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ALTOVAYA SONATA - Semyon Aranovic e Alexander Sokurov

"ALTOVAYA SONATA" di Semyon Aranovic e Alexander Sokurov "ALTOVAYA SONATA" di Semyon Aranovic e Alexander Sokurov

Proiezione del Film – documentario
ALTOVAYA SONATA (1981)
Di Semyon Aranovic e Alexander Sokurov
Concerto
Dmitrij Sostakovic
Sonata per viola op. 147 (1975)
Tabea Zimmermann viola
Lilya Zilberstein pianoforte
10° International Festival & Summer Academy 2024 TRACCE
LEGENDS
Siena, Teatro dei Rinnovati, 5 agosto

www.Sipario.it, 9 agosto 2024

Altovaya sonata è il titolo del film documentario dedicato alla vita e all’opera di Dimitrij Sostakovic, un reperto dalla storia avventurosa. Altovaya sonata, che vuol dire sonata per viola, è il titolo dell’ultima sua composizione, che mai poté ascoltare in vita, ed è stata eseguita dopo la proiezione del filmato da Tabea Zimmermann alla viola, accompagnata al pianoforte da Lilya Zilberstein. Per la prima volta le due grandi interpreti e docenti chigiane hanno suonato insieme.

Dimitrij Sostakovic era morto nel 1975, difficili per la malattia che lo affliggeva i suoi ultimi giorni, ma la sua composizione è qualcosa di unico: non doveva più adeguarsi alle richieste del regime, scriveva per lasciare un suo testamento estetico. Il filmato di Semyon Aranovic e Alexander Sokurov a noi è sembrato quanto di più prudente e diplomatico, eppure non venne accettato, e una copia che fu nascosta per essere sottratta alla distruzione, suddivisa, solo dopo molti anni (nel 2005) fu ricomposta, come fu possibile. Il regime sovietico non intendeva celebrare quello che era stato uno dei più originali musicisti del Novecento, docente a Mosca e Leningrado, che aveva celebrato la sofferenza della sua patria in guerra, e aveva dovuto adattare la sua creatività ai gusti del regime, particolarmente nell’età stalinista. Dopo la prematura morte di suo padre, avvenuta quando Dimitrij aveva 16 anni, per concludere gli studi al conservatorio aveva dovuto lavorare come pianista per il cinema muto, e dichiarò che vedere la sofferenza umana sullo schermo era stata la più grande prova della sua vita, da allora gestita con intelligente prudenza, consapevole della vanità del potere politico rispetto alla creatività dell’artista. 

Niente dolore nella Altovaya sonata, nella composizione risuonano echi del suo amato Beethoven, particolarmente nell’Adagio conclusivo, che le due magnifiche interpreti hanno trasmesso al pubblico come dono, e quanto apprezzato : una meditazione musicale sulla vita e sulla morte da parte di un artista lucido e molto amato, e la ricerca di una pace idilliaca ispirata alla Sonata al chiaro di luna. Il teatro era gremito di giovani allievi, ed anche di docenti con le loro famiglie, gli applausi pareva non dovessero finire mai. Ma non era proprio il caso di eseguire altro, quelle note, un testamento culturale, dovevano nella loro unicità restare sospese nell’aria.

Annamaria Pellegrini

Ultima modifica il Lunedì, 12 Agosto 2024 19:31
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