Bayerisches Staatsorchester
Vladimir Jurowski, direttore
Yefim Bronfman, pianoforte
Richard Wagner: Ouverture Tristan e Isolde
Robert Schumann: Concerto per pianoforte e orchestra op. 54
Anton Bruckner: Sinfonia n. 4 op. 68
Merano – Kursaal, 07 settembre 2023
Südtirol festival
E' iniziato proprio da Merano nel programma del suo Südtirol festival il tour europeo che Bayerisches Staatsorchester ha intrapreso per i suoi 500 anni dalla fondazione: un viaggio che da Merano fino alla fine di settembre toccherà Lucerna, Amburgo, Berlino, Bucarest, Monaco di Baviera, Londra, Parigi Linz e Vienna, con la direzione di Vladimir Jurowski e vari programmi articolati per la presenza di voci soliste (Louise Alder e Elsa Dreisig) e solisti (Vilde Frang, violino e Yefin Bronfman, pianoforte). Un mese, questo di settembre, che da tempo si caratterizza dalle tradizionali tournée dei grandi complessi sinfonici internazionali e di conseguenza con la presenza di importanti rassegne in Italia ma soprattutto internazionali con la rassegna di Merano, parte integrante di questo grande circuito. La Bayerisches Staatsorchester si presentava al pubblico di Merano con un programma con due momenti di interesse: il Concerto di pianoforte di Schumann per pianoforte, tra l'altro presentato di recente, nell' esecuzione di Daniil Trifonov, e la Sinfonia n. 4 di Bruckner; il Preludio del Tristano e Isotta di Richard Wagner, poteva essere inteso come punto di riferimento cronologico e geografico. Certamente la gestione del preludio wagneriano non presentava alcun problema di interpretazione per Vladimir Jurowski cercando anche di dare un senso e anche non scontato alla composizione, offrendo una lettura sinuosa in base proprio alla sua forma compositiva di crescendo che si dissolve appena raggiunto l’apice. Quanto al Concerto di pianoforte di Schumann, la resa di Yefim Bronfman è stata alquanto interlocutorio, certamente una gestione corretta di un concerto che non richiede grande virtuosismo tecnico, e per questo risulta anche di raro ascolto, ma che richiede intuizione interpretativa dove domina la cantabilità tra strumento solista e orchestra, fatta di brevi dialoghi e di accompagnamento reciproco, tra slanci e riflessione: una lettura che è totalmente mancata in Bronfman e di conseguenza anche all'orchestra. Il pubblico meranese non ha lesinato certamente applausi al solista che si è congedato con l'esecuzione di uno Studio di Chopin dove ha dimostrato la sua vera identità di pianista tecnico. Ecco che il motivo di interesse è ricaduto sull'esecuzione della Sinfonia di Bruckner, dove sia l'orchestra che il direttore hanno mostrato tutte le loro competenze per dare un senso alla dicitura "Romantica" che sottotitola la composizione. Doveva riferirsi ad un mondo medievale fatto di castelli e di cavalieri, ma che si ritrova frammentato tra gli accordi sonori delle componenti dell'orchestra, a richiami di musica a programma che però subito si dissolvono nell'enorme potenziale sonoro e spesso ripetitivo che caratterizza questa composizione, assai problematica nella sua genesi compositiva da parte di Bruckner, inviso tra le varie fazioni di wagneriani e brahmsiani che si contendevano il favore della critica e del pubblico. Il lavoro di Jurowski è stato anche quello di isolare tutte queste singole idee compositive e di collegarle fra di loro per dare anche un senso alla massa sonora che rischiava di inondare il pubblico. Infatti la conclusione è stata accolta da un scosciante applauso di consenso indirizzato in principal modo all'orchestra e alla competenza con cui Jurowski ha saputo condurre questa prova orchestrale alquanto complessa. Federica Fanizza