastico, vi aggiunge invece una visione più contemporanea ma minuziosamente precisa. Il coreografo torna al balletto dove narrazione, danza e musica si fondono perfettamente, osando rivisitare il capolavoro di Ciajkovskij con incursioni di musica elettronica creata dal collettivo 79D. Non rinuncia né ai commoventi atti in bianco, né ai tutù, né alle danze di carattere, ma attinge al suo vocabolario, che mescola con piacere i diversi stili. C’è tutto in questo balletto. Con ingegno e brillantezza Preljocaj si addentra nelle nebbie romantiche del lago dove nasce la storia d'amore tra il principe Sigfrido e il cigno Odette. Dichiaratamente contemporaneo nelle scene del primo atto, con continui cambi di direzione e movimenti di danza molto a terra, la coreografia si fa eterea nel secondo atto, dove usa la sintassi classica, la danza aerea e il lavoro delle braccia eseguiti con la delicatezza che si addice al perfetto atto bianco. La coreografia assolutamente precisa non ha pause durante le due ore di questo balletto, fluido negli atti bianchi, compatto negli ensemble corali. I cigni sono i nuovi simboli di un linguaggio coreografico tra classico e contemporaneo. I video di Boris Labbé, che mostrano lo skyline di una grande città contemporanea, o l'ambiente del lago circondato da foreste che finiscono per essere inghiottite dall'invasione di gigantesche costruzioni sono un superbo fondale. Tecnica impeccabile e presenza scenica sono costanti nei danzatori di Angelin Preljocaj. Isabel Garcia Lopez danza il doppio ruolo di Odette/Odile senza titubanza e disegna bene la psicologia dei due caratteri, cosa che si può dire per tutti i solisti, Leonardo Cremaschi (Siegfried), Mirea Delogu (La madre), Baptiste Coissieu (Il padre) e Antoine Dubois (Rothbart): questo quintetto riempie il palco con personalità in assonanza perfetta con l’intento del coreografo, che esamina le motivazioni di ciascuno dei personaggi e ci ricorda che questo Lago dei cigni parla al pubblico di oggi. I costumi di Igor Chapurin, tranne i colori del primo atto, disegnano un universo decisamente manicheo, bianco e nero, che si sposa perfettamente con la tradizione, la narrazione e la contemporaneità. Per finire, per questo artista sempre in movimento, che mette in discussione tutti i confini della danza, è stato un ritorno alle origini, quando, ancora adolescente, venne folgorato, come lui stesso dichiara, all’assistere al suo primo Lago dei cigni all'Opéra National de Paris. Questa prova è anche un nuovo passo avanti nella sua visione fantasiosa, ma rispettosa delle opere classiche originali, alla ricerca di un nuovo virtuosismo, sempre rigoroso, che evidenzia la leggerezza e la maestà. E il risultato è uno stato di grazia e un appuntamento imperdibile.
Giulia Clai