Opera lirica di Antonio Vivaldi
su libretto di Pietro Metastasio
Edizione critica a cura di BTE - Bernardo Ticci Edizioni
Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo
direttore Federico Maria Sardelli
regia Marco Bellussi
scene Matteo Paoletti Franzato
costumi Elisa Cobello
luci Marco Cazzola
video Creativite
assistente alla regia Elisabetta Galli
direttore di scena Daniel Bastos
personaggi e interpreti
Catone Valentino Buzza
Cesare Arianna Vendittelli
Emilia Miriam Albano
Marzia Valeria Girardello
Fulvio Chiara Brunello
Arbace Valeria La Grotta
Mimi Daniel Bastos, Thomas Borgatti, Francesco Ferri, Nicola Franz, Elisabetta Galli, Luca Ghermandi, Sandro Patarini
Ferrara, Teatro Comunale, Domenica 19 marzo 2023
Il Teatro comunale di Ferrara, dedicato a Claudio Abbado, sta attuando scelte di programma per riacquisire quella notorietà avuta quando Claudio Abbado scelse Ferrara e le sue istituzioni culturali musicali per progetti innovativi a favore della formazione orchestrale. Fu suo, infatti, l’obiettivo di creare una residenza stabile italiana per complessi orchestrali costituiti dai migliori giovani strumentisti europei, la Chamber orchestra of Europe, a cui fu legata la famosa produzione delle mozartiane Nozze di Figaro, dapprima con la regia di Jonathan Miller nel 1994 e poi con Mario Martone nel 2000, spettacolo questo che ebbe vasta circolazione tra i teatri lirici. Eventi importanti che il teatro ferrarese cerca di conservarne memoria pe recuperare vitalità nell’ambito dei teatri dell’Emilia Romagna. L'attuale attività del Teatro comunale si configura come teatro di comunità, palcoscenico pubblico di quanto tra lirica, prosa, balletto e teatro per ragazzi, circola nell'attiva provincia italiana. In ambito della musica lirica non manca produzioni in proprio e collaborazione in allestimenti lirici con le omologhe istituzioni liriche di tradizione. In questa stagione primeggia nel repertorio una Manon Lescaut di Puccini in produzione con Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Teatro A. Galli di Rimini, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Verdi di Pisa, assieme al verdiano Rigoletto, allestimento da Piacenza, con protagonista il baritono Amartuvshin Enkhbat assieme a una compagnia di giovani e consolidati cantanti. Non manca la tradizione delle Nozze di Figaro con un nuovo allestimento e una produzione de Il Campanello di Donizetti in collaborazione con il Conservatorio di Ferrara. Il teatro continua poi il percorso di riscoperta delle opere più rare e suggestive di Antonio Vivaldi, dopo il successo ottenuto dalla messa in scena dell’opera “gemella” Il Farnace nel 2021. Quest’anno è toccato al Catone in Utica, affidata anche questa all’ecclettico Federico Maria Sardelli (anche saggista, compositore, pittore e autore satirico), protagonista della rinascita vivaldiana dei nostri tempi, a capo dell’Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara. Come per il Farnace, ad affiancarlo è stato il regista teatrale Marco Bellussi, il cui lavoro è improntato al recupero e alla valorizzazione dell’opera antica in commistione con la contemporaneità. Catone in Utica è uno degli ultimi drammi di Antonio Vivaldi. Andò in scena per la prima volta al Teatro Filarmonico di Verona nel 1737 e, sebbene se ne conoscano solo l’atto II e l’atto III, l’opera è considerata tra le massime composizioni della maturità. L’incompletezza della partitura vivaldiana, che prende avvio dall’atto secondo, non nuoce alla comprensione della trama, che anzi entra subito nel vivo dello scontro politico, famigliare e amoroso. Sardelli inserisce come musica d'apertura la sinfonia di Vivaldi RV 131 operando una prassi consolidata, ossia, quella di riutilizzo di altro materiale musicale, operata dai compositori stessi di quell'epoca. L’opera si basa su un evento della storia romana: la guerra civile tra Cesare e Pompeo, avvenuta nel 49-48 a.C., la quale portò la morte di quest’ultimo. A seguito di ciò, Roma si piegò al dittatore Cesare. Tuttavia, alcuni generali tra cui Marco Porcio Catone, conosciuto in seguito come l’Uticense, si opposero alla caduta della Repubblica, arroccandosi nella Numidia, provincia romana. La regia concepita da Marco Bellussi riporta tutto ad epoca sospesa tra antico e moderno con l'essenzialità dell'allestimento scenografico di Matteo Paoletti Franzato incentrato in un interno di villa in stile classico ed essenziale che fa anche, da contrasto con la frenesia della musica vivaldiana. Una collocazione temporale la offrono i costumi di Elisa Cobello esplicativi nell' assecondare l’esigenza di trovare una sintesi tra riferimenti antichità e attualità, come di definire visivamente le situazione di contrapposizione delle parti tra Cesare e Catone, tra nero e grigio con dominante bianca dell'elemento femminile, in tunica bianca. L'azione si muove tra incroci di amori, reinvenzione storica, passioni politiche, nell'ambito della tipica drammaturgia metastasiana. La regia lavora molto sulla gestualità dei cantanti che si conforme all'andamento molto d'impeto della musica di Vivaldi ricca di arie di furore comuni a tutti i protagonisti, espressa con enfasi, ma altrimenti non sarebbe “Barocco”, insignificanti alcune proiezioni su velario. Il risultato di qualità del progetto è stato certamente determinato dal lavoro musicale del direttore Sardelli come dei cantanti a cui si è affidato, tutte voci con esperienza nel repertorio Settecentesco. Principalmente voci femminili con la sola eccezione di Catone interpretato dal tenore Valentino Buzza, che ha delineato un personaggio austero e orgoglioso approntato con una vocalità molto scura e adombrata. Di merito un trio protagonista tutto al femminile in cui spicca il Cesare del soprano Arianna Vendittelli, capace di ascendere ai verticismi vocali di agilità come spingersi verso le note più profonde della vocalità femminile dal furore espresso in Se in campo armato fino all' amorosa aria Se mai senti spirarti sul volto. Le fanno da contorno una potente Miriam Albano nel ruolo della vendicativa Emilia dominando con voce robusta Come invano il mare irato, ricca di daccapo tra agilità e picchettati. Accanto Valeria Girardello come appassionata Marzia amante di Cesare, con arie dolci e amorose che definiscono il suo personaggio in attesa della risoluzione degli eventi. Hanno completato il cast in contralto Chiara Brunello come Fulvio, legato di Cesare, dotata di vocalità audace e molto d'azione. Arbace, alleato di Catone, era affidato al soprano Valeria La Grotta: a lei l'onere della prima aria in scena amorosa S'andrà senza pastore. La guida autorevole di Francesco Maria Sardelli ha ben evidenziato le caratteristiche della musica di Vivaldi, evidenziando l'andamento incalzante della composizione ma senza enfasi o eccessi di suono guidando con equilibrio l'Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo presenza assai stabile a Ferrara. Considerando la fortuna che in questi anni sta godendo la musica Barocca, ci si sarebbe aspettato più pubblico e più giovane, in una occasione che presentava una novità; comunque successo e ben meritato per l'operazione musicale e entusiasmo per Sardelli e tutti gli artisti.
Lo spettacolo Catone in Utica è visibile al seguente link
https://www.youtube.com/watch?v=7deNa4Eehyk
e su Opera Vision https://operavision.eu/performance/catone-utica.
Federica Fanizza