commedia musicale di Gianni Clementi e Massimo Romeo Piparo
dal film di Mario Monicelli
scritto con Benvenuti, De Bernardi, Pinelli, Zapponi
regia di Massimo Romeo Piparo
con Max Giusti/ Il Marchese del Grillo
Giulio Farnese/ Zio Prete
Alessandro La Ginestra/ Servitore Ricciotto
Monica Guazzini/ Marchesa madre
Tonino Tosto/ Papa Pio VII
Carlotta Tommasi/ Madre di Faustina-Moglie di Gasperino
Ilaria Fioravanti/ Genuflessa
Gerry Gherardi/ Aronne Piperno-Commissario
Roberto Attias/ L’amministratore
Emanuela Puleo/ Olimpià
Francesco Miniaci/ Capitano Blanchard-Guardia Svizzera
Sebastiano Lo Casto/ Streghetta-Ensemble
Ambra Cianfoni/ Camilla
Giacomo Genova/ Rambaldo-Il Graduato-Il Giudice
Gloria Rossi/ Faustina-Ensemble
Denis Scoppetta/ Castrato-Assistente del Papa-Ensemble
Sergio Spurio/ L’oste
Ilaria Ferrari/ La figlia di Gasperino-Cameriera
Alessandro Lo Piccolo/ Il cameriere in polpe
Rocco Stifani/ Marcuccio-Ensemble
Ensemble
Valentina Bagnetti, Raffaele Cava, Francesco Consiglio, Annalisa D’Ambrosio, Rocco Greco, Viola Oroccini, Sara Telch
Trieste, Politeama Rossetti, 21 ottobre 2023
“Interpretare il Marchese è come sposare Roma… Sordi è un monolite. Un confronto è impossibile. Non ho lavorato per allontanarmi da lui, ma per lasciare andare il Sordi che era in me.” Le parole che Max Giusti riserva alla sua ultima fatica teatrale sono sincere ma anche necessarie per capire la sfida non facile di reinterpretare, nella veste di commedia musicale, il film cult di Mario Monicelli. “Il Marchese del Grillo, scritto da Gianni Clementi e Massimo Piparo (anche regista) e prodotto dal Teatro Sistina con musiche originali di Emanuele Friello, è uno spettacolo che trasuda una romanità vivace e popolare, fatta di soprusi e privilegi, e restituisce, senza essere calligrafico, le malie della pellicola del 1981. Lo sfondo è la Capitale papalina di inizio ‘800 dove la giustizia risulta corrotta, il potere del pontefice è soprattutto temporale e poco spirituale e gli aristocratici si approfittano delle classi più deboli. Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Pio VII, trascorre il proprio otium (“La vita der Marchese è ‘na vitaccia”) tra il sontuoso palazzo e le osterie più infime, architettando burle e scherzi irriverenti e feroci (come quello di sostituire se stesso con un sosia di mestiere carbonaio ubriacone). Pavido e non fedele al papa quando Napoleone assedia la città, finisce per essere affascinato dal pensiero rivoluzionario d’oltralpe grazie anche all’incontro e all’amicizia con due giovani francesi, l’ufficiale Blanchard (Francesco Miniaci) e la seducente cantante Olimpia (Emanuela Puleo), fino a scegliere di andare a Parigi. La disfatta di Waterloo riporterà poi a casa il Marchese, condannato per alto tradimento nei confronti del Papa ma capace, a sorpresa, di riscattarsi nel finale (“Me piace da scherzà”). Tempi comici perfetti (più lenti nel primo atto), coralità d’effetto e interpretazioni brillanti conferiscono alla storia veridicità ed ironia, senza tralasciare la riflessione profondamente pessimistica che la sottende, incentrata sull’ingiustizia sociale, l’oppressione dei più forti e l’ottusità religiosa. E anche dal punto di vista visivo l’impianto scenico circolare molto complesso, che ruota continuamente ad ogni scena, così come gli abiti popolani ed aristocratici ottocenteschi non deludono le aspettative di ritrovare sulla scena la patina cinematografica e le atmosfere di una Roma che fu. Da fuoriclasse si rivela la prova di Max Giusti che si abbandona al personaggio con naturalezza, ricordando sì, quasi con riconoscenza, l’Albertone nazionale ma anche cogliendo lo spirito romano più puro e schietto, senza infingimenti, quello che si nasconde dietro alla maschera. Gli aforismi e le sentenze amare che pronuncia fanno parte ormai del nostro immaginario collettivo ma hanno la forza di richiamare con amarezza pure il nostro conflittuale presente. Accanto a lui un cast di altissimo livello fatto di tante presenze che si fanno notare, tra tutti il Ricciotto di Alessandro La Ginestra e lo zio prete di Giulio Farnese. Pubblico molto divertito per una serata di grande teatro. Elena Pousché