ARCADI VOLODOS pianoforte
Musiche di
FEDERICO MOMPOU (Barcellona 1893-1987) MUSICA CALLADA
FRANZ LISZT (Raiding 1811-Bayreuth 1886)
BALLATA n.2 per pianoforte S.171
ALEXANDR N. SKRJABIN (Mosca 1872-1915)
Brani da
Studi, Preludi, Deux Poèmes, Deux Danses
SONATA n. 10 op. 70
VERS LA FLAMME
Siena, Chiesa di Sant’Agostino 31 maggio 2023
La Chiesa di Sant’Agostino è stata lo spazio più consono al concerto che Arcadi Volodos ha dedicato alla grande musicista spagnola Alicia de l’Arrocha. Siamo infatti stati spettatori di un rito, non di uno spettacolo: il rito della musica e del suo officiante. Il buio in sala ha avvolto il pubblico ed il protagonista col suo pianoforte, illuminati solo dalle luci delle due cappelle laterali. Arcadi Volodos non ha bisogno di spartito.
E il rito mistico ha avuto inizio con una selezione da Musica Callada (Musica silenziosa), un’esecuzione di brani scelti dai Cuatros Cuadernos di Federico Mompou, ispirata al compositore catalano da El cantico espiritual di San Giovanni della Croce, meditazioni sonore dall’opera del doctor misticus che propone un dialogo tra l’Anima e lo Sposo, in un’età cinquecentesca quanto più lontana dall’oggi, e forse dal tempo, che diventa nel ‘900 inoltrato una voce tra la notte e l’alba, e le sue meditazioni sulla solitudine. Minimalismo ante litteram, da parte di un musicista che trova nel Novecento i suoi sodali in Poulenc e Mirò. Volodos evidentemente si ispira al pianismo di Liszt, protagonista sempre in bilico tra musica e religione, al quale rende omaggio con la Ballata ispirata al mito di Ero e Leandro, anch’essi desiderosi di congiungersi, fino alla tragica fine che ispirò al mitico concertista un’opera ricca di virtuosismi e variazioni, emotivamente coinvolgente. Dopo i programmati 25 minuti di intervallo, ancora un grande protagonista della ricerca musicale novecentesca, il russo Alexandr Scrjabin che, discepolo virtuale di Liszt, mosse la sua ricerca estetica dalla convinzione che si potesse migliorare, secondo il credo teosofico, l’umanità attraverso l’arte. Qui l’esecuzione di Volodos raggiunge l’acme, con trilli e cromatismi che scaturiscono dalle sue dita con leggerezza e naturalezza stupefacenti, esprimendo secondo la volontà del musicista una comunione totale con la natura (la sonata n. 10 vuole esprimere il risveglio alla vita degli insetti sotto il sole), per concludere il concerto con Vers la flamme, ultima composizione dell’autore prima della scomparsa.
Programmato da Uto Ughi come secondo appuntamento all’interno delle celebrazioni per il centenario chigiano, ha visto lo stesso supporter in prima fila della performance, che indubbiamente è stata un’esperienza unica per tutto il pubblico ma anche per molti giovani musicisti parimenti entusiasti quanto consapevoli, a giudicare dai commenti, dell’irraggiungibilità del modello, vincitore nel 2013 con l’album solista Volodos plays Mompou, del Gramophon Awards, già vinto nel 1999 con l’album tratto da un concerto alla Carnegie Hall di New York (e non a caso nel 2003 insignito del Premio Internazionale dell’Accademia Musicale Chigiana).
Annamaria Pellegrini