Fragola e panna – Dialogo
Diari d’amore
due commedie di Natalia Ginzburg
regia di Nanni Moretti
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Silvia Segoloni
assistente alla regia Martina Badiluzzi
direzione di produzione, casting Gaia Silvestrini
assistenti al casting Martina Claudia Selva, Benedetta Nicoletti
foto Alberto Novelli
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne
La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens in collaborazione con Carrozzerie n.o.t
coordinamento Aldo Miguel Grompone
Roma, Teatro Argentina 23 maggio – 2 giugno 2024
In tutta onestà, ho provato a ricercare le ragioni per le quali oggi come oggi il teatro di Natalia Ginzburg dovrebbe essere di interesse. E, soprattutto, i testi scelti da Nanni Moretti: Dialogo e Fragola e panna, unendoli sotto il titolo Diari d’amore (in scena all’Argentina). Ma per capirci, bisogna spendere due parole su ciò che raccontano questi atti unici. Nel primo, Dialogo, ci troviamo di fronte a moglie e marito nel letto, al momento del risveglio di primo mattino. Entrambi appartengono a una classe borghese medio-alta (lo si comprende perché stanno attendendo la colf che arriverà di lì a breve). E cosa fanno nel letto i due? Parlano. E di che? Di argomenti frivoli, pettegolezzi: praticamente di nulla. D’improvviso, fra queste chiacchiere inutili, viene fuori il nocciolo del discorso: lei confessa di avere un amante, un caro amico del marito. E il marito come prende la notizia? Apparentemente non reagisce con veemenza, sembra quasi non importargli granché. Ha una reazione di giusta ripicca, ma tutto nell’ordine di un vivere civile e composto tipicamente borghese. La moglie si prepara ad andare via di casa con l’amante quando giunge un biglietto di quest’ultimo nel quale, in buona sostanza, è scritto che fra loro è tutto finito. E questo perché l’amante non è riuscito a lasciare la moglie, confessandole la relazione extraconiugale. E quindi, i due coniugi, s’intuisce continueranno a stare insieme nonostante tutto. Fragola e panna inscena una storia di altro tipo. Stesso salotto borghese nel quale, a sorpresa, piomba una ragazza, Barbara, in cerca di Cesare, millantando di esserne la cugina. La cameriera Tosca la fa accomodare. Giunge Flaminia, la moglie di Cesare, che non accoglie di buon grado la presenza della ragazza. Per le vie brevi si scoprirà che fra i coniugi l’amore è finito e i due convivono in totale e ipocrita indifferenza. Barbara, amante di Cesare, è sposata e ha un figlio; e il marito, scoperto il tradimento, la batte di continuo. La ragazza per paura di essere uccisa, chiede aiuto ma per tutta risposta viene messa alla porta e condotta in un convento di suore da dove scapperà. Cesare, saputo tutto questo, reagisce in un solo modo: programmando di andare in crociera con Flaminia dicendo che di Barbara non gli interessa nulla. Al di là dello sguardo severo della Ginzburg sulla società borghese, i temi esposti da questi atti unici oggi come oggi nulla aggiungono di nuovo o inatteso. Il tutto appare come una rimasticatura stinta, per altro nemmeno abbellita con notevoli idee di regia. Alla sua prima esperienza teatrale, Nanni Moretti si è dunque mostrato un regista debole, senza impronta, privo di creatività interpretativa e di coraggio nella messinscena. Ha subito l’autore, invece di tradurlo per la scena. Una debolezza, questa del regista, che si è riversata anche su tutti gli interpreti. I quali, bravi di per sé, hanno dato prova d’una recitazione priva di mordente, senza ritmo, con flebili intenzioni impresse nei personaggi. Pierluigi Pietricola