coreografia Ioannis Mandafounis in collaborazione con Manon Parent
concept Ioannis Mandafounis
danza Manon Parent
pianoforte Gabriele Carcano
musiche Maurice Ravel, Achille-Claude Debussy, Gavin Bryars
Dresden Frankfurt Dance Company
Fonderie Limone, Torino 4 ottobre 2024
Sulla scena avvolta in una sobria oscurità, la danzatrice Manon Parent guida il pubblico in un viaggio di cui solo lei possiede la chiave, un percorso fluido che scorre tra le pieghe della sua personalità. I suoi movimenti traducono con immediatezza le emozioni di una giovane donna dei nostri tempi: libera, spontanea, fragile ma forte, riservata nella sua intimità e profondamente sola. Il suo corpo trasmette le istanze emotive che la attraversano. La danza di Manon, il suo grezzo virtuosismo, riesce a raccontare e comunicare con tutti e dimostra che è possibile affrontare ricordi traumatici, i propri demoni interiori, senza lasciarsi sopraffare. Il titolo si ispira a una poesia di Aloysius Bertrand, in cui un tormentatore personale accompagna il narratore nelle sue notti insonni, e su questo sfondo emotivo, Manon Parent danza sulle note malinconiche di Maurice Ravel, Claude Debussy e Gavin Bryars, eseguite dal pianista Gabriele Carcano. Uno degli elementi più significativi è l'interazione tra la danzatrice e il pianoforte, che qui non è solo un accompagnamento musicale, ma un vero e proprio partner di scena. Parent lo accarezza, lo esplora, lo coinvolge nel suo mondo emotivo, in un dialogo intimo e potente. La scenografia minimalista accentua la sua interazione con lo spazio: il palco spoglio, le pareti nude diventano parte attiva della sua lotta. Manon Parent le scala, le colpisce e si scontra con esse, come a sfuggire da una prigione mentale. La danza non è mai solo estetica; ogni gesto esprime un conflitto interno, un desiderio di liberazione dai tormenti invisibili. In una continua interazione tra danza e musica Manon Parent passa da momenti di fusione gioiosa con la melodia, a momenti in cui si costringe a terra, come se fosse intrappolata nella rete dei suoi tormenti. Con Scarbo il nuovo direttore artistico della Dresden Frankfurt Dance Company, Ioannis Mandafounis, coreografo e ballerino di origine ateniese con un passato nella William Forsythe Company, mostra che la narrazione non è sempre necessaria nella danza contemporanea. In questo assolo il coreografo ha sviluppato uno stile che consente all’ interprete di esprimere la propria individualità senza sacrificare la precisione tecnica. La risposta è una fusione ben riuscita tra astrazione e concretezza, con la danzatrice al centro, a incarnare e trasmettere l'allineamento del suo corpo, della sua psiche e delle sue emozioni. Scarbo porta in scena la maestria di Mandafounis nell'integrare spontaneità personale e virtuosismo tecnico, anche in una coreografia non incentrata sul virtuosismo. La danza rimane libera ed apparentemente imprevedibile e permette al pubblico di entrare in un’esperienza estetica intensa, un'esperienza teatrale e sensoriale che si immerge profondamente nel mondo interiore della ballerina, esplorando le sue emozioni attraverso una coreografia viscerale. Giulia Clai