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DIARI D'AMORE – regia Nanni Moretti

"Fragola e panna", regia Nanni Moretti. Foto Luigi De Palma "Fragola e panna", regia Nanni Moretti. Foto Luigi De Palma

Dialogo | Fragola e panna 
due commedie di Natalia Ginzburg
regia di Nanni Moretti
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Silvia Segoloni
direzione di produzione, casting Gaia Silvestrini
assistente alla regia Martina Badiluzzi
assistenti al casting Martina Claudia Selva, Benedetta Nicoletti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria Srls, Emilia Romagna Teatro ER T / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens, in collaborazione con Carrozzerie n.o.t, coordinamento Aldo Miguel Grompone
con il sostegno di Fondazione CRT
debutto nazionale Teatro Carignano Torino 9 ottobre 2023

www.Sipario.it, 15 ottobre 2023

«Bello, c’erano parole un po’ antiquate, ma bello». È il commento di un gruppo di studenti del liceo Gobetti fuori dal Carignano la sera della prima di Diari d’amore, debutto alla regia teatrale di Nanni Moretti. In questo giudizio estemporaneo ci sono, forse, le coordinate per leggere Dialogo e Fragola e panna, i due testi di Natalia Ginzburg, scelti da Moretti e riuntiti sotto un non casuale titolo Diari d’amore. Bello: lo spettacolo è curato, esteticamente raffinato, senza essere lezioso. Dice tutto, si concede a un realismo delicato e non troppo materico. Linguaggio antiquato: c’è la sensazione di una lingua controllata che rispecchia il tempo in cui è stata scritta e la narrazione al servizio della quale si pone. L’effetto è un racconto allegro, ma non troppo, una sorta di andante mosso con brio. 

Per Dialoghi lo scenografo Sergio Tramonti ha posto al centro della scena un letto matrimoniale con alle spalle una finestra chiusa e ai lati uno spazio arboreo: l’occhio dello spettatore non può che cadere fra le lenzuola di quel letto in cui Marta (Alessia Giuliani) cerca di dire qualcosa al marito Francesco (Valerio Binasco) e nel mentre si parla di Michele, scrittore e amico della coppia a cui i due si affidano e verso cui provano un poco invidia: Marta gli affida il suo amore, Francesco i suoi sogni di scrittore. Ed è l’assente Michele, l’evocato Michele ad essere al centro non solo del discorso, ma anche della crisi di coppia dei due. Tutto accade in quel letto, nel voltarsi e rivoltarsi di Binasco/Francesco, nella preoccupazione di Giuliani/Marta per la bimba, tutto si svolge nello snocciolarsi di una quotidianità sospesa che non deflagra e si limita ad essere vissuta, se non subita.

In Fragola e panna in scena ci sono due divani, l’uno di fianco all’altro, ma separati, una parete che fa trasparire una fredda giornata invernale, al centro una porta da cui entra Barbara (Arianna Pozzoli), giovane diciottenne che cerca l’avvocato. Ad accoglierla è Tosca, «non sono la signora – ripete -, sono la serva», il ruolo è affidato a una Daria Deflorian che parla, parla con gesti misurati e un po’ nervosi, alla Deflorian. La signora della casa è Flaminia (Alessia Giuliani) austera, solitaria, da anni vive con l’avvocato Cesare (Valerio Binasco), pur sapendo che lui la tradisce. Si scopre che Barbara è fuggita dal marito geloso e violento e dal bimbo di meno un anno, non ha un soldo, non sa dove andare e chiede aiuto all’avvocato con cui ha avuto una relazione. Nel primo atto Barbara si racconta e si parla di Cesare, atteso e assente, in fuga dalle responsabilità e dalle donne di cui si è stancato. Letizia (Giorgia Senesi), sorella di Flaminia, è un deus ex machina che manda la giovane Barbara in convento dalle suore, in attesa di soluzione, salvo poi che la giovane fugge nuovamente. Nel secondo atto la scena è tutta di Cesare, l’argomento è Barbara. La specularità narrativa permette di comporre il quadro di quelle relazioni spezzate, finite, congelate. Da qui il titolo comune Diari d’amore, racconti quotidiani di amori finiti, in crisi spiati nell’intimità dei contesti domestici, aspetti questi che entrambi i testi portano in superficie: Fragole e panna è del 1966 e Dialoghi del 1970. Storicizzare è importante e forse aiuta a capire la placida forza del teatro di Natalia Ginzburg che Nanni Moretti restituisce nel suo secco dinamismo linguistico, chiedendo agli attori di incarnare quelle parole e la leggerezza e comicità che qua e là emergono proprio dalla capacità di concertare il ritmo di battute e controbattute. Assistere a Diari d’amore è come assistere a una sorta di delicato documento storico aggettato sul presente e proprio per questo il giudizio dei liceali del Gobetti ben sintetizza lo spirito e l’humus di un allestimento corretto, omogeneo, elegante e un poco datato. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Ottobre 2023 11:54

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