UTO UGHI violino
ORCHESTRA DA CAMERA FILARMONICI DI ROMA
GIOACHINO ROSSINI dalle Sei Sonate a quattro III Sonata in do maggiore
FRITZ KREISLER preludio e allegro in mi minore nello stile di Pugnani
WOLFGANG AMADEUS MOZART Concerto per violino e orchestra n.5 in la maggiore K 219
CAMILLE SAINT-SAENS Introduzione e Rondo capriccioso op. 28
PABLO de SARASATE Fantasia da concerto sulla Carmen op. 25
CHIGIANA 100 Eventi Speciali
TEATRO dei Rinnovati 21 febbraio 2023
Era sembrata un’idea azzardata quella dell’ultimo giorno di Carnevale per inaugurare le celebrazioni cittadine in onore della istituzione longeva quanto unica, ma il pubblico non ha mancato di preferire questa ad altre feste, ed ha attraversato Piazza del Campo tappezzata di coriandoli per tornare ad ascoltare il violino di Uto Ughi. Da molto tempo era assente dalle nostre scene, ma questo è stato il suo primo palcoscenico teatrale, a dieci anni, e non ha voluto rinunciare alla prestigiosa richiesta di celebrare Guido Chigi, che alla musica ha dedicato tutta la vita.
Dopo tanti anni, l’ex enfant prodige non solo non ha perso nulla del suo smalto, ma ha tenuto la scena con amabile vivacità, dimostrando nel dialogo col pubblico che intervallava alle esecuzioni una competenza nei tempi teatrali e financo comici che ha conquistato gli spettatori, dapprima un po’ ingessati come usa nei concerti della classica, poi senza remore nel dimostrare il proprio entusiasmo. Avremmo voluto essere alle prove aperte per le scuole al mattino, per volontà dello stesso Maestro.
Un concerto caratterizzato da straordinaria leggerezza, la musica scaturiva con la naturalezza del volo delle farfalle, virtuosismo mirabile ma non ostentato, ed una evidente predilezione per gli enfants prodige. Quale incipit i Filarmonici di Roma propongono una Sonata composta da Rossini dodicenne, e a seguire un brano di Kreisler, senz’altro il più dotato dei violinisti e compositore capace anche di identificarsi col secolo d’oro del violino, e dunque Mozart. Ma è nel secondo tempo che il gioco dei rimandi nella scelta dei brani si fa super raffinato, ed il tempo è quello straordinariamente creativo in ogni campo artistico della cultura francese tra otto e novecento: il già enfant prodige Camille Saint-Saens che nella sua lunga carriera arriva a comporre anche musica da film, innamorato della musica spagnola come Lalo e Bizet, che scrive questo Rondo capriccioso per Pablo de Sarasate (che già quindicenne gli aveva chiesto di scrivere per lui) nel quale si percepisce l’amore per il folclore di quella terra, e per concludere la Fantasia da concerto sulla Carmen di Bizet, ispirata dal mirabile testo di Mèrimée, dello stesso de Sarasate.
E dopo tutto questo, è con l’unico bis concesso a grande richiesta che, con Piazzolla e la sua Oblivion che il Maestro ci ha lasciato, commossi.
Annamaria Pellegrini