di Antxon Salvador CINEMA SPAGNOLO (IL) Gremese Editore, Roma, Euro 39.00, pp. 279
Non solo di Spagna ormai fuori dall'eredità franchista in regime di libertà e democrazia non senza alternanze e curiosità entro un quadro progressista, ma per metà al di qua dell'Atlantico e per altrettanto dal di là dell'Atlantico cinema "parlato" spagnolo, è quello antologizzato da Anxton Salvador, film dopo film in ordine cronologico, dall'unico datato 1933, il messicano La mujer del puerto dell'oriundo russo Arcady Boytler, sino ai cinque film del 2010, tra cui un paio comparsi anche sui nostri schermi, l'ispano-messicano Biutiful di Alejandro Gonzales Inarritu e lo spagnolo Balda triste de trompeta (Ballata dell'odio e dell'amore) di Alex de la Iglesia.
Per il repertorio dei 250 film, Salvador e i suoi dieci collaboratori adottano un duplice criterio: non cedere all'eurocentrismo per dare altrettanto spazio alle opere del cinema messicano e di quello latino-americano (soprattutto argentino) del Sudamerica, e per le "grandi firme" stringere la citazione, così per Bunuel solo sei film (I figli della violenza, Lui, Estasi di un delitto, Viridiana, L'angelo sterminatore, Tristana), cinque per Almodovar (Che ho fatto per meritare questo?, La legge del desiderio, Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Tutto su mia madre, Volver), e appena uno per Luis Puenzo (La storia ufficiale) come per Raul Ruiz (Tres tristes tigres).
Per ogni scheda, è analoga l'impostazione: Anzitutto, con un impatto illustrativo, per ciascun film locandina e una o anche più immagini, poi stesura della sinopsi che coinvolga anche notizie sull'autore e suggerimenti di contesto storico prima di chiudere con un giudizio critico, e quindi, con una doppia lineatura grafica, perspicuità del film a confronto tra valutazione critica e prospettiva di mercato come si delinea oggi, magari ben diversamnete da come esse erano apparse in passato.
Alberto Pesce
|