Roberto De Gaetano NANNI MORETTI. LO SMARRIMENTO DEL PRESENTE Luigi Pellegrini Editore, Cosenza Euro 18.00, pp. 235
Già dieci anni fa, con "La sincope dell'identità", Roberto De Gaetano aveva studiosamente analizzato il cinema di Nanni Moretti, tra film con stigmi di immagini, sentimenti, pensieri e sogni, tempo in arcatura cronologica, autore dentro e fuori, partecipe ed insieme critico, sulla linea di una identità che si frantuma, si sincopa, diasporica "materia di un mondo inestricabile fra persona, maschera e personaggio". Ora, De Gaetano ne riprende l'impostazione a triplice premessa di un'analisi prolungata anche sui due ultimi film, Il Caimano, dove con un trittico di "maschere" che sottrae il Caimano/Berlusconi alla cronaca, grazie al grottesco ne viene sintesi di un "mondo senza 'fuori'", e Habemus Papam con cui, campando alto su un pontificato di oggi, ci si rivela in modo esemplare "lo smarrimento del presente". A darvi respiro tornano così in prologo i "caratteri" del cinema di Moretti. Dapprima, quel riportare in superficie modelli e forme profondi attraverso "posture" di attori e "sguardo" d'autore; quel "non senso" che proprio per virtù di grottesco dà "senso"; quella "felicità dolorosa" dell'amore, sia esso erotico o di coppia o di cristiana carità universale; quel caricaturare come uscita di sicurezza da asfissia di cliché interni ed esterni. Poi, quel gioco di maschere, personaggi, figure da momenti "mediativi" a situazioni d'incarnazione; quella pratica autoreferenziale fra attore e autore. Quindi, in terza battuta, quell'assonanza di una "modernità" con una tradizione di commedia neorealistica; quel grottesco, modalità d'aggancio della maschera rispetto al mondo e a se stesso; quella ricerca di senso oltre "la pena e il dolore" che è La stanza del figlio; dopo Bianca, La messa è finita, Palombella rossa, Caro diario, film-traguardo di un percorso incompiuto.
Alberto Pesce
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