ESTER FACCHINI SOPRANO
FRANCO PAVAN ARCILIUTO
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
FESTIVAL DUNI MATERA 30 SETTEMBRE 2023
Spesso di una buona parte della letteratura compositiva musicale italiana sappiamo poco e soprattutto conosciamo poco nel senso di fonti o di esecuzioni. Nel caso di Giulio Caccini solo negli ultimi vi è stato un approfondimento di ricerche ad opera di musicologici italiani ed inglesi. Ora un festival così importante come il Duni di Matera grazie alla direzione artistica illuminata di Dinko Fabris, permette di conoscere una piccola parte dei repertori fra il 400 e il 600. Non poteva quindi mancare lo splendido concerto del musicologo Franco Pavan, attento ricercatore di fonti antiche che assieme alla perfetta voce di Ester Facchini hanno fatto conoscere al pubblico che era presente nella Chiesa di San Giovanni Battista di Matera, uno dei momenti più felici della kermesse lucana . Il repertorio di Giulio Caccini è improntato alla ricerca, alla conquista di sedimenti interiori che in un periodo unico e raro come quello in cui egli visse, tanto attento all’uso dei sentimenti da creare una didattica degli affetti. Nel senso che molti dei compositori da Monteverdi in poi riuscirono a rendere attraverso la scrittura musicale, spesso a guisa della voce, le prime esplorazioni dell’animo umano. In particolare Giulio Caccini riuscì a scrivere opere di grande bellezza che facevano parte di quello che rimase un unicum, ovvero quel Giardino che per il compositore fu una sorta di guida illuminata al futuro interiore. Per rendere quindi questo repertorio la voce della Facchini è stata talmente sincera da farci accorgere di una profonda bellezza che nelle partiture del compositore romano è facile ritrovare. Una via alla malinconia, una prima via che attraverso testo e parole riusciva ad essere uno dei possibili canali che avrebbero poi afferrato i compositori romantici per farne poi tutto quello che è oggi arrivato fino a noi. Pavan con il suo arciliuto ha fatto la parte del circolo interiore, ovvero è stato talmente coinvolgente da creare quella circolarità esecutiva che è dono di pochi esecutori. Pertanto in una specie di percorso di riscoperta, entrambi hanno fatto da passepartout con quella scrittura rara, unica ed indimenticabile. Con la speranza che nel gusto uditivo degli italiani, tale letteratura possa nel tempo diventare suono comune e popolare. Un sogno forse. Marco Ranaldi