ALESSANDRO CALCAGNILE, DIRETTORE
ANTONIO GIOVANNINI, CONTROTENORE
GIUSEPPE RANOIA, VOCE RECITANTA
ROSSELLA SPINOSA, PIANOFORTE
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
AUDITORIUM GERVASIO MATERA 5 ottobre 2023
E’ possibile immaginare l’immaginabile? Forse per la scuola musicale extra contemporanea questo è possibile, è possibile ritrovare le tracce di un personaggio incredibile come Keplero, scienziato, visionario, possibile avveniristico pensatore. Accade quindi che una delle nuove istituzioni sinfoniche come quella della Sinfonica di Matera riescano ad attivare un sogno, proprio quello tanto narrato e esaminato di Keplero che diventa il fil rouge di un concerto unico. Come è l ‘idea di scrivere in una sorta di ricercatezza stilistica, di un romanticismo contemporaneo così distante da quello dei grandi maestri e così contaminato da essere riassunto in un piccolo capolavoro come quello scritto da Riccardo Piacentini autore di Tre pezzi in forma di sfera. Bello, perdutamente bello in quella logica transazionale che ci permette oggi di aver superato gli stilemi di un nuovo linguaggio per arrivare alla sintesi catartica. Ebbene in questa suite l’autore ci traccia una autostrada di quello che sarebbe stato il passato se ci fosse stato il presente di Keplero: l’immaginifico. Ecco in questo Piacentini riesce proprio lì dove si immagina nella notte dei tempi non passati ma futuri. Bravo. Così come è stato molto bello De Stella Nova opera composta da Carla Magnan, coerente con un sistema stellare interiore e risultante di una strada che questa giovane compositrice probabilmente sta esplicando. Il risultato è visivamente ed intimamente sinfonico, come sinfonico è ciò che sa di stelle contemplate. Insomma la Magnan traduce sintesi di intenti compositivi del secolo corrente. Mentre la Spinosa nella sua silloge Il sogno di Keplero cerca una forma, sposta il presente al passato, la voce recitante come campanella di Keplero e il controtenore come risultanza d’intenti presenti. E’ una sostanziale ricerca di un definibile indefinito e la sua scrittura è talmente pregna di renaissance da ricordare quella ricerca che anni fa fu avviata dal gruppo di Nuova Consonanza. Pedali, suoni rarefatti, un sistema modale che a tutto porta e si conclude in una ipotesi forse fantascientifica del probabile. Tutto questo è stato diretto da Alessandro Calcagnale a capo dell’Orchestra Sinfonica di Matera. Un tempo forse presente, un dubbio, Mozart e Milhaud tiranti di passanti e soprattutto quella incredibile voglia di riflettere su ciò che c’era e ciò che oggi rimane senso comune di una recherche non proustiana ma pasoliniana. Con la convinzione che domani sarà quello che è già stato sognato e che il sogno futuro sarà ancora immaginabile attraverso la strada delle parole cantante, dette e definite. Forse. Marco Ranaldi