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Come nella tradizione del Teatro Verdi di Salerno e del lungo e laborioso itinerario che da anni Daniel Oren ha tracciato, non può mancare il Concerto di capodanno dell’Orchestra Verdi. Dopo aver avuto il battesimo nella mattina a Ravello con direttore e cantanti diversi, per la sera del primo dell’anno, l’orchestra salernitana è stata diretta da Andrea Albertin che con piglio forte e deciso ha portato in porto questo importante evento. La scelta del programma è stata quanto mai giusta, un maquillage di perfetto equilibrio dove hanno trovato spazio naturalmente le opere degli Strauss ma anche quelle di Puccini e di Leoncavallo. L’orchestra è fenomenale, riesca ad eseguire con grande maestria e preparazione. Non c’è tema di sbaglio nel loro lavoro e sollecitati oltretutto da un velocissimo Albertin, la compagine salernitana ha saputo ben adeguarsi al piglio del giovane direttore. Per non parlare dell’uso dei colori ben sollecitati dallo stesso Albertin il quale era molto accorto non solo alle entrate ma anche e soprattutto al livello espressivo dell’orchestra. Un tripudio di bravura, applausi ben meritati e alcuni assoli memorabili come quello del cello nell’Ouverture da La Gazza Ladra di Gioacchino Rossini o quello della tromba in Granada di Augustin Lara, composizione di grande bellezza che rende bene soprattutto per l’ottimo impasto timbrico degli orchestrali. Insomma la Filarmonica Verdi di Salerno si conferma come una delle orchestra più interessanti degli ultimi anni. Applausi ai due solisti Concetta Pepere e Raffaele Abete.

Marco Ranaldi