Ensemble Scaramuccia
Javier Lupiañez, violino barocco e direzione
Inés Salinas, violoncello barocco
Fernando Aguado, clavicembalo
Musiche di Tomaso Albinoni, Giovanni Reali, Giorgio Gentili, Giuseppe Aldrovandini, Antonio Vivaldi
In collaborazione con Istituto Italiano Antonio Vivaldi
ASOLO MUSICA - Venezia ritrovata
Venezia, Auditorium “Lo squero”, 2 marzo 2024
E Vivaldi tornò a Venezia. Il concerto inaugurale della stagione 2024 dell’auditorium “Lo squero”, sito nella bellissima isola di San Giorgio, ha visto la prima esecuzione veneziana di un brano del Prete Rosso, recentemente ritrovato. Si tratta della Sonata per violino in la maggiore RV 809, contenuta nel manoscritto “E.M. 55” della collezione musicale estense della Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna. Il pezzo, erroneamente attribuito al bolognese Giuseppe Aldrovandini (1671-1707), è stato invece ascritto con certezza a Vivaldi non solo dal violinista spagnolo Javier Lupiánez, che lo ha rinvenuto, ma anche dallo studioso Fabrizio Ammetto. La Sonata, spiega quest’ultimo, “contiene una notevole quantità di elementi tematici concordanti con altre composizioni del Prete Rosso, materiale melodico che possiede concordanze all’interno della sua produzione e caratteristiche musicali distintive e idiosincratiche della musica di Vivaldi”. In effetti, l’ascolto del brano conferma quanto scritto dal musicologo, che data la Sonata al 1710-‘12: “rappresenta - dice ancora Ammetto - l’esempio vivaldiano più esplicito di una Sonata solistica che l’autore poteva eseguire per brillare come interprete quando aveva a disposizione soltanto un clavicembalo o un organo come strumento d’accompagnamento”. Tanto più che il pezzo è stato preceduto da un altro brano sicuramente di mano di Aldrovandini (la Sonata per violino in do maggiore proveniente dallo stesso manoscritto viennese E.M. 55): tutt’altra musica, è proprio il caso di dirlo, rispetto alla immaginifica scrittura vivaldiana. Di pregevole livello l’esecuzione da parte dello stesso Javier Lupiánez, direttore e solista al violino barocco dell’ensemble Scaramuccia, formato anche da Inés Salinas (violoncello barocco) e Fernando Aguado (clavicembalo). Si tratta di tre artisti spagnoli, ottimi per perizia tecnica e sensibilità interpretativa, modulata nel segno di una equilibrata espressività, per la quale gli affetti sono armonizzati in un quadro coerente, dalle delicate sfumature tiepolesche. Raffinato e godibile il programma proposto, in gran parte proveniente dal citato fondo manoscritto viennese, idealmente giocato sulle due città di Venezia e Bologna. Il concerto si è svolto nella suggestiva cornice della sala che sembra sospesa sulla laguna, con la luce del crepuscolo che, alle spalle dei solisti, accarezzava il profilo di Venezia “come la vedeva Vivaldi” (così il direttore artistico Federico Pupo, introducendo la serata). In apertura, una Sonata per violino in la maggiore di anonimo, prima della Sonata in sol minore (E.M. 65), recentemente attribuita da Michael Talbot a Tomaso Albinoni: datata intorno al 1700, è una tipica composizione “da camera” costituita da movimenti di danza preceduti da un tempo introduttivo i cui elementi strutturali sono in relazione al genere della cantata da camera. Vivacemente danzante la scrittura di Giovanni Reali (1681-1751), del quale si è ascoltata la Sonata Settima op. II del 1712, mestamente dolce la Sonata per violoncello in la maggiore di Giorgio Gentili (1668-post 1730). La ricca stagione de “Lo squero”, promossa da Fondazione Cini e Asolo Musica, prevede undici concerti in tutto sino al dicembre prossimo, con interpreti di fama internazionale e programmi davvero interessanti, che spaziano da Bach a Piazzolla, e, tra l’altro, con l’esecuzione integrale in tre appuntamenti dei Quartetti di Beethoven con il Quartetto di Venezia. Info www.cini.it. Fabio Larovere