sabato, 05 ottobre, 2024
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VIVA VIVALDI. THE FOUR SEASONS IMMERSIVE CONCERT - direttore e Violino Concertante Giovanni Andrea Zanon

"Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert". Direttore e Violino Concertante Giovanni Andrea Zanon. Foto ENNEVI "Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert". Direttore e Violino Concertante Giovanni Andrea Zanon. Foto ENNEVI

Spring, Summar Autumn Winter
La primavera (Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269)
Allegro – The Chant of Biodiversity
Largo e pianissimo – A Dream of Rewilding
Allegro – The Triumph of Pollination
L’estate (Concerto Nº 2 in Sol minore, opera 8, RV 315)
Allegro non molto, Allegro – The Marching Heat
Adagio – Metamorphosis and Evolution
Presto – The Forces of Nature
L’autunno (Concerto Nº 3 in Fa maggiore, opera 8, RV 293)
Allegro – Cornucopia and Hibernation
Adagio molto – The Network of Life
Allegro – The Wild and the Tamed
L’inverno (Concerto Nº 4 in Fa minore, opera 8, RV 297)
Allegro non molto – A Quite Spell of Ice
Largo – The Cycles of Nature
Allegro – Our Planet, Our Galaxy
The Storm of the sea. 
Concerto il Mib magg. per violino archi e basso cont.
La tempesta di mare, op. 8 RV 253
Orchestra Fondazione Arena di Verona
in coproduzione con Balich Wonder Studio
Direttore e Violino Concertante Giovanni Andrea Zanon
Verona, Arena, 28 agosto 2024
101a Arena Opera Festival 2024

www.Sipario.it, 30 agosto 2024

In una prima mondiale, all’Arena di Verona il 28 agosto ha debutta Viva Vivaldi, The Four Seasons Immersive Concert, una coproduzione tra Fondazione Arena di Verona e Balich Wonder Studio. Un evento promosso come straordinario che univa il potere della musica classica dal vivo e la magia di innovative immagini 3D, al servizio delle celebri Quattro stagioni di Vivaldi, a 300 anni dalla loro pubblicazione avvenuta nel 1725 e quindi in prospettiva della sua riproposizione nella prossima stagione. Ogni movimento che costituisce il complesso delle patri delle Quattro Stagioni vivaldiane era indicato con un proprio sottotitolo che richiamava i cicli delle stagioni ma declinati alla contemporaneità, tra richiami alla biodiversità, alla forze della natura con i suoi elementi, terra, aria fuoco e acque, e declinati con i doni della natura come della forza degli animali selvaggi, in una sfida per preservarne l'equilibrio. Nulla di politico, anzi le immagini si susseguivano, anche in maniera ripetitiva, con l'idea di perseguire un discorso puramente estetico senza alcun nesso narrativo. E questo forse è stato il limite di questo progetto ma che nulla ha tolto al forte impatto visuale delle immagini che prorompevano sullo spazio dell’anfiteatro, proiettate sul velario che lasciava trasparire l'orchestra con il gioco dello spostamento del solista tra interno e proscenio cercando di instaurare un dialogo anche diretto tra solista e video. Meritoria quindi l'operazione del regista Marco Balich professionalità internazionalmente riconosciuta nella produzione di mega-eventi tra cerimonie olimpiche ed Expo con l'intento di creare esperienze immersive. A noi spettatori del secolo scorso, con qualche pratica di cartoni animati di reminiscenza disneyana, il pensiero è andato immediatamente al film Fantasia del 1940 che tra animazioni astratte e storie immaginarie e fantastiche permetteva di visualizzare il potere immaginifico della musica, far conoscere una parte di storia della musica, tra un Topolino apprendista stregone su musiche di Dukas e l'astratta Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach,  compreso quella rappresentazione dello Schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij raffigurante l'alternarsi delle stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Questi solo per esemplificare le diverse tipologie creative. La rappresentazione visuale della musica tramite animazioni è, del resto, parte integrante della storia del cinema, come della divulgazione della musica riprodotta, fin dalle prime creazioni videomusicali astratte del regista tedesco Oskar Fishinger, (poi collaboratore di Walt Disney proprio in Fantasia) nella Berlino del 1934 nell'ambito del movimento artistico del Bauhaus. Certo cambiano le tecnologie e le modalità creative ma rimane l’essenza della necessità di divulgazione con i mezzi di trasmissione a disposizione. Si è trattato di un progetto di fascino che ha fatto segnare il tutto esaurito in una Arena richiamando un pubblico completamente diverso rispetto alle rappresentazione liriche, un pò più giovane, forse più spontaneo e curioso, che non ha risparmiato gli applausi e ovazioni e segni di meraviglia davanti ai video e ai protagonisti, al giovane e virtuoso violinista beniamino di casa Giovanni Andrea Zanon, con il suo violino, assieme ai 29 elementi dell'Orchestra della Fondazione Arena di Verona. E non sono mancati i bis, tra un Salut d'amour di Elgar e una riproposta di alcune sequenze di Vivaldi che hanno lasciato spazio alla bravura e all'ecclettismo interpretativo di Zanon. 

Federica Fanizza 

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Settembre 2024 08:11

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