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VIE DELL'AMICIZIA (LE) - direttore Riccardo Muti

“Le vie dell'amicizia”, direttore Riccardo Muti. Foto Marco Borelli “Le vie dell'amicizia”, direttore Riccardo Muti. Foto Marco Borelli

Le vie dellAmicizia
direttore
Riccardo Muti
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini
maestro del coro Lorenzo Donati
Nicolò Balducci controtenore
Giovanni Sollima violoncello
Lina Gervasi theremin

Alessandro Baldessari
Līmen | Samia | līmen
composizione elettroacustica
orchestrazione di Claudio Cavallin
commissione diRavenna Festival

Giovanni Sollima
Stabat Mater per controtenore, theremin, coro e orchestra
su versi di Filippo Arriva

Coro a Coro diretto daRachele Andrioli
Canti migranti

Pala de Andrè, Ravenna 7 luglio 2024

www.Sipario.it, 14 luglio 2024

La XXXV edizione del Ravenna Festival si è chiusa il 7 luglio come in tutti gli anni con un concerto del progetto le Vie dellAmicizia, che vuole sottolineare come attraverso la musica, larte e la cultura si possono creare legami di fratellanza con i popoli e i luoghi feriti da guerre e povertà. Sotto la guida di Riccardo Muti, che ha ideato il progetto nel 1997, sono stati coinvolti negli anni grandi artisti e musicisti in varie località simbolo della storia antica e contemporanea tra oriente e occidente. Questanno, con un concerto doppio tra Ravenna e Lampedusa, è il Mediterraneo ad essere ricordato come teatro di tante tragedie, con un concerto diviso in tre parti dedicato al dialogo tra la musica contemporanea e i canti popolari mediterranei. Per loccasione alcuni degli strumenti ad arco presenti allinterno dellorchestra sono stati realizzati con il legno delle imbarcazioni di fortuna utilizzate per le traversate mediterranee e recuperate sullisola di Lampedusa, mantenendone i colori sbiaditi dal sole e dallacqua, coerentemente al tema del festival, in un recupero della memoria di quei viaggi disperati che altrimenti cadrebbero nelloblio.

Introducono lo spettacolo i canti a cappella del Coro a Coro, ensemble di sole voci femminili diretto da Rachele Andrioli, che con Canti Migranti tocca vari luoghi del Mediterraneo tra Sicilia, Puglia, Albania, Palestina, e con omaggi ai popoli oppressi con Todo Cambia del cileno Julio Numhauser e Zelenye canto popolare ucraino. Le ragazze del coro, accompagnate da un percussionista, creano una isola verdeazzurro sulle gradinate sopra al pubblico, dando vita ad atmosfere intense con un perfetto amalgama vocale, potente e incisivo, dove tra le tante polifonie spicca un canto tradizionale palestinese interpretato con grazia e dolcezza da Adele Benlahouar.

Dai canti popolari si passa alla musica contemporanea con Līmen | Samia | līmen, composizione elettroacustica commissionata dal Festival al giovane compositore Alessandro Baldessari e interpretata dallOrchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Riccardo Muti, dedicata alla storia della velocista somala Samia Yusuf Omar che perse la vita durante la traversata del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere lEuropa e realizzare il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012. Con labile orchestrazione di Claudio Cavallin, lopera si sviluppa in maniera delicata, in quadri sonori soffusi, dove i suoni dellorchestra dialogano con gli elementi elettronici, in un'alternanza di vibrazioni profonde e suoni taglienti che si fondono in unonda melodica appena accennata e creano unatmosfera di attesa sospesa.

L'ultima parte del concerto e' dedicata ad una composizione del violoncellista Giovanni Sollima, uno Stabat Mater in cui i versi in dialetto siciliano di Filippo Arriva si uniscono ai versi di Jacopone da Todi, per rendere omaggio al dolore delle madri i cui figli periscono nel tentativo di trovare un mondo migliore. La complessa partitura unisce il coro e l'orchestra alla voce di un controtenore e del theremin, in otto movimenti dal grande impatto emotivo, dove i vari elementi dialogano e si alternano in un lirismo espressivo e teso. Spicca la duttile voce sopranile di Nicolò Balducci, che duetta con il suono del theremin così simile alla voce umana, manovrato con grande perizia da Lina Gervasi. Sollima resta in secondo piano, ritagliandosi solo pochi momenti di solo, mentre il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini, diretto da Lorenzo Donati, e lOrchestra Cherubini sostengono efficacemente la composizione, con la direzione precisa e sobria di Riccardo Muti, presenza sempre determinante e carismatica.

Giulia Clai

Ultima modifica il Lunedì, 15 Luglio 2024 19:13
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