Opera in tre atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini
Direttore: Laurence Gilgore
regia: Stefano Vizioli
con Elmira Vera, Carlo Barracelli, Luca Salsi, Annamaria Popescu
Torre del Lago, 20 e 29 luglio, 3 e 19 agosto 2007
Tutti in piedi ad applaudire Butterfly. Oltre duemila persone strette nella cavea che guarda il lago. Facevano perfino fatica ad alzare le braccia per manifestare l'entusiasmo. Ma l'anno prossimo, anche se saranno quasi il doppio, potranno muoversi con disinvoltura. A Torre del Lago è cominciato il conto alla rovescia per il nuovo teatro all'aperto. Tutto sarà più comodo, più ampio, più funzionale (auguriamoci anche migliore da un punto di vista acustico). Insomma si pensa al domani, ma non ci si distoglie dal presente. Il problema di sempre è sfuggire alla ripetitività, perché nel Festival Puccini si fanno ben quattro rappresentazioni a stagione; e Puccini di opere ne ha scritte soltanto dieci. Eppure il clima, le idee registiche, la stessa musica sono sempre nuovi. Sembrano opere diverse. Prendiamo la Butterfly che l'altra sera ha aperto la 53esima edizione del Festival. Una messa in scena il cui vero pregio è l'equilibrio tra ciò che si vede e ciò che si ascolta. Non livelli trascendentali, ma il risultato è buono.
La regia di Stefano Vizioli nasce in piena simbiosi con l'impianto scenico di Ugo Nespolo. Il primo conferma la sua esperienza nel seguire l'evolversi dell'azione mentre lo scenografo (pittore con vocazioni teatrali, qui al debutto - buono - nella lirica) offre all'insieme un apporto pittorico elegante e scorrevolezza drammaturgica, e riesce a fondere gli elementi ambientali con quelli simbolici, evitando sia i luoghi comuni che l'originalità a tutti i costi. Una sorta di grande vetrata ruota, cambia di colore e ogni tanto fa da sfondo a ombre cinesi, oltre ad agevolare i cambi di scena con soluzioni di estrema fluidità.
In stretto rapporto con il lavoro dei due anche la direzione di Laurence Gilgore (provenienza Usa ma studi e perfezionamento italiani) che predilige un Puccini intimistico e lirico a quello passionale. Dà l'impressione di una certa lentezza, ma cura abbastanza l'analisi psicologica e la ricercatezza timbrica e vocale. È agevolato dall'orchestra del Festival, che partecipa con grande impegno. L'acustica non ideale la fa sembrare un po' in sordina, ma alla fine ad avvantaggiarsene sono i solisti di canto che riescono a ben figurare, anche senza voci strapotenti. Nel complesso un buon cast, dominato dal soprano Elmira Vera, una voce piena di vibrazioni e doti di attrice assai adatte alla protagonista. Recita bene Pinkerton il tenore Carlo Barricelli, ma deve progredire vocalmente. Decisamente bravo invece Luca Salsi (Sharpless), così come Annamaria Popescu è una buona Suzuki.
Virgilio Celletti